Tutti pazzi per il Poz e il Banco di Sardara, io non ancora

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Martedì sera la Formica atomica, e non la Mosca atomica come sbagliano a chiamarlo tutti, non mi ha neanche quasi salutato infilando il testone con barba nel Palaverde prima d’iniziare il suo abituale show tra la selva di gente incantata. Mi ha solo domandato dove fosse finito Charlie e, prima d’andarsi a sedere accanto a Re Carlo in tribuna stampa (vedi la mia foto, ndr), s’è tuffato tra le braccia della famiglia Sindoni di Capo d’Orlando alla quale è rimasto molto legato e per la quale ha fatto un tifo straordinariamente tiepido. Lui che è sempre e solo stato un eccesso dopo l’altro. Ma adesso è cambiato come sta cercando di convincere tutti e ci è quasi riuscito. A Flavio Vanetti (Corsera) per esempio Gianmarco Pozzecco ha recentemente confessato d’andare a letto con le galline. Alle dieci di sera. Forse d’inverno a Formentera, quando per le strade non c’è anima viva, ma lo stesso non gli credo nemmeno se lo vedo. “Da giocatore facevo casino, mi dipingevo i capelli di rosso, esageravo, tiravo la giacca agli allenatori”. E durante un time-out ha pure disegnato sulla lavagnetta di Gelsomino Repesa un bel cazzo invitandolo non mi ricordo più a farne cosa. Chiedeteglielo e poi ditemi se sono un Pinocchio come Maurizio Gherardini che nega d’aver puntato all’Armani quando invece si è fatto addirittura raccomandare da Giovanni Malagò presidente del Coni. E comunque io sono rimasto al giugno scorso e alle semifinali dei playoff di A2 quando al PalaDozza, nella bella con Casale Monferrato, non si strappò all’intervallo la camicia come aveva già fatto a Masnago, ma urlò di tutto (e di peggio) agli arbitri per essere espulso e abbandonare così la nave fortitudina che stava affondando. Proprio come capitan Schettino. Forse il paragone fu ed è esagerato. D’accordo. E difatti non gli è piaciuto e non l’ancora digerito. Ma la satira è anche eccesso. E mi dispiace che uno come lui sempre al limite del consentito non l’abbia compreso. E poi ne dice tante. Anche troppe. Aveva infatti promesso che si sarebbe tagliato la barba alla prima sconfitta e lunedì ha perso al Taliercio, ma dal barbiere non ci è andato. E ieri è tornato a vincere. Carlo Recalcati se lo mangiava con gli occhi: il maestro e l’allievo. E chissà se, parlando del più o del meno, non gli ha spiegato anche il segreto di come si fa a battere la Reyer di Walter De Raffaele. Un altro per il quale Re Carlo pure stravede. Ma nel basket purtroppo non esiste il pareggio. E si sta di qua o di là del ponte. Come la penso anch’io che sono un manicheo, convinto e incallito, che accosta il bianco al nero solo per la Juventus e magari sbaglia quando rivela che tra Venezia e Sassari preferirebbe che lo scudetto tornasse in laguna inimicandomi tutti i sardi. Che non sono neanche pochi. Però anche ammetto, nonostante l’arbitraggio di Weidmann sia stato un dito fastidioso sempre nel sedere della Reyer, che il Banco di Sardara ieri sera al Taliercio ha giocato parecchio meglio della squadra del mio Ray-Ban che nella sauna del Taliercio è sembrata molto più cotta di quella del Poz. E per questo adesso la faccenda si sta facendo assai complicata per l’Umana di Napoleone Brugnaro che, se posso dire, e so che posso, dovrebbe essere un padrone meno assillante nei confronti dei suoi oro-granata che già in altre occasioni gli hanno dimostrato di saper rigirare la frittata un giorno per l’altro come è già accaduto con Trento e Cremona. Così come è pure vero che la seconda partita in casa di una serie finale è tra tutte la più delicata e quella spesso decisiva. Difatti Max Chef Menetti sa meglio di me che tra un paio d’ore non sarà per niente facile ripetere l’irresistibile galoppata verso la vittoria di martedì al Palaverde con un’Orlandina che ha due americani, Brandon Triche e Jordan Parks, oltre al terzo, Joseph Charles Trapani, che sono tre demoni capaci di fare le pentole e anche i coperchi. Però Treviso c’è, come direbbe l’amico Guido Meda, e il suo pubblico è una cosa fantastica come ha avuto modo d’apprezzarlo non solo Pozzecco ma pure Giannino Petrucci. Che è molto incazzato con la Virtus di Zanetti e Baraldi alla quale in un modo o nell’altro domani gliela farà pagare nel consiglio federale convocato d’urgenza. Mentre non lo è e non lo sarà con la Reyer che ha deciso di lasciare la Champions per partecipare alla prossima EuroCup assieme all’Aquila di Trento e alla Segafredo. Come ho raccontato tempo fa e domani magari finalmente mi copierete. Però se stavolta non citate la fonte, che peste vi colga. Senza sconti.