La Reyer è di nuovo in finale e l’altra volta fu scudetto

Ancora al salto della palla a due tra Mathiang e Watt mi domandavo quale Reyer avrei visto stasera. Con Napoleone Brugnaro e la bella Stefania seduti in prima fila. Neanche la Vanoli c’entrasse poco o nulla in questo duello al crepacuore. Perché la Reyer di gara 1 con Cremona avrebbe potuto mettere nel sacco anche la testa di Sassari, mentre quella delle tre partite successive sarebbe stata solo da prendere a sberle. Come MarQuez Haynes che si mangia i primi tre canestri solo per paura. Intanto c’è subito Travis Diener che sta senz’altro meglio di me, semmai mi sembra un po’ esausto. E poi hanno il coraggio di dire che nessuno è più piangina di Pianigiani in Italia. La Rai per la diretta ha scelto la quarta rete, ma devo essere sincero: avrei comunque scelto Trigari e Sconochini su Eurosport. Strepitoso il greco: tre triple di Michael Bramos in un amen e Venezia che vola sul 12-20. C’è anche il ballerino Austin Daye dopo che pure Valerio Mazzola ha fatto la sua parte. La squadra di MaraMeo Sacchetti sta a guardare incantata. Come il suo allenatore. Solo Wesley Saunders fa bottino, ma ovviamente non basta. Cremona è anzi doppiata 12-25 alla prima pausa. Prova Michele Ruzzier (nella foto con il cittì sconsolato) a dare la scossa a un quintetto che la difesa oro-granata ha spento e sfasciato. Nemmeno l’mvp dell’irregular season, Andrew Crawford, sa essere brillante. Si scioglie dalle catene Stefano Tonut che vorrebbe spaccare il mondo e ultimamente ci riesce quasi sempre. All’inizio del secondo quarto la Reyer s’acquieta, anche troppo, sperando che non s’addormenti sul più bello. Come sovente le capita. E comunque la Vanoli risale dal meno 16 (14-30) al meno 10 (20-30) senza far nulla d’eccezionale. Mathiang si lamenta di tutto e gli arbitri lo lasciano brontolar. Venezia non segna più e quando si risveglia non so se Lanzarini o Vicino, uno peggio dell’altro, credo Alessandro Vicino, annulla un canestro a Daye perché forse s’è appoggiato con la spalla al corpo di Aldridge. Walter De Raffaele se la ride per non piangere. Vidmar è pure meglio di Watt: il colosso sloveno arriva stavolta persino a schiacciare la palla dentro la retina a due mani (24-37). Della qual cosa sembrava che non ne fosse più capace. Ruzzier è un guaio, Diener è cotto e senza regista prova allora Crawford a far ragionare una squadra senza idee e fisicamente alle corde. Dodicesimo punto di un irresistibile Daye, anche una bomba micidiale di Tonut e all’intervallo lungo Venezia naviga in acque molto più tranquille (33-47). Fossi Ray-Ban chiuderei nello spogliatoio Haynes e butterei via lo chiave. Oppure, più elegantemente, lo farei accomodare accanto a Biligha in panchina con la copertina di Linus sulle ginocchia e non lo farei più alzare nemmeno durante i time-out. Secondo tempo e Haynes è invece sul parquet, risbaglia un altro tiro e niente. Al contrario Saunders (16) ci riprende gusto, ma forse è l’ultima fiammata della Vanoli perché lo show di Daye continua, giganteggia ora Mitchell Watt e Julyan Stone ha ammanettato Crawford. Adesso è +18 (38-56) a metà del terzo periodo. Anche 42-65 e una domanda estemporanea: come farà Sacchetti a lasciare a casa Tonut e a portare invece Della Valle in Cina? Ma avremo tutta un’estate per parlarne. Piuttosto adesso ve lo posso confessare: se la finale tricolore fosse stata Cremona-Sassari sarei andato al fresco in montagna e avrei fatto una toccata e fuga solo martedì e giovedì a Treviso per De’Longhi-Orlandina. La partita è finita da un pezzo come sempre quando Cremona non è sorretta dal tiro da tre punti (2/16), ma va per lunghe soltanto per colpa del tabellone guasto e non del black-out di Venezia che stavolta non c’è stato. Quarto quarto senza storia con la Vanoli che al massimo s’è avvicinata a sette punti (69-76) a meno di cento secondi dalla sirena. E sfida chiusa (69-79) da chi l’aveva aperta e da chi se non Mike Bramos: ventidue punti e mvp indiscusso dell’incontro, ma anche Austin Daye (20) ha giocato una signora partita. La Reyer è di nuovo in finale dopo due anni. Quando s’impose su Trento. Stavolta avrà come ultimo ostacolo da saltare oltre la siepe dello scudetto il Banco di Sardara e di Pozzecco. Al meglio delle sette gare. Sarà molto più dura, ma non impossibile.