Non potendo più andare a Gerusalemme liberata, o liberatasi di lui, Matteo Salvini stasera sarà da Vespa a Porta a Porta. Peccato che me lo perda. Stasera infatti vado a teatro a vedere il Don Giovanni di Molière interpretato e diretto da Alessandro Preziosi. E poi? Una pizza sotto casa? E dopo? Quattro passi, altrimenti la prosciutto e funghi (con un’acciuga) mi resta sullo stomaco e mi agito tutta la notte. Però lo potresti sempre registrare? Cosa? Il teatrino del leader del Carroccio su Raiuno. Almeno ci fosse con lui il Trota. E comunque non ci penso nemmeno: ho altro da dare in pasto a My Sky. Per esempio? Limoges-Milano di Eurolega, dove se l’Armani non vince è fuori. E poi? C’è Italia-Olanda di baseball. Oppure Mali-Nigeria under 17 di calcio. Oppure un bel film: anche Pensieri pericolosi con la meravigliosa Michelle Pfeiffer. O, meglio ancora, Amore bugiardo. Perché no? La notte è piccola per noi, troppo piccolina. Come cantavano le Kessler Zwillinge, 158 anni in due, il sogno erotico di quand’ero ragazzino. Fare piccoli partiti non è di sinistra dice Matteo Renzi contro la Cosa rossa di Stefano Fassina. Perché lui è per caso di sinistra? Ma cos’è la destra e cos’è la sinistra? Questa la cantava Giorgio Gaber che era di sinistra e aveva una moglie, Ombretta Colli, senatrice di Forza Italia per due legislature. Un pacchetto di Marlboro è di destra, di contrabbando è di sinistra. E chi fumava come me le Marlboro di contrabbando? Probabilmente una via di mezzo: forse un democristiano di ferro come non ne esistono più nemmeno in Veneto? Scende la nebbia e chissà se stasera sarà come ieri a Sant’Elena. Difatti il giovane arbitro che veniva da Asti non voleva fischiare il calcio d’inizio del derby tra Venezia e Mestre. Però s’intravedeva da curva a curva alle 20.30. E c’era tanta gente, più di quattromila, per una partita di quarta serie. La Sud del Venezia esaurita, la Nord arancione quasi. Uno spettacolo. Davvero. Di bandiere e bengala. In quel caigo che no te digo. Tanto che anche la nebbia si è solo affacciata curiosa sul vecchio stadio nell’isola e non è calata dispettosa sull’erba del Penzo quasi volesse pure lei stare a guardare con discrezione il derby. Che alla fine si è giocato. Anche se con 40 minuti di ritardo. Poco male: all’attico della tribuna la società di Joe Tacopina aveva allestito un buffet regale preparato dal Graspo De Ua, lo storico ristorante di Rialto, e così ho potuto tranquillamente fare anche il bis di uno spezzatino squisito. Contemporaneamente al calduccio in terraferma la napoleonica Reyer affrontava il Saragozza in Eurocup, ma qui, al Taliercio, il palasport non era pieno: c’erano infatti sì e no duemila e cinquecento oro-granata. Molti dei quali già fastidiosamente critici nei confronti della bella squadra del sindaco Brugnaro. Che in verità ha perso di due punti (77-79), mentre il Venezia dell’avvocato di Brooklyn ha vinto per 1-0. Magari anche immeritatamente, ma di questo giudizio non dovete fidarvi troppo: in fondo sono sempre un veneziano di Mestre. Come la barzelletta che un giorno vi andrò a raccontare.