Meglio fortunati che bravi e magari raccomandati

ario

“Cardillo è una piovra”. Gli ha urlato quasi in faccia. E lui, bravo ragazzo, ha fatto finta di nulla. Ma quando Paola Ellisse, due elle e due esse, l’ha ripetuto una seconda volta di lì a poco: “Marco Cardillo è proprio una piovra”, il numero 9 di Marameo Sacchetti non ci ha più visto ed è sbottato di brutto: “Un polpo sarai tu. Anzi, una lisca di scorfano”. L’insalata di piovra, sedano e patate piaceva da matti a Bettino Craxi. Che l’ordinava sempre in quella trattoria fuori porta della Milano da bere dove andava spesso a cenare con una delle tre sorelle Carlucci, ma adesso non chiedetemi quale: forse Milly, però non ci potrei giurare. Lo scorfano è invece probabilmente il più brutto pesce dei nostri mari: spinoso, immusonito e velenoso, ma in brodetto è un’autentica meraviglia. D’accordo, ma cosa c’entrano la piovra e la scorpaena scrofa con Brindisi-Torino che si è giocata ieri all’ora di pranzo e che ho potuto vedere solo stamattina in registrata? Niente di niente. E allora? Sarò pur libero di cominciare un articolo di basket come voglio o devo anch’io chiedere il permesso a Giannino per scrivere quello che magari a lui non interessa? Ammesso e non concesso che al tiranno di Valmontone stia a cuore qualcosa che non riguardi se stesso. O per caso c’entra molto Peppe Poeta con la nostra nazionale di pallacanestro? Direi proprio di no. Ma mi potrei sempre anche sbagliare. Visto che divide la stanza in azzurro col Gallo dei Denver Nuggets e Ettore Messina l’ha preferito nel preolimpico a Amedeo Della Valle. Obietterete: il tuo delizioso Riccolino non è un playmaker. Obiezione respinta. E una contro domanda: perché è forse un play Poeta che al PalaPentassuglia ha preso in mano una Fiat che girava a mille, e vinceva 35-19 alla fine del primo quarto, e l’ha trascinata alla sconfitta (79-87) giocando da solo contro tutta l’Enel e togliendo la corrente a tutto l’attacco piemontardo? Pompando la palla come neanche chi gonfia le gomme della bicicletta e sparando alla viva il parroco (1/6 da due e 0/1 da tre) come nemmeno, o quasi, il grande Marco Belinelli con Charlotte (1/5 e 0/3) stanotte contro Boston? Anche a me Peppe Poeta sta simpaticissimo e andrei con lui tutte le sere a cena e poi in discoteca a far bisboccia. Ma se l’anno scorso si lamentava di Maurizio Buscaglia perché il tecnico barese si fidava più di Toto Forray, che pure è un altro che ha un dio per conto suo, penso che probabilmente, ma anche senza forse, avesse ragione da vendere il bravo allenatore di Trento. Che non so, lo giuro, cosa abbia fatto nel posticipo domenicale con Reggio Emilia nell’unica partita che per me ha un senso vedere con mucho gusto in un campionato di serie A di cui non ho ancora parlato in questo blog, e siamo già alla quinta giornata, semplicemente perché non saprei cosa dire di diverso dalla quotidiana banalità delle gazzette e la settimanale noia dei commenti del lunedì. Dove è un genio chi vince e sfigato chi perde. Prendete Paolo il Caldo. Al quale butterei le braccia al collo per dirgli che gli voglio un sacco bene e che ho un debole per suo figlio Davide. Ma non può Moretti essere giudicato un grande allenatore (a prescindere) perché Kristjan Kangur, una sciagura sino a quel momento, indovina al mercoledì l’ultimo tiro da tre della vittoria di Varese sul Villeurbanne a sette decimi dalla sirena e quattro giorni dopo l’unica tripla a una mano, da oltre metà campo, per trascinare Brindisi al supplementare e successivamente batterla. Più che bravo credo che sia stato fortunato. Anche perché l’Openjobmetis ha poi perso nella Champions di mio nonno in carriola di 34 punti (60-94) in Lituania contro il Neptunas Klaipeda, di cui non conoscevo neanche l’esistenza, e ieri di 33 (64-97) a Pistoia contro la sua ex squadra del cuore, che sembrava in crisi nera, con Kangur a quota zero. E quindi cosa dovrei adesso pensare? Che Paolo Moretti deve cambiare mestiere? Via, siamo seri e soprattutto equilibrati prima di sputar sentenze definitive. Mentre nella mia follia televisiva, che potete anche tranquillamente chiamare delirio o demenza progressiva, ho passato la domenica a vedere ben sei partite di EuroLega della settimana scorsa e così la sfida tra Buscaglia e Menetti me la potrò godere e centellinare solo stasera in poltrona per parlarvene semmai domani in santa pace. Però stavolta non vi prometto nulla dal momento che ho tanti altri argomenti sul fuoco: l’Ellisse, Paperoga Crespi, Ramagli, Albertone Bucci, Minucci e Petrucci, Ginobili e Messina, Frank Vitucci e Sacripantibus, Siena e Treviso. E non vorrei che si bruciassero. Soltanto un’ultima notizia al volo: Ario Costa ha battuto Stefano Sardara 9-7 in Lega. Ovvero Wimbledon rappresenterà ancora le sedici società di serie A nel prossimo consiglio federale. Insomma ha vinto di nuovo Proli con le sue storiche alleate e perso Giannino doppiogiochista che appoggiava il patron di Sassari. Ma non era difficile immaginarlo.