Travaglio, Valentino, Acciuga, Giannino: è un bel casino

Glielo dite voi o, come al solito, devo dirlo io a Marco Travaglio che per il suo bene deve mettere subito il piede sul freno e schiacciarlo sino in fondo? Altrimenti rischia davvero di finire giù nel burrone trascinandosi dietro il Fatto Quotidiano, di cui è vicedirettore, che sta perdendo copie a rotta di collo e, se va avanti così, anche potrebbe chiudere. Come è già successo ahimè quest’estate all’Unità. Tanto più che il Fatto non riceve alcun finanziamento pubblico, e questo gli fa grande onore, ma i giornalisti e i collaboratori devono anche mangiare almeno una volta al giorno e non è che col fumino dell’arrosto che arriva da lontano ci si può saziare e anche sfamare i figli. Va bene mettere in croce tutti i giorni il mondo intero, dal Pregiudicato Silvio al Lupetto Mannaro, dal capo dello Stato a quello della Liguria, da Moggi a Marmotta, ma non ti sembra, caro Marco, ultimamente d’aver un po’ esagerato pisciando talvolta fuori dal boccale? Io non ti dico, per carità, che devi fare come Giannino Petrucci, il presidente della nostra pallacanestro, più tua che mia, che in merito al suo commissario tecnico inquisito per evasione fiscale, Simone Pianigiani, crede d’esserla cavata dichiarando a Repubblica: “Se uno tace non sbaglia mai. E io non parlo”. Peccato che in passato abbia spesso e volentieri sparlato come una portinaia del Montepaschi di Siena e dei suoi mascalzoni. E comunque non è che Travaglio con Claudio Burlando ci abbia fatto una bella figura giovedì sera a Servizio pubblico. E difatti lo stesso (ex) amico Santoro l’ha ripreso di brutto. In più ha sbagliato a lasciare la trasmissione come uno Sgarbi qualsiasi. Così come neanche vi racconto quel che ha combinato ieri sera col Sassuolo il vostro grande allenatore della Juve che, in una settimana di collettiva follia, avevate paragonato al mio Conte Antonio. Anzi, eravate anche andati oltre: Acciuga è forse persino più bravo. Sì, magari a briscola o a tressette con il morto. Ma non mi voglio lo stesso rovinare la domenica dopo che di buon mattino a Phillip Island, nella magnifica Australia, ha stravinto il Ricciolino che più amo al mondo dopo mio nipote Rocco che il sette di questo mese ha compiuto tre anni. Sì, ma è caduto Marquez, subito vi ho sentito puntualizzare. E allora sapete cosa vi dico? Io mi tengo ben stretto Valentino Rossi, anche se è nerazzurro, ma nessuno nasce perfetto, e a voi lascio molto volentieri Acciuga Allegri. Che nel secondo tempo di Reggio Emilia ha rimescolato la Juve in tal modo che alla fine non ci ha capito più niente nemmeno lui. Mentre il rapper Moreno cantava Che confusione, “sarà perché ti amo”, e la Signora che fu del Conte Antonio pareggiava con l’ultima in classifica, che ha beccato sette gol dall’Inter, appisolandosi sul materasso più soffice della serie A.