E se Cancellieri prendesse il posto di Repesa all’Armani?

Mortimer

Ma quanto la fate lunga con la storia del biscotto di Pesaro che non sta né cielo né in terra? Anche se capisco che a Cremona l’abbiano presa molto male la retrocessione della loro squadra dei canestri. Al punto che, quando in città si è diffusa la notizia che a Pescarolo, nel cremonese, erano stati rubati mille pannelli solari, in molti sono arrivati a immaginare che i ladri fossero tifosi di basket e volessero fare un dispetto a Livio Proli che – è risaputo – vuole essere sempre abbronzato. Anche d’inverno. Come Carlo Conti. Non fosse altro perché così la smetto una volta per tutte di chiamarlo Livido. In verità sono stati arrestati quattro marocchini che spedivano con le navi i pannelli fotovoltaici in patria per installarli poi nel loro deserto. Dove il sole non manca di certo e la produzione d’energia elettrica è un business. Scherzi a parte, penso sul serio che Proli sia più arrabbiato dello stesso Vanoli per la sconfitta dell’Armani a Pesaro che è la settima stagionale, la terza di fila in trasferta e la quarta nelle ultime sei partite. Una vergogna insomma per una squadra che si allena poco e male. Che prima aveva la scusa dell’EuroLega, dalla quale è uscita con le ossa rotte e il cucchiaio di legno, e adesso degli infortuni a catena che magari sono un alibi di ferro per Gelsomino piangente Repesa, però non spiegano tante battaglie perse senza metterci il cuore. E Proli, contrariamente all’Alice di De Gregori che guarda i gatti, tutto questo lo sa. Così come non credo di doverglielo ricordare io che domenica il secondo quintetto dei resti di Milano era comunque, bene o male, composto da Kalnietis, Simon, Cerella (Abass), Pascolo e Raduljica. Coi quali qualsiasi allenatore italiano avrebbe battuto Pesaro e vincerebbe lo scudetto non dico a mani basse, ma a occhi bendati dovendo, bene o male, recuperare prima o poi anche Macvan e McLean per i playoff della stagione delle ciliegie. Repesa ha un altro anno di contratto, ma non per questo può stare tranquillo. Anzi, sereno: il secondo aggettivo mi convince molto di più. Anche se il tam-tam del mercato manda segnali poco incoraggianti di un eventuale cambio della guardia sulla panchina milanese. Nomi anche se ne fanno, ma sono sempre i soliti e per il momento sono tutte fumate nere. Proli per esempio non vuol sentire nemmeno parlare di Gas Gas Trinchieri. Che del resto, in rotta con il Bamberg, sogna l’America e un posto d’assistente nella Nba come Ettore Messina. Il quale, se lascia San Antonio, ma non credo, e torna in Europa, ha il Barcellona che gli farebbe ponti d’oro più rassicuranti di quelli dell’Armani. Maurizio Buscaglia ha la penna tra le dita per sottoscrivere il prolungamento del contratto con Trento. Quindi a Milano non si cambia? Non è detto. E la condicio sine qua non è solo legata alla riconquista dello scudetto. Nella testa di Livio Proli si sta difatti maturando comunque l’idea di regalare finalmente un sorriso a Massimo Cancellieri, che mi diverto a chiamare Mortimer, promuovendolo primo allenatore dell’EA7. E l’idea non mi pare proprio malvagia, né bislacca e nemmeno così campata in aria. Tanto più che mi vorrei sbagliare, ma Gelsomino mi pare stanco. Mentre Mortimer mi sembra invece molto motivato, né ha da temere di poter fare peggio di Repesa il prossimo anno in EuroLega. Dove gli basterebbe arrivare penultimo e sarebbe già a cavallo. Ma qui freno. E dal galoppo torno al trotto. Stasera si gioca il posticipo tra il Banco di Sardara e la Reyer di Napoleone Brugnaro e ne aspetto con serenità l’esito prima di perdermi in un mare di spaventosi calcoli per stabilire la possibile griglia di partenza degli imminenti playoff. Però due settimane fa avevo ipotizzato questi accoppiamenti nei quarti: Milano-Capo d’Orlando, Venezia-Pistoia, Avellino-Reggio Emilia e Sassari-Trento. E credo d’averci (forse) indovinato. Intanto, a spoglio in Lega quasi concluso, Vincenzino Esposito ha vinto la corsa al titolo di miglior allenatore dell’anno precedendo sul traguardo di un’incollatura Walter De Raffaele che ha pagato con le due sconfitte di Tenerife in Champions un prezzo troppo salato ad una entusiasmante corsa di testa per tutta la regular season. Mentre l’mvp del campionato dovrebbe essere Marcus Landry (Brescia) che ha battuto Joe Ragland (Avellino) pure d’un soffio. E devo dire in questo caso meritatamente.