Darebbero fuoco persino al Patto per salvare Venezia

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Valli a capire questi politici. Io ci rinuncio. Come quei democratici lagunari, ai quali spesso e volentieri ho dato il voto, uomini di sinistra e di spessore, pensavo e mi sbagliavo, che ora accecati dall’odio per il boyscout di Rignano sull’Arno e legati al carro dei frustrati di turno, Gattopardo D’Alema e Leopardo Bersani, non solo votano No assieme a Salvini e Grillo, sperando di salvare il posto in regione o in comune, ma adesso osteggiano anche Napoleone Brugnaro e il Patto di Venezia. Come ho letto oggi sul Gazzettino che è fatto sempre più coi piedi e che stavolta almeno non ha sparato in prima pagina il rugby con tanto di foto a colori. Forse perché l’Italia di Conor O’Shea ha perso a Padova con Tonga. Che ve lo spiego io dove si trova: in Polinesia ed è un insieme di 53 isole abitate da poco più di centomila sudditi di Re Tupou VI. Neanche la metà di quelli che risiedono in provincia di Rovigo. Dove la palla ovale era vita e cultura. Come la raccontava bene il bellunese Marco Paolini. Neanche io vado matto per Matteo Renzi. Sia chiaro. Ma voterò con una molletta sul naso: è poco ma sicuro. Soprattutto ora che il Cainano si vuole ricandidare. Ma non era morto? Nemmeno questa me l’avevate raccontata giusta. Prima domenica d’Avvento e son contento perché 457 milioni in due anni per Venezia non sono bruscolini di questi tempi. Li ha promessi ieri Renzi al sindaco della mia città d’acqua e di terra. E ha firmato. Nero su bianco. No, la cosa non è piaciuta al Pd lagunare. Che progettò il Mose con Giancarlo Galan e poco altro ha fatto nel trentennio in cui ha governato senza accorgersi che intanto Venezia gli stava morendo sotto agli occhi. I fondi serviranno per scavare il canale Tresse Nuovo e dirottare le navi da crociera lontano da San Marco. O per costruire a Mestre finalmente una stazione sopraelevata e decente. E’ ovvio: mezzo miliardo non basterà. Ce ne vorranno minimo un’altra trentina di miliardi di euro grazie alla legge speciale. Ma almeno qualcosa finalmente si sta tentando di fare per salvare Venezia. No, ai bersaniani e ai cacciariani il Patto è andato di traverso. Per partito preso. E solo perché l’hanno raggiunto i renziani con Brugnaro. Ed è qui che proprio non li capisco e in una frazione di secondo li mando tutti quanti a remengo. Con un bel calcio nel sedere dato dal mio folle Scacciapensieri. Che torna oggi in edicola dopo una lunga pausa di riflessione. Come dicono i politici che fissano il soffitto e ci vogliono far credere che stanno escogitando qualcosa di speciale per il nostro bene. Nel frattempo Gianni Mura boccia su Repubblica il black friday con un due di voto. Ma ho il dubbio che l’illustre collega neanche sappia cosa sia il black friday. Io so invece che venerdì all’ipermercato con neanche 400 euro mi sono comprato un 48 pollici a schermo piatto di marca. Mentre due piattini di bigoli in salsa Da Fiore in Calle del Scaleter a lui e a sua moglie non sono costati meno di 60 euro senza sconto e senza vino. Ognuno insomma risparmia dove meno gli pesa e critica dove più gli pare e piace. Anche se di politica, tivù e cucina come me non ne capisce un tubo.