Ciccioblack è pure peggio di Trump: chi lo capisce è bravo

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E poi non chiedetemi più perché ce l’ho con Lui. Ero comunque stravaccato sul divano ormai prossimo all’abbiocco. Dopo pranzo. Una coscietta di pollo con l’insalata dell’orto e nemmeno una tazzina di caffè: tutto qui. E sarei anche andato volentieri a funghi nel bosco sotto casa, oltre il Boite, che è il torrente che attraversa la ridente quanto impervia valle cadorina, se il cielo non si fosse improvvisamente imbronciato come fa quasi tutti i santi pomeriggi da un paio di settimane a questa parte senza mai promettere nulla di buono e anzi consigliandomi d’appisolarmi pure davanti alla televisione. Tanto più che la registrazione di Lakers-Oklahoma stava stancamente volgendo al termine con la squadra del Gallo avanti largamente nel punteggio (103-86) a una manciata di minuti dalla fine di una partita che, se anche non l’avessi vista, non mi sarei perso proprio niente. Quando l’insopportabile Ciccioblack Tranquillo è partito in quarta con uno dei suoi spaventosi e deliranti sproloqui che ampiamente giustificano la richiesta della mia Tigre di togliere almeno l’audio, come fanno da lustri ogni volta Sandro Gamba o Valerio Bianchini o Carlo Recalcati e non soltanto loro, grandi saggi, ma almeno nove allenatori su dieci di qualsiasi età e appartenenza a meno che non siano iscritti alla Banda dell’Osiris dove è obbligatorio ascoltare il Capo altrimenti sono cavoli amari o, se preferite, davvero cazzi acidi. E non ditemi che non è vero perché fate presto a verificare se magari esagero: escludendo infatti Ettore Messi(n)a, che se lo porterebbe anche a nanna, e i plagiati Pierino Bucchi e MaraMeo Sacchetti della scuderia di Virginio San Bernardi affezionata per contratto al divino Ciccioblack, trovatemi per favore un altro allenatore in tutta la serie A che sia in grado di sopportare il Trombo Trombonis di Sky soltanto più di cinque minuti quando straordinariamente non urla ma pontifica con serafica pacatezza pasticciando il suo approssimativo italiano con una serie infinita di ragionamenti che non hanno né capo né coda o un minimo d’interesse qualunquemente accettabile. Non di certo Frank Vitucci o Ray-Ban De Raffaele e meno che meno Artiglio Caja o Max Chef Menetti che le sue telecronache della Nba non ascolterebbero neanche sotto tortura con un coltello puntato alla gola. Time out dunque al Disney World Resort di Orlando in Florida quando Lui zittisce il povero So-’na-lagna Soragna e io raddrizzo le orecchie per capire dove sta andando a parare parlando del suo presidente che non è Sergio Mattarella ma Donald Trump (nella simpatica foto-caricatura). Il quale “all’interno di un’intervista telefonica rilasciata a Fox and Friends – come ha raccontato pari pari  l’ex Cicciobello a cui ho cambiato soprannome quando l’impunito ha (tranquillamente) confessato d’aver beccato il nero da Ferdinando Minucci – ha detto (in un inglese migliore – spero – di quello masticato con la bocca storta da Flavio Tranquillo) di pensare male della Nba “perché noi abbiamo lavorato molto con loro perché potessero riaprire, mentre adesso vedo che tutti s’inginocchiano durante l’inno. Con il risultato che, secondo il presidente degli Stati Uniti, l’audience s’abbassa perché tutti (!?!) fanno come Trump. Ovvero sia, vedono i giocatori che s’inginocchiano e spengono o cambiano canale”. E sin qui poteva anche starci. A parte che proprio non so come si faccia a “spegnere i canali” o ad andare d’accordo con quel fanatico a stelle e strisce, ma è stato soprattutto il resto del monologo di Ciccioblack che mi ha fatto sobbalzare sul divano. Dal momento che non ci ha capito più un accidente di niente nemmeno mio nipote Rocco, che pure è un fenomeno avendo vinto nove scudetti in otto anni, il quale mi ha chiesto spiegazioni di quel che avrebbe voluto dire quello. Ma non ci sono riuscito a farglielo comprendere nonostante, lo giuro, ci abbia messo tutta la più buona volontà di questo mondo. Sentitelo infatti: “Io vi presento la questione così come è e vi dico semplicemente (?) una cosa: i buoni sempre e i cattivi sempre non mi piacciono, però questo è un argomento giornalisticamente che è al centro (di cosa?). Cioè non è un elefante nella stanza: è (o forse sono?, ndr) dieci elefanti in una piccola stanza. Ma non possiamo non parlarne. Così come spero che potremo non ridurlo a sostituire la pallacanestro. Questo non succederà mai. E nemmeno, ripeto, ridurlo ai buoni contro i cattivi fissi. Anche perché non mi sembra che sia assolutamente il caso: la discussione merita d’andare a livelli ben diversi”. Quali? Chissà chi lo sa?, si sarebbe domandato Febo Conti. E comunque io ci ho rinunciato da un pezzo a capire come Sky non abbia ancora cominciato a pensare di togliersi davvero di torno questo vegliardo farneticante che fa crollare gli ascolti anche magari dandogli un robusto quanto meritato prepensionamento. E così è pure per questo motivo che ho già disdetto l’abbonamento e sono quasi due mesi che ho anche smesso di scrivere di palla nel cestino. Stufo, sfinito e mortificato da questi mostri sacri della tivù satellitare o della stampa in rosa che nessuno manco si sogna di mandare al paese dei campanelli. Tanto più che non mi pare che nel frattempo sia successo qualcosa d’eclatante, che già non vi avessi anticipato prima dell’estate, in questo orticello del basket popolato da bugiardi patentati e da mediocri eccellenti che giocano a fare i professorini universitari quando sarebbero invece tutti bocciati all’esame di quinta elementare che per loro fortuna è stato abrogato dall’estate del 2004. Quando cioè l’Italia dei canestri ha giocato la sua ultima Olimpiade ad Atene e Re Carlo incredibilmente la guidò alla conquista della medaglia d’argento perdendo solo la finale con l’Argentina di Ginobili e del giovane Scola. Senza Ciccioblack tra i piedi per sua buona sorte. Mentre la Lega di Umberto Gandini, al quale Luca Baraldi ha dichiarato guerra e stavolta non posso dargli torto, ha preferito affidarsi come advisor ai fratelli di Infront piuttosto che alla sgangherata Band e così ha finalmente trovato uno sponsor per la prossima serie A che invano da un paio d’anni Marco Aloi, aggrappato alla cordata sbagliata dei Bassani e dei soci fannulloni, andava disperatamente cercando. Ma questo mi raccomando non ve l’ho raccontato io. Altrimenti poi Gesù Cripto, alias l’Orso Elenimi dà di nuovo del Sior Narciso e stavolta proprio non riuscirei a sopportarlo. E infatti potrei anche immolarmi sull’altare del suo intoccabile Ettorre che, se diventasse sul serio l’allenatore della Serbia, magari avremmo ottime possibilità persino di qualificarci per i Giochi di Tokyo del prossimo agosto. Anche con MaraMeo cittì e Paul Biligha pivot. E Tranquillo ovviamente rinchiuso a doppia mandata in soffitta. Pensaci allora tu, caro Giannino nonché Petrucci che sei il marchese del Grillo e nessuno politicamente ti può insegnare niente. Magari proponendo l’affare al collega e amico Sasha Danilovic che è rimasto tra i pochi ancora sul pianeta ad andare d’amore e d’accordo (forse) col Messi(n)a.