Cerco casa a Cantù così il mio sindaco sarà Bizzozero

 

 

cantùGiannino è come Allah: talmente grande che, per convincere il mondo intero che Ettore Messina è il migliore allenatore della storia dello sport in Italia, gli ha fatto vincere il titolo Nba con gli Spurs nel giugno del 2014 quando in tutta San Antonio, non di Padova ma del Texas, quasi un milione e mezzo di abitanti, non trovavi una sola anima viva che sapesse dell’esistenza sulla terra di un certo Ettore Messina che allenava invece il Cska a quasi dieci mila chilometri di distanza. Ovvero a Mosca, capitale della piccola Russia. Ma che dico? Giovanni Petrucci è ancora più grande. Nessuno infatti sarebbe riuscito nell’impresa di non far scrivere da nessun quotidiano questa enorme puttanata da lui stesso sparata in diretta radiofonica. Come avevo del resto già ieri largamente previsto. E non parlo del Corriere della sera, che ben sappiamo da che parte sta allineato, sempre coi potenti e mai contro di loro, ma almeno contavo nel Resto dello Svegliarino di Forlimpopoli, ventitré copie vendute tra ottobre e novembre, col quale non pensavo che il presidente della federbasket fosse invece culo e camicia come con la Gazzetta dello sport. Avesse Carlo Tavecchio fatto uno scivolone del genere, tutti i giornali del mio Stivale, in particolare quelli intellettualoidi di sinistra o molto vicini a Beppe Grillo, l’avrebbero fatto nuovo. Ma per (sua) fortuna  Giannino è il giardiniere di un orticello che basta innaffiarlo una sola volta al giorno per raccogliere zucche e patate e, quando proprio va bene, anche qualche bella cipolla che può aiutarti a piangere per finta. Un orticello al quale l’Italia del calcio guarda ora con scarsa attenzione e nemmeno più, come una volta, dall’alto al basso: semplicemente adesso lo ignora senza più domandarsi spocchiosamente: “Ma questi del basket perché non provvedono almeno a cucire le retine dei loro canestri?”. Da Allah, di questi tempi, è comunque sempre meglio girare alla larga e così cambio il tiro e preferisco accostare Petrucci allo Zio Aurelio. Presso al quale è già corso a ruffianarsi: “Mi raccomando, eccellentissimo De Laurentiis, quando vincerà lo scudetto col Napoli e prenderà il posto del Padre eterno, si ricordi di me e di Napoleone Brugnaro che potremmo stare benissimo al suo fianco per completare la trinità e reggergli la coda”. Un amico l’altro giorno mi ha scritto per chiedermi se per caso il sindaco di San Felice Circeo e quello di Venezia Mestre mi hanno qualche volta sgridato bacchettandomi sulle dita. E per quale motivo? Intanto il mio Brugnetta, come lo chiamano quelli di cinque stelle, ai quali pure in laguna non va mai bene nulla per partito preso, si mangia Giannino in insalata con un po’ di olio e un cicinin di sale. O vogliamo scherzare? E poi lui sa bene che sono più monello che bastardo. Mentre l’ex presidente del Coni non mi legge nemmeno. Come va a tutti dicendo e gli vorrei tanto credere. Peccato che la stessa cosa la raccontasse in giro anche Federico Casarin e quindi non ho ancora capito la ragione per la quale nell’orticello della nostra presuntuosa pallacanestro e nella stessa Reyer è conosciuto da tutti come il Pesciolino rosso. Che, se lo chiami così, si gira di scatto e ti manda a remengo. Il mio primo cittadino ideale non è comunque né Petrucci, né Brugnaro, ma quello di Cantù: Claudio Bizzozero. Al quale voglio esprimere tutta la stima per le belle parole che ha avuto nei confronti dell’immenso Giannino: “Di ciò che pensa su di me un pluripresidente del Coni già dal secolo scorso, nonché capo dell’attuale Fip e pure sindaco di un comune del centro-sud non tartassato dallo Stato, ma privilegiato, non mi interessa proprio nulla. Per dirla come direbbero dalle sue parti “nun me ne po’ frega de meno” di ciò che infatti afferma uno che appartiene a quella genia di personaggi che restano sempre a galla a dispetto di tutto e di tutti. Credo che si sia sentito chiamato in causa quando ho utilizzato il termine “cariatidi”. Ed in effetti non si è sbagliato. Perché mi sembra veramente ridicolo che un mestierante del genere, che per restare ai vertici dello sport italiano ha convissuto per decenni con il peggio, voglia adesso darmi la patente di negatività per una maglietta stampata per il derby con Milano che voleva essere solo un gesto goliardico”. Insomma mi ha convinto a cercar casa nel comune di Cantù, magari vicina a quella di Max Oriani o di Re Carlo Recalcati. Così poi chiedo la residenza e il mio sindaco automaticamente diventa Claudio Bizzozero. Col quale potrei magari anche tornare al Pianella. Adesso che Siena è in A2 e il nuovo patron è Dmitry Gerasimenko. Un mito in Ucraina che diventerà presto leggenda in Italia.