Petrucci in guerra con l’Armani? Se lo vedo non ci credo

 

tanjevic

Ho messo da parte un inserto del Corriere della sera. Dal quale ho appreso consigli utili per frenare il mio rincoglionimento galoppante.  “Il cervello resta più sano se nella terza età lo usiamo attivamente. E non basta il sudoku, occorre fare cose davvero coinvolgenti: per esempio continuare hobby o attività professionali”. Ora non so neanche cosa sia il sudoku. Così come non ricordo d’essere mai riuscito a risolvere un rebus della Settimana enigmistica. Scrivere è invece il piacere della mia vita. E non importa se non ce la faccio sempre a farmi capire e se il pezzo mi viene spesso male: adesso so che mi fa bene alla salute e per questo oggi ho deciso di raddoppiare il mio impegno di pennivendolo un po’ cialtrone e umorale. Dopo il calcio e la Var o il Var, scegliete voi come meglio vi sfagiola, mi tuffo allora nella pallacanestro. Che ultimamente mi ha fatto parecchio arrabbiare. E questo non è bello perché nuoce al fegato e pure alla memoria. Restando al Corrierone, che ho aggiunto alla mia mazzetta di quotidiani, tanto per un euro e mezzo in più al giorno non andrò certo in rovina, ho letto con gusto un’intervista a tutta pagina (57) di Daniele Dallera e Roberto De Ponti, numero uno e due della redazione sportiva, a Giannino Petrucci. Meglio le domande delle risposte: questo è pacifico. Anche se, a scusante del mio caro presidente federale, ci sono stati due anni di dittatura messiniana dalla quale, lo capisco, è difficile uscire in quattro e quattr’otto anche per uno che ha la scorza dura e che un tempo, prima d’essere plagiato dal cittì tutto d’un pezzo, chiamavo il tiranno di Valmontone. Con Messina invece era diventato un agnellino che gli lasciava fare tutto quello che voleva. Al punto persino che Ettore ha deciso, prima di volare in Texas, il suo erede al trono, MaraMeo Sacchetti, oltre all’allenatore della femminile, Paperoga Crespi, e gli ha creato grossi problemi con Bau Bau Mann al quale Petrucci è sempre stato fedele e legatissimo. Quasi al guinzaglio. Difatti oggi, finalmente libero, ha ribadito: “La Fip non può far altro che seguire le indicazioni della Fiba. EuroLega è un ente privato. E le finestre aperte alla nazionale, come concetto, non sono sbagliate”. Domanda intelligente: dunque sta preparando la guerra a Milano? Risposta dalla trincea: “Nessuna guerra, solo una puntualizzazione delle regole”. Ossia che se Sacchetti convocherà qualche o tutti i giocatori di Simone Pianigiani, gli azzurri, da Pascolo a Cusin, ma anche Abass e spero non ancora Cinciarini, dovranno rispondere “obbedisco” e mettersi sull’attenti a disposizione. Rinunciando a qualche partita dell’EuroLega. Anche se sinceramente non me lo vedo Petrucci contro Armani e Proli. E neanche MaraMeo. Semmai Tanjevic, ma questo è un altro paio di maniche. Boscia è l’uomo giusto al posto giusto: su questo non ci piove. Sono anni e anni che vado predicandolo. E, se dio vuole, per una volta Giannino mi ha finalmente dato retta. E quindi non roviniamoci la festa con questi discorsi bellici. E, piuttosto, rimbocchiamoci tutti le maniche. Cominciando ad ammettere gli errori commessi in due anni di vacche magre e di risultati peggiori di quelli precedenti. Perché questo non l’ho ancora sentito ammettere da nessun giornalista del BelPaese. Escluso il vostro pennivendolo da strapazzo. Che ogni tanto anche se la tira. E’ vero. Come insegna Vittorio Feltri. Che non mi può essere simpatico, ma non è uno che di certo ha bisogno di sbrodolarsi addosso per convincere la gente d’essere una bella penna. A volte urticante e odiosa. Ma quando ci vuole ci vuole. O sbaglio? Alla fine dell’intervista però il pieffe di Valmontone si è sciolto. Era ora. E ai due amici che gli chiedono: “Secondo lei è davvero Petrucci l’uomo giusto per rilanciare il basket italiano?”. Risponde: “Lo è, e non secondo me”. Secondo chi allora? “Secondo quelli che mi hanno votato”. Non la pensano così quelli che dicono che lei ha fatto il suo tempo. “Se io ho fatto il mio tempo, gli altri non sono ancora nati”. Sempre per la serie: bisogna pur tirarsela ogni tanto. O no? E’ passata un’estate dallo scudetto della Reyer di Ray-Ban De Raffaele (20 giugno). Oggi è autunno, vedo una foglia cadere e da domani si torna a giocare. C’è la SuperCoppa a Forlì: Venezia contro Sassari e Milano contro Trento. Chi vincerà? Impossibile dirlo: tutte e quattro le squadre sono molto cambiate e non conosco tutti i nuovi stranieri. Di sicuro so una cosa: che con Tanjevic il buon Giannino ha fatto un affare. D’oro.