Wanna Marquez e Cipollino Salvini, due facce da schiaffi

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Mi diverto, leggo e scrivo. Ergo sono. E pensatela pure come volete. Ma se c’è una cosa che mi fa impazzire, come canta Mina, è che un giornalista non possa criticare i suoi simili. Forse perché can non magna can? E allora sto coi gatti. Anche se non mi piacciono quelli che li trattano come figli. “Vieni da mamma che ti ha preparato la pappa”. Ma per piacere. Adoro invece gli aforismi e per questo comprerò il libro di Roberto Gervaso che nasconde nel titolo una grande verità per un egoista cosmico come sono io, ma in folta compagnia: La vita è troppo bella per viverla in due. E pazienza se Farfallino è stato un uomo di punta della P2 di Licio Gelli. Come del resto Maurizio Costanzo e Silvio Berlusconi. Che alla loggia massonica aderì il 26 gennaio del 1978 e di tessera aveva il numero 1816, ma non pagò mai, racconta lui, neanche la quota d’iscrizione. Oggi il Venerabile ha 96 anni e di Matteo Renzi dice: E’ un bambinone che durerà poco. Staremo a vedere. Un aforisma di Gervaso: il giornalismo è il più bel mestiere del mondo anche per chi non sa scrivere. Concordo in pieno. Ma chi sa scrivere? C’è solo un modo di scrivere: bene. E anche questo è verissimo. A Gelli, come a Galan, che nel duemila è stato votato da un milione e mezzo di veneti, e adesso se lo sono già dimenticati tutti, hanno sequestrato la villa d’Arezzo che si chiama Wanda. Adoro gli aforismi almeno tanto quanto i soprannomi. Di Tonino Zorzi (il Paron) e di Riccardo Pittis (Acciughino) ho persino il copyright. Ovvero i diritti d’autore. Insomma pagare per copiare. E così, a proposito di Wanda, mi sono tempo fa inventato la Banda Osiris e ora vorrei stringere la mano a quel genietto che ha appiccicato all’odioso Marquez il nomignolo di Wanna Marquez. Che ha una faccia da sberle pari soltanto a quella di Matteo Salvini che Massimo Boldi chiamerebbe Cipollino e lo prenderebbe, come si merita, per il sedere. Non ho ben capito se ieri sera Cipollino sia stato dal dottor Vespa: Porta a porta non la vedo. E poi sono stato a teatro. Come vi avevo anticipato. Alessandro Preziosi è davvero bravo. E pure bello come ha sospirato la mia vicina di poltrona. Il che non guasta. Un Don Giovanni di Molière molto ben interpretato secondo il mio modesto parere. Non un seduttore seriale di donne, ma piuttosto un amorale che disprezza gli ipocriti di professione. E qui sfonda una porta aperta. In fondo dongiovanni siamo un po’ tutti. Basta non essere proprio brutti. Come l’invecchiatissimo Cainano. E allora diventi un puttaniere. Domani andrò al funerale di Michela. Che era una gran donna. Che lottava per i diritti delle donne. E mi piaceva per come la pensava. Lo so, c’entra poco in questo contesto, ma lo stesso volevamo dirle, Marisa e io, che le volevamo bene. E che lieve le sia la terra.