A Cortina si scia in Faloria, a Monza si dorme di gusto

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Dói toșáte da meșodì. Credo serva la traduzione. Penso proprio di sì: l’ampezzano è un dialetto terribilmente difficile e assolutamente ladino. Due ragazzi a mezzodì stanno bevendo un aperitivo dal mitico Jerry davanti all’enoteca sotto il campanile di Cortina“Cé feŝto ancuòi dapò diŝnà”. Chiede uno all’altro. Cosa fai dopo pranzo? “Vorarae și a skià”. Vorrei andare a sciare. E non sta scherzando. Venti centimetri di neve a Lagazuoi, dieci ai Tondi del Faloria: si può ben sciare. Non ci fosse il Gran Premio alle due. La Formula 1 d’estate è il miglior Tavor al mondo. Difatti credo d’essermi appisolato sul divano tra il decimo e quindicesimo giro. Con Hamilton davanti e Bottas un bel po’ dietro. E le Ferrari? A margherite nel Parco di Monza. Si sarebbe anche potuto andare a funghi se nel bosco ci fossero i funghi. Porcini zero, almeno qualche trombetta. L’agosto è stato troppo caldo ed è piovuto poco o niente. Adesso c’è un timido sole, ma non saranno più di quindici i gradi all’ombra. Che erano al massimo otto al mattino. Quando ho fatto un salto all’edicola e ho comprato sette giornali. Crepi la miseria. Dalla prima del Corriere delle Alpi: “Marmolada, gli ambientalisti hanno raccolto una tonnellata di rifiuti”. Una tonnellata: avete letto bene. E ancora: “Nevegal, altre tre pecore uccise nella notte dai lupi”. Che, poveretti, hanno una fame nera. E dei Mondiali di sci ampezzani si dice niente? Please, una domanda di riserva: a questa magari risponderò un’altra volta. Ora non mi voglio fare il sangue amaro come Alessandro Benetton, presidente della Fondazione Cortina 2021. Mi hanno svegliato le note dell’inno britannico. La Tigre dice che dormivo a bocca aperta. E russavo di gusto. In fondo non mi sono perso niente: primo Hamilton, secondo Bottas, terzo Vettel a oltre mezzo minuto dall’inglese nuovo leader del Mondiale piloti. Neanche della nazionale di sVentura ho voglia di parlare oggi. Segnalo solo un buon titolo finalmente di Mamma Rosa  e Papà Urbano: “Italia Isco rosso”. Che purtroppo il Corriere della sera ha copiato pari pari dalla Gazzetta. O viceversa: è assai più probabile. E comunque Cairo intanto indaga. Semplicemente La Stampa: “Bocciata”. Incipit condivisibile di Gianni Mura: “Questi siamo”. Sconcertino, al secolo Mario Sconcerti: “Siamo stati dominati e sbagliati”. L’italiano si morsica un po’ la lingua, ma il concetto è molto chiaro. Come era limpido a me da mesi e mesi, ma mi prendevate in giro. Tranne Luca Cirillo. Che non ha riso. E non perché è un mio caro amico napoletano. Rarissimo. Uno dei pochi che mi sono rimasti nel calcio di Pinocchio. Che è diventato uno zoo se un articolo di Elefante (Andrea) è così stato proposto sulla Gazzetta di ieri a pagina 6: “Il ruggito di Ventura: “Non ho visto serpenti”. Il c.t. sdrammatizza: “Al Bernabeu non ci sono i coccodrilli ma un campo con le porte”. Elefanti, leoni, coccodrilli, scimmiette, serpi. E magari pure le pecorelle. Che i lupi di Spagna si sono divorate in tre bocconi. Poverette.