Contro Paternicò era scritto che la Virtus avrebbe perso…

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Non so cosa mi abbia preso stamattina, ma, addentando la brioche (vuota) al bar sotto la galleria e sorseggiando la spremuta d’arance, ho allungato la mano sulla Gazzetta che nessuno si sognava di leggere e l’ho sfogliata sapendo benissimo che mi sarei fatto del male e che mi avrebbe sicuramente rovinato la giornata. Masochista che non sono altro. Una trentina di pagine nerazzurre: il terribile Luigi Garlando che scrive per i bambini (poveretti) e Righetto Sacchi che scrive per se stesso, l’insopportabile Amadeus e Benito La Russa, il peggio del peggio. Gene Gnocchi al quale avanza anche di fare lo spiritoso: “Finale di Champions in cifre: la rosa di Inzaghi costa 240 milioni di euro, quella di Guardiola 924. Al mese.”. Dimenticandosi sempre che il club cinese degli Zhang ha oltre un miliardo e due di debiti. Filippo Ganna ancora ai box e Silvio Berlusconi ancora in ospedale. Marcell Jacobs col motore ingolfato penultimo a Parigi e una sola domanda: come ha fatto a vincere l’oro olimpico dei 100? Mi risponderebbero volentieri i giornali inglesi. La Cornacchia (Filippo) che non lascia in pace Max Allegri nemmeno quando gioca alla roulette di Montecarlo. Lo vogliono in Arabia Saudita? Ma che ci vada di corsa: piuttosto che stare anche solo un minuto con John Elkann allenerai anche Cristiano Ronaldo all’AlNassr. E il basket? Un secondo e c’arrivo. Prima però mi sarebbe piaciuto sapere dal Foglio rosa se la finale del Mondiale under 20 di La Plata tra la bella Italia e l’Uruguay la faranno vedere domani sera alle 23 in televisione. Ve lo dico io: in diretta su Raidue. Impazzendo per Simone Pafundi del 2006 e dell’Udinese.

La Gazzetta ha dedicato oggi addirittura due pagine alla prima finale tricolore: per forza, ha vinto l’Armani che la foraggia abbondantemente. Quindi nessuno se ne sorprenda. Mentre Repubblica si è sprecata con quattro righe di numero: “Si apre con il successo 92-82 dell’Olimpia Milano sulla Virtus Bologna la finale scudetto del basket. Miglior marcatore della serata Shabazz Napier (22 punti), 19 per Belinelli. Domani gara 2, sempre al Forum d’Assago (ore 18)”. Tutto qui? No. Perché Walterino Fuochi ha scritto, e bene, come al solito, sull’inserto di Bologna un pezzo dal titolo: “La Virtus alla fine cede in difesa ma non è stata una batosta”. Una batosta proprio no. Dal momento che a metà dell’ultimo periodo le due squadre erano ancora 69 pari quando Isaia Cordinier e lo stesso Marco Belinelli si sono imbizzarriti nelle triple al contrario di Devon Hall che non ha invece più sbagliato un colpo. E non solo la Segafredo di Daniel Hackett aveva chiuso il primo tempo serenamente con la partita quasi in pugno (36-44), un Milos Teodosic in stato di grazia e uno Shengelia incontenibile sotto canestro, ma soprattutto era partita fortissimo (6-16) nonostante ben cinque tiri liberi buttati via dalla lunetta. Quando è successo quello che era facile prevedere o che almeno io non vi avevo da largo tempo nascosto. Ovvero le due mani di Carmelo Paternicò che furtivamente s’allungavano su una gara 1 tricolore che Citofonare LaMonica non avrebbe mai dovuto fargli arbitrare dopo i fatti e i misfatti del Palaverde (lo sfondamento d’Adrian Banks) e che l’Armani d’Ettore Messi(n)a non avrebbe mai potuto perdere come due anni fa nel palasport alle porte di Milano.

Spiace dirlo, ma è stato così anche se adesso non vi pare e se nulla toglie, per carità di Dio, al successo dei campioni d’Italia che nel quarto conclusivo hanno giocato un’ottima pallacanestro con un quintetto imperiale: Napier (voto 8), Hall (7.5), Shields (7), Melli (6.5) e Voigtmann (7-). Ma il nostro Carmelito, siciliano come il Messina da Catania, aveva firmato – c’è poco da fare – insieme ad un fantastico Datome (7+) la rimonta dal 9-19 al 21-19 e il parziale di 12-0 in favore delle scarpette rosse. Della qual cosa ovviamente il timido Bartezzaghi sulla Gazzetta non ha fatto il minimo accenno e questo desta ulteriori sospetti. Perché Paternicò in effetti (rima baciata) non ha assegnato i due punti a Belinelli per una palla che Melli aveva spazzato via dal canestro dopo che aveva già toccato il tabellone. E ancora: Shields che sbatte a terra a due mani Teodosic innervosendolo e Paternicò che invita Er Monnezza a rialzarsi senza far tante storie. Piccoli, grandi aiuti che Andrea Meneghin non ha mancato di sottolineare in tutta onestà: “Non sono d’accordo con gli arbitri” e che senz’altro pagherà come in passato con un cartellino giallo da parte dell’ufficio-stampa dell’Armani che spero per lui non diventi domani rosso.

In verità non era mai accaduto prima di ieri che Manuel Mazzoni punisse con un tecnico Ettore Messi(n)a che lo insultava vis-à-vis come ha subito ricordato Focherello Fuochi. Mentre il terzo arbitro, Mark Bartoli, deve aver dimenticato durante l’intervallo il fischietto nello spogliatoio: capita. E comunque non sarebbe male che si tornasse a dare i voti pure ai fischietti come in passato. Non so: Mazzoni 6 e mezzo, Paternicò dal tre al quattro, Bartoli senza voto. O come adesso io li sparo un po’ a tutti scendendo dall’8 di Andrea Meneghin al 3 di Paolo Bartezzaghi al quale Andrea Tosi (6.5) non può fare la riserva così come il simpatico Carlo Pinzoglio non ha mai sostituito Buffon o Szczesny tra i pali della Juventus. Al Messi(n)a eccezionalmente avrei stavolta anche allungato un bel 7 in pagella se non avesse fatto giocare a Tonut 17 secondi e a Baldasso ancora meno. Però non posso neanche non bocciare con un 4 l’amato Stefano Tonut che ha tanto smaniato per andare a Milano e lasciare Venezia dove stava da papa. Anzi, da patriarca. L’enigmatico Bartezzaghi, e ridagliela, sì ce l’ho con lui, ha promosso Mouhammadou Jaiteh con un 6. Ma che partita ha visto? Io invece gli do 4 e sono già stato largo di manica. A domani, alle 18, per gara 2. Ovvero l’ultima spiaggia forse per la Virtus se vuole scucire lo scudetto dalle maglie dell’Armani sulle quali Panta-panta-panta leon-leon-leon Dell’Orco con la pancetta vorrebbe appiccicare pure la terza stella. Arbitreranno Saverio Lanzarini, Guido Giovannetti e Edoardo Gonella, la miglior terna sulla carta possibile e i(ni)mmaginabile. Chiudendo con una notizia di mercato per non perdere il vizietto: Giovanni De Nicolao lascia Varese e s’avvicina al fratello maggiore Andrea che ha rinnovato per altre due stagioni con la Reyer. Giocherà nella nuova Treviso di Frank Vitucci. Canestri d’auguri.