L’aria condizionata al Taliercio per i campioni d’Italia?

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A guardarlo così (nella foto) sembra anche bello. Con la sua volta celeste, le mille luci, i colori della nostra bandiera, il parterre fucsia e tanta gente in festa. Il Taliercio è invece un palazzetto dello sport della mutua o anche peggio, ma proprio non ce la faccio a dire che mi fa schifo perché gli sono troppo affezionato avendolo visto nascere dal niente tra i campi senza vita. Il derby tra Mestre e Venezia fu la partita inaugurale: la Vidal di Roberto Zamarin contro la Canon di Tonino Zorzi. Quarantun’anni fa. Io c’ero. Mentre Mario Canfora (C10H16O) non credo e quindi è l’ultimo che può parlare male della mia creatura sulla Gazzetta della sport dove ogni tanto lo fanno scrivere altrimenti si mette a piangere come un bambino dell’asilo. E batte i pugni per terra gridando che lui è un bandaosiris, culo e camicia con Zio Fester Aloi, oltre che come un figlio per Giannino Petrucci e Virginio San Bernardi. Ma soprattutto non gli è permesso di prendere spunto da un twitt di Tommaso Marino, modesto playmaker senese che gioca a Ravenna in A2, per sputtanare il Taliercio e creare un putiferio durante le finali dei playoff. S’occupasse piuttosto degli ultimi indecenti arbitraggi come farò io nel mio prossimo articolo. Che poi il palasport tra Favaro e Campalto diventi un forno appena comincia a far caldo lo scoprì la nazionale di Giancarlo Primo agli Europei del giugno 1979. Quando sul parquet contro la Cecoslovacchia, se lo ricorderà bene l’Orso Eleni, si scivolava come su un campo di hockey su ghiaccio. E comunque io non sono stato a Cremona, nonostante MaraMeo Sacchetti (010) mi avesse pregato in ginocchio, ma mi dicono che anche in quello scatolone si è rischiato durante le semifinali di morire dall’afa che fa. Semmai mi ha stupito che proprio C10H16O o, meglio ancora, il numero 003 di tessera della band dell’Osiris, abbia giudicato incomprensibile il dietrofront di Petrucci che con il famoso lodo Brugnaro ha permesso alla Reyer di giocare questi playoff al Taliercio abolendo la norma secondo la quale o avevi un palasport da cinquemila posti o saltavi dalla finestra e ti trasferivi nel nostro caso al Palaverde di Villorba. Dove il sindaco di Venezia però non ci vuole andare neanche se lo minacci puntandogli una pistola alla tempia. Non sarà mica allora che Canfora è stato nel frattempo sfrattato dal sottoscala del Palazzo federale dove dormiva su una terrificante brandina come nel secondo tragico Fantozzi di Luciano Salce? Veramente Giannino era tornato sui suoi passi anche perché Napoleone gli aveva garantito che avrebbe installato al Taliercio l’aria condizionata e così sarà dalla prossima stagione per una spesa che non sarà comunque inferiore al milione d’euro. I lavori dovrebbero cominciare a settembre e, visto che ci sono, non sarà magari anche finalmente l’occasione buona per abbattere quella vergognosa gabbia nella quale sono rinchiusi i tifosi ospiti che non sono proprio tutti delle bestie? Sarei stato benissimo invece giovedì al Palaverde pur senza ventagli, sold out e il tifo di oltre cinquemilatrecento trevigiani alle stelle, un baccano dell’inferno come neanche ai tempi benettoniani, perché adesso nessuno ha più la puzza sotto il naso neanche in tribuna d’onore, e tutti cantano e tutti battono le mani, se non fossi stato circondato dai bandaosiris che erano tanti, ma non si sa mai dal momento che, se Virginio Bernardi (023) e Claudio Coldebella (033) sanno stare al gioco, non so se ad altri come So-na-lagna Soragna (006) e Orate Frates (053) possa anche non piacere la mia satira che punge soprattutto loro che vogliono governare la nostra pallacanestro ora che è caduta la Milano di Proli e resiste solo la Venezia di Casarin, l’unico club di serie A che non ha carbonari legati in qualche modo alla massoneria di Ciccioblack Tranquillo (001). Che martedì rientrerà in Italia assieme a Ettore Messina (015) che vorrebbe portare a Milano anche Daniele Baiesi (035) strappandolo al Bayern di Monaco. Sia quel che sia, mi scandalizza quasi di più Mamma Rosa e Papà Urbano Cairo (004) che nemmeno alla gara 2 di finale dei playoff di A2 hanno spedito un inviato mentre a Oakland c’era Davide Chinellato che del titolo Nba dei Raptors avrebbe potuto comodamente scrivere da casa davanti alla tivù accesa giorno e notte su Sky. Oppure devo pensare che non avesse il numero di telefonino di Don Gel Scariolo? Glielo potevo benissimo dare io. Così anche me lo salutava e gli faceva a nome mio i complimenti. Invece la Gazzetta ieri – bontà sua – ha regalato solo poche righe a De’Longhi-Orlandina 82-56 (2-0 nella serie al meglio dei cinque duelli) trascurando la cosa più importante e cioè che Marco Sodini senza soldini non ha potuto utilizzare uno dei suoi due americani, Brandon Triche, che quando gli va proprio male segna 30 punti a partita.