Quando Messi(n)a si riprenderà la nazionale di MaraMeo?

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E’ tornato in Italia il Messi(n)a e, senza perdermi in chiacchiere, mi piacerebbe sapere quando il prode Ettore si riprenderà in mano la nazionale che per un po’ di tempo (due o tre anni) ha prestato a MaraMeo Sacchetti. Dopo i Mondiali di settembre in Cina se saranno un altro fiasco o dopo le Olimpiadi di Tokyo sempre se ci andremo nell’estate dell’anno prossimo? La domanda è ovviamente retorica perché Giannino Petrucci darebbe anche domattina le redini della squadra azzurra in mano di nuovo al suo Ettore inventandosi poi una scusa qualsiasi con l’attuale cittì che è stato messo lì, non dimentichiamolo, proprio dall’ex assistente di Gregg Popovich soltanto per tenergli calda la poltrona e per restituirgliela senza fare tante storie. Potete del resto lasciarvi prendere per i fondelli finché volete dal più furbo dei presidenti federali e dal più bravo degli allenatori europei, come ha scritto oggi Dindondan Peterson sulla Gazzetta e per questo domani sarà querelato da Zeljko Obradovic, ma è difficile che la possano raccontare a me che conosco Ettore da quando portava ancora i pantaloncini corti sopra alle ginocchia, che regolarmente si sbucciava nel campetto in cemento di via Aleardi, e Giannino che, segretario di Enrico Vinci, mi svegliò un mattino alle sette meno dieci per convincermi invano al telefono (perché non esisteva ancora il cellulare) che non era assolutamente vero che aveva fatto fuori Sandro Gamba prima degli Europei in Germania del 1985. Come no? Difatti due mesi dopo la medaglia di bronzo di Stoccarda l’amato cittì fu sostituito da Valerio Bianchini per i Mondiali dell’86 in Spagna. Dunque, dopo il flop del preolimpico di Torino e la disfatta di Istanbul con i serbi di Djordjevic nei quarti degli Europei, Ettore Messi(n)a individuò come suo successore in nazionale MaraMeo Sacchetti e nessuno scrisse che fu una scelta di gran comodo tranne ovviamente il vostro pennivendolo rompipalle. Che si permise già allora di dubitare che ad uno stakanovista come il mestrino nato a Catania, che cura la difesa in ogni minimo particolare e pretende che un attaccante gli chieda il permesso prima di tirare una tripla, potesse andare bene un tipo alla buona come Sacchetti che non dico sia un allenatore alla viva il parroco, altrimenti poi lo senti tuonare l’Orso Eleni, per carità di dio, ma senz’altro un coach che ai suoi giocatori lascia larga libertà di fare un po’ a modo loro sotto i canestri. Insomma una scarpa e uno zoccolo. Come si dice dalle mie parti. Che sono diventate un importante centro di gravità permanente delle finali dei playoff con una partita al Taliercio e un’altra, il giorno dopo, al Palaverde. Questo stavo pensando quando, cercando sul web un’immagine che fosse pertinente al pezzo in questione su messina e sacchetti, mi è balzata all’occhio questa foto dello scorso novembre che mi è sembrata carina e spero anche divertente. Dal titolo: “Rifiuti, a Messina è ancora emergenza: spazzatura e degrado in città”. Senza per carità voler offendere nessuno in questo mondo della palla nel cestino dove chi è permaloso se la lega al dito e chi non lo è non riesce comunque più sorridere. Come ieri sera Gipi Pozzecco e Stefano Sardara in tribuna-stampa a Treviso. Mentre la De’Longhi di Max Chef Menetti suonava in gara 1 l’Orlandina di Marco Soldini che non si muoverà più dall’isola felice per almeno altri due o tre anni tanto sta bene nella sua villa con piscina e vista sul mare. Amato da tutti. Forse addirittura più che a Cantù. Dove vi rifaccio la domanda: siete proprio sicuri che giocherà il prossimo anno ancora in serie A o non piuttosto in A2? Livio Proli non c’è più neanche in Lega e quindi può anche darsi che il massimo campionato ricominci a ottobre con diciotto squadre, però, se dovessero esserne davvero tagliate due, una potrebbe essere Roma e l’altra proprio Cantù che è sommersa da un mare di debiti.