Sarà il Natale di Spelacchio che a Natale non è arrivato. Così come è pure certo che la Val di Fiemme non ci ha fatto questa volta una gran bella figura. Però assai peggio è andata Virginia Raggi che ha chiesto addirittura i danni ai generosi montanari del Trentino. Micragnosa quanto fatua. E’ il Natale di Destro che non ha segnato ieri il primo gol di sinistro, ma di zucca. Se ce l’ha: a Siena e al Milan ne dubitavano. O di Padoan che ha gelato la Boschi. Come ha titolato tempo fa il Corriere di Urbano. Ha pareggiato, pure di testa, Inglese che è di Lucera, nel Tavoliere delle Puglie, e non di Cambridge, cento chilometri da Londra. Però non è bastato per pareggiare al Chievo perché il Bologna in dieci ha vinto lo stesso al 90esimo ancora con Mattia Destro che stavolta ha controllato la palla di destro e ha fatto gol di sinistro dopo la frittatona combinata dal povero Cacciatori. Recentemente Michele Serra (Repubblica) si è lamentato perché “quasi nessuno degli universitari di oggi sa qualcosa di preciso su Piazza Fontana (16 morti e otto feriti, ndr) e molti pensano sia stata opera delle Brigate rosse”. Di sicuro fu una strage fascista, come a Piazza della Loggia o alla stazione di Bologna, di cui l’esecutore materiale ho per anni pensato, e forse non a torto, che fosse stato un mio compagno di classe al ginnasio Franchetti di Mestre: Delfo Zorzi. L’ex terrorista fuggito in Giappone, dove ha ottenuto la cittadinanza e cambiato nome e cognome in Hagen Roy, fu anche condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Milano, ma poi definitivamente assolto. Ma in che Paese viviamo? In verità Serra dovrebbe invece chiedersi quanti diciottenni secondo lui sanno chi sia Pier Carlo Padoan o anche solo il presidente del Senato. Due su mille? Sarebbe già un successo. E semmai dovrebbe preoccuparsi d’altro: per esempio che Pietro Grasso e il suo partito Liberi e belli, pardon, Liberi e uguali (a chi?), di cui è il leader, stanno inavvedutamente consegnando l’Italia ai neofascisti e ai salvinisti. Oltre che a un noto pregiudicato con la pi maiuscola. Piuttosto che se la riprenda Matteo Renzi. Contenti loro. Io non di certo. E penso nemmeno il compagno Michele. Piuttosto è già molto che i giovani d’oggi, che dovremo presto richiamare balilla, conoscano l’esistenza di Maria Elena Boschi. Ma non tanto perché è sottosegretaria di Stato alla presidenza del Consiglio o per il pasticcio brutto della Banca Etruria, quanto perché Vittorio Feltri, che da piccolo a Bergamo chiamavano chissà perché il Federale, va matto per quella “gnocca da urlo”. Sarà Natale anche per chi non è arrivato a mangiare il panettone con le uvette e i cedrini: da Ventura a Ancelotti, non dimenticando Nutella Montella e Gigi Delneri. E intanto sotto l’albero vi regalo una primizia: Re Silvio, di cui si è già distrattamente parlato, potrebbe in piena campagna elettorale anche ricomprarsi (?) il Milan oppure allungare le mani sul Venezia o, meglio ancora, sulla nuova cittadella dello sport lagunare che fa gola a mezzo mondo e che tutti vorrebbero costruire neanche avessero nostalgia di giocare con il Lego. Domani i dettagli. A mezzogiorno c’è Real Madrid–Barcellona. Che non mi voglio e posso perdere. Anche perché oggi vi ho già detto troppo.