Perché Venezia non ama più la Reyer come dovrebbe?

dmitri

Pensavo, mentre aspettavo che il tabaccaio di Viale Garibaldi mi partorisse un biglietto per la partita di domani, come sarebbe vuota la mia vita senza di loro. E, per questo, teneteveli ben stretti tutti e due: Giannino e Cicciobello. Accarezzatemeli sempre, anche quando hanno commesso qualche sciocchezza. Ovvero 99 volte su novantotto. E tiratemeli su se hanno toccato il fondo e, non ancora contenti d’aver fatto fuori i miei preferiti, Simone Pianigiani da Siena e Dindondan Peterson, vorrebbero prendere pure me per il collo e strangolarmi con tutte le loro forze. Continuate soprattutto a ripetere ad entrambi che sono i più bravi della terra anche a costo che la gente dica che siete i soliti lecca lecca: altrimenti quelli si sparano e poi io con chi me la prendo? Mi domandavo, mentre acquistavo il biglietto per la partita della Reyer contro la canturina, se anche i pesci dormono. Allo zoo del basket ho visto poltrire gli orsi e persino le iene ridens e i serpenti a sonagli. E ricordo che mio padre mi ripeteva sempre: chi dorme non piglia pesci. D’accordo, però adesso che ci ripenso, io lo conosco un Pesciolino rosso che se la dorme di gusto. Sapeva infatti sin da agosto che Tomas Ress prima o poi avrebbe dovuto togliersi l’ernia cervicale che lo piegava in due dai dolori sino a farlo sembrare gobbo, ma non si è nemmeno guardato intorno, dopo che il mio Capitano si è dovuto operare, per vedere di sostituirlo anche se solo per un mese e mezzo. Difatti a Re Carlo che gli chiedeva disperatamente un lungo ha risposto seccato: “Lasciami dormire ed accontentati di Scipioni l’africano”. Che in verità si chiama Simioni Alessandro, è un centro di due metri e zero tre di Abano Terme, come Andrea Crosariol, diciassette anni, ma già una significativa carriera alle spalle. Quale? Domandatelo al presidente Federico Casarin. Sempre che non stia ancora pigracchiando. Pensavo, mentre scucivo dal portafoglio 60 euro che francamente mi sono sembrate esagerate per un posto over 65, anche se numerato, in gradinata al Taliercio, che Re Carlo Recalcati a volte è troppo buono perché va bene lasciarsi scivolare tutto addosso, ma io al suo posto contro Cantù metterei Simioni sul parquet dal primo minuto e lo terrei in campo sino al suo quinto fallo. Così vedrò come la prenderà il sindaco di Venezia che domani, oltre tutto, sarà impegnato in un match mica da ridere con il suo clone russo, il giovane magnate dell’acciaio Dmitry Gerasimenko, per gli amici semplicemente Dima. Un duello a chi si agiterà di più durante la partita e darà più consigli utili all’allenatore. Al quale entrambi si vorrebbero molto volentieri sostituire. Mi chiedevo anche, mentre la Tigre mi sta inseguendo con la scopa in mano e vorrebbe darmela giù per la testa, perché quest’anno la Reyer non ha ancora fatto al Taliercio un tutto esaurito, che ora si chiama sold-out, né in campionato né in EuroCup, nonostante i 500 e più biglietti omaggio, il ritorno in Europa dopo 33 anni, la quasi finale-scudetto della passata stagione, l’attuale secondo posto e il poker di buoni acquisti al mercato di luglio: Green, Bramos, Tonut e Owens. Oltre ai milioni che continua generosamente a sborsare Luigi Brugnaro, questo bisogna riconoscerglielo, e alle trecento agevolazioni per abbonarsi all’Umana. Qualcuno scarica la colpa sull’effetto fucsia, qualcun altro sulla crisi che in laguna si fa particolarmente sentire o sui giovani che preferiscono lo spritz alla palla nel cestino. Sia quel che sia, resta il fatto che non serve un nuovo palazzetto se nel vecchio 3.506 posti, cioè il tetto della capienza, bastano e avanzano. O forse a Mestre e a Venezia sono diventati tutti professorini e laureati in pallacanestro? E c’è troppa gente in parterre con la puzzetta sotto al naso? Questo e quello. Ed è comunque vergognoso che una delle prime tre o quattro squadre d’Italia non abbia numericamente il seguito e l’entusiasmo che invece si meriterebbe. Che poi io rispedirei domani a casa sia Goss che Jackson, e prenderei un pivot come Gani Lawal, che nel frattempo ha trovato casa nella D-League, è un consiglio che mi sono solo permesso di dare un mese fa al Pesciolino rosso e che ovviamente lui non ha potuto sentire. Dal momento che o stava dormendo a bocca aperta o stava nuotando nella boccia di cristallo piena d’acqua. Post scriptum: non mi sono dimenticato della hit parade degli allenatori di novembre. Della quale magari parlerò domani. Vi anticipo solo il podio: 1. Cesarone Pancotto, 2. Mauri Boscaglia, 3. Enzino Esposito, il mio caro ex Bonsai di Caserta.