Arcieri dirigente dell’anno: e chi lo conosce? Io no di certo

arceri

Mi scuso dell’ignoranza spaventosamente crassa, però prima di poche ore fa nemmeno sapevo dell’esistenza di Michael Arcieri, eletto giusto giovedì miglior dirigente della nostra serie A di basket che pure seguo con una certa qual frequenza e attenzione. Forse anche esagerate come sostiene da tempo la mia Tigre magari scassa-marroni ma molto saggia. E comunque per questo, cospargendomi il capo di cenere, provo subito a farmi perdonare pubblicando la foto sul blog del general manager a me sconosciuto della Openjobmetis. In assoluta buonafede pensavo infatti che a Varese facesse tutto, oltre al presidentissimo Marco Vittorelli, il generale argentino Luis Scola, del quale Toto Bulgheroni e Hemingway Sciascia si sono follemente innamorati da qualche anno, ma evidentemente mi sbagliavo. E di grosso. Come del resto la guida al campionato di SuperBasket che nemmeno ha nominato il 58enne italoamericano di NewYork (e di madre bolognese) nella sua attenta presentazione d’inizio stagione. Poi il Vittorelli è stato squalificato per tre anni dalla giustizia sportiva e adesso si vorrebbe che desse le dimissioni, nemmeno fosse sua la colpa se Varese è stata penalizzata non mi ricordo più di quanti punti in classifica e non giocherà i playoff che stanno iniziando con il salto della palla a due tra Johannes Voigtmann e Dejan Kravic.

E quindi devo pensare che tutto il merito vada a Michael Arcieri, i baffetti e la barbetta appena accennati, già (boy)scout senza fortuna di Knicks, Nets, Dallas e Orlando, come si è affrettato ad informarmi subito l’amico Ciccioblack Tranquillo che della Nba, che io non seguo mai, conosce invece vita-morte-e-miracoli, se il gettonatissimo Matt Brase ha brillantemente allenato quest’anno l’Openjobmetis e se l’mvp (UnipolSai) del campionato, Colbery Ross, è sbarcato a Cucciago accontentandosi di un contratto di soltanto 80mila euro o dollari, non fa molta differenza, per giocare con Markel Brown già allenato in passato da Brase?

Markel Brown, che un centone già lo prende ma ora vuole il triplo, piace moltissimo alla Reyer e pure a me. Però io ne capisco poco evidentemente di pallacanestro se non conoscevo prima dell’altro ieri un mostro come il paisà Arcieri. Difatti ho votato, e lo rifarei seriamente anche oggi, Paolo Vazzoler che ancora deve spiegarmi come ha fatto a salvare la Nutribullet dall’A2 e dal rosso in bilancio con i pochi soldi che gli hanno passato quest’inverno la De’Longhi e il consorzio di Treviso e con la squadra che ha presentato ai nastri partenza: la peggiore senza dubbi di tutta la serie A. O forse ve la siete già dimenticata? Con Michal Sokolowski punto di forza. Che però non voleva più saperne di restare nella bella città di Signore e Signori e faceva flanella ad ogni partita. E con Derek Cooke Jr, in pratica l’unico pivot del paziente e quasi stoico Marcelo Nicola, probabilmente preso dagli scaffali di qualche supermercato di periferia.

E qui metto un bel punto perché altrimenti arrivo in ritardo al Taliercio per la prima tra la Reyer di Olivetta Spahija e il Banco di Pallino Sardara entrambe innamorate cotte del loro Marco Spissu che ancora non capisco perché non ha vinto il Best Ita-Fastweb 2022-23 al posto di Marco Belinelli come sarebbe stato molto più intelleggibile e giusto. A domani dunque. Godendo nel frattempo come un matto per la vittoria dopo pranzo dell’altro Venezia, quello di Paolo Vanoli, che battendo a Sant’Elena 3-2 anche il Perugia e ottenendo così la sesta vittoria nelle ultime otto giornate, ha allungato le mani sul settimo posto che vale oggi come oggi, ad una giornata dalla fine del campionato, i playoff per la serie A. Incredibile ma vero. Soprattutto pensando che appena due mesi fa il club del contestatissimo Duncan Niederauer era in piena zona retrocessione.

Intanto il primo tempo tra l’Armani e la Carpegna Prosciutto di Pesaro si è chiuso con Milano avanti di un ventello di punti (54-33) sull’appagata squadra di Gelsomino Repesa in una sfida scontatamente senza storia. Nonostante Ettore Messi(n)a abbia giusto ieri comunque dichiarato in una lacrimevole intervista ad Andrea Barocci del Corriere dello sport che lui non deve mica vincere sempre o mettere al cuore dell’Olimpia per forza la terza stella. Difatti si è già rinnovato il contratto di un altro anno soddisfatto dei risultati ottenuti sino ad oggi dai suoi sedici giovanotti di cui non ricorda, di tutti, comprensibilmente neanche il nome. Così come mi domando perché il General Scola non se ne torna con la famiglia in Argentina? Tanto a Varese fa tutto, e bene, Michael Arcieri.