Nessuno dice niente ma il canestro di Brooks era buono

Segafredo Virtus Bologna A|X ARMANI EXCHANGE MILANO - SEGAFREDO VIRTUS BOLOGNA LBA Serie A Final 8 Eight Postemobile 2018/2019 Firenze 14/02/2019 M.Ciaramicoli Ciamillo Castoria

Primavera è nell’aria. Anche se martedì grasso (5 marzo) è ancora lontano e l’Olimpia ha poco di che esultare. Il sole illumina la stanza. Quasi quasi salgo a piedi sino a Coverciano. Senza giubbotto e senza sciarpa. Ma prima butto l’occhio sulla rassegna stampa e mi fermo su un titolo di Repubblica che mi accende: “Improvvisamente la Virtus dei sogni manda un bacione da Firenze”. Walterino Fuochi è senz’altro il migliore di tutti i giornalisti di basket in circolazione. Peccato si muova poco dalla redazione di Bologna. Altrimenti oggi a pranzo ce la saremmo raccontata con gusto e avremmo svuotato il sacco delle notizie che ci pesa tenere solo per noi. Ma questa è la vita e non possiamo avere la pretesa d’essere sempre capiti. L’incipit del suo pezzo sbracciato coi secondi contati è poi la solita sintesi che dice tutto e di più in due o tre righe: “Improvvisamente, la Virtus perfetta. Attacco e difesa, cuore e nervi, testa e gambe. Che elimina Milano, la montagna incantata”. Che è un romanzo di Thomas Mann. Che ha scritto anche La morte a Venezia e Napoleone Brugnaro cominci già pure a toccarsi spaventato: stavolta gli è severamente consentito. E così anch’io provo a non perdermi in chiacchiere. Il che mi riesce sempre purtroppo difficile. Cominciando proprio dalla fine, ovvero dalla tripla di Jerrells dell’84-86. Manca ancora un secondo e mezzo. O giù di lì. E qui il cronometro avrebbe dovuto fermarsi e invece è andato avanti per altri otto o nove decimi. Insomma, per farla breve sul serio, quando Brooks ha intercettato la palla sulla rimessa dal fondo sbagliata di un  Martin nel panico più completo e si è girato per il tiro da due punti dell’86 pari, il tabellone non poteva ancora essersi già incendiato di rosso. Ecco perché gli arbitri, che hanno subito riconosciuto l’errore cronometrico, l’hanno al tavolo tirata per le lunghe più del sottoscritto. E difatti Martolini avrebbe anche dato per valido il canestro di Brooks, mentre Mazzoni l’ha annullato applicando alla lettera la norma, assurda o meno, che regola l’utilizzo dell’instant replay che non prevede in questo caso il calcolo del tempo rubato per la ripresa del gioco. Insomma, se avessero fatto le cose per benino, non ci piove che si sarebbe dovuto giocare l’overtime, ma alla fin fine è andata meglio così: la Virtus si era meritata la vittoria per 39 minuti e 58 secondi e mezzo. E adesso coraggio: sparate pure sull’Armani che al supplementare magari avrebbe anche vinto la partita e ci sareste rimasti male. Invece non aspettavate altro che mettere in croce Proli e Pianigiani e siete stati accontentati. Però non ditemi anche che Simone ha utilizzato poco gli italiani di Sacchetti perché i tredici minuti concessi a Amadeus Della Valle (3 punti) sono stati forse pure troppi. O piuttosto non sono stati l’uno su undici nelle bombe di James e lo zero su quattro di Micov dalla lunetta a pesare moltissimo sul nuovo ruzzolone della scarpette rosse al primo turno di Coppa Italia? Io penso proprio di sì. Oppure Pianigiani avrebbe dovuto rinunciare ai due suoi leader per una sola ciambella non riuscita con il buco come ha fatto Lucianino Spalletti nei confronti di Perisic e Icardi col risultato che ora sia il croato che l’argentino vogliono scappar via dall’Inter? Per favore, cambiamo in fretta discorso e, tornando su Fuocherello, spero che finalmente la mia Tigre abbia capito perché mi porto dietro i ritagli di giornale in giro per il Bel Paese. Non lo avessi fatto, adesso sarei diventato matto a cercare l’articolo di Walterino su Armani-Segafredo 94-75 del 27 gennaio scorso e invece ce l’ho qui sotto agli occhi con un altro titolo che è tutto un programma: “La Virtus sa alzare soltanto la voce: mezza Olimpia basta a sfiatarla”. Questo tanto per dire che una rondine non fa primavera. O che quel che oggi è oro colato magari domani diventa quella cosa che assomiglia al cioccolato. Specie nel basket. Dove tutto può cambiare anche dalla mattina alla sera. L’importante è che comunque non manchino un sorriso e soprattutto la buona fede.