Agli Zucconi e ai Buffoni preferisco il mio Napoleone

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E ci risiamo. Dopo i libri gender ritirati dalla scuola, il “fora i schei” gridato a Elton John che ha fatto il giro del mondo, “la gente che vive sugli alberi delle banane”, la polemica per la verità garbata con Adriano Celentano e gli insulti a Carlo Recalcati nello spogliatoio davanti ai giocatori della Reyer, ecco la diretta su Radio Capital del Luigi Brugnaro Show. Però almeno io non ho più voglia di perder fiato correndo dietro al sindaco di Venezia che va fuori di testa ogni qual volta affronta qualcuno che non la pensa come lui sul sesso e sulla famiglia. Magari qualche temerario sottopancia gli dovrebbe anche spiegare che “grottesco” non è in fondo un’offesa poi così grave e comunque tale da giustificare di rimando una raffica di ingurie. Ma lo capirebbe Brugnetta Brugnaro? Lo escluderei al cento per cento e quindi tanto vale lasciarlo fare e dire quello che gli pare e piace. Ormai tutti hanno cominciato a conoscere il mio “Fassotuttomi” e non sono più imbarazzati di fronte alle sue celebri levate di scudi ben note da tempo ai frequentatori del Taliercio e alla gente del basket. Ci hanno insomma fatto il callo tra calli e campielli e ridono di gusto anche i gondolieri sotto ai ponti. Come una volta in tutta Italia quando Vittorio Sgarbi urlava “capre” al primo che gli capitava a tiro e abbandonava gli studi televisivi fingendosi pure furioso. Stavolta invece me la prendo con la radio nazionale degli Zucconi e dei Buffoni, mi raccomando con la zeta e la bi maiuscola, non voglio né cerco grane, che non capisco per quale ragione abbia chiamato Napoleone Brugnaro se non per il solo gusto di provocarlo e di farlo cadere di sella sapendo benissimo dove zoppica il suo (bianco) cavallo. A voi per esempio non è passato neanche per l’anticamera del cervello di telefonare a Roberto Mancini per legittimamente chiedergli un’ora dopo il derby perso 0-3 con il Milan: “Scusi, ma lei è sul serio gay come sostiene Sarri, l’allenatore del Napoli?”. E ancora, al volo, prima del meritatissimo vaffanculo: “Scusi, ma già che c’è, mi sa dire anche cosa ne pensano Mauro Icardi e Wanda Nara dell’utero in affitto?”. Ce l’ho piuttosto coi giornali ingrati che strillano la notizia, si scandalizzano e fanno cattivo uso dei puntini. Stronzo è stronzo. E non str… Che con i tre puntini si potrebbe anche leggere “strano” e con quattro “strambo”. Insomma se Brugnaro avesse dato dello “strano” a Vittorio Zucconi e dello “strambo” a Edoardo Buffoni, non credo che il direttore di Radio Capitol e il conduttore del Tg Zero si sarebbero offesi. E nemmeno che sarebbe scoppiato tutto questo putiferio. Insomma, se non l’avete ancora capito, sto dalla parte di Napoleone e d’ora in avanti lo farò in tutte le occasioni nelle quali il sindaco di Venezia dichiarerà guerra ai giornalisti e ai giornali. Soprattutto a quelli locali che sono davvero irriconoscenti nei confronti di Manna Brugnaro che regala a loro come minimo un bel titolone al giorno. O forse avrebbero preferito il Felice Casson più triste di Leopardi e Shopenhauer messi insieme? Quanto a me, non mi ritengo né un giornalista, altrimenti sul serio m’incavolo, anzi proprio m’incazzo, né un giornalaio perché ho troppo rispetto per la categoria degli edicolanti. Io sono semplicemente un modesto pennivendolo. Al quale spero che il mio sindaco non possa mai dire che è uno stronzo o un coglione.