Tanti auguri, e Papa Francesco si toccò i due ladroni

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Lo so che mi mancherà. Ve l’ho già confessato ieri. E non occorre che Fiorello si tocchi: scoppia di salute ed è in grandissima forma. Ma è purtroppo la sua Edicola che chiude domani e farò fatica da lunedì prossimo ad abituarmi di non vederlo più dopo l’alba al bar Ambassador di Roma, in via Flaminia, con Stefano Meloccaro. Che come giornalista sportivo di Sky, e in particolare di tennis, mi diceva poco o nulla. Mentre come spalla dello showman catanese è stato una rivelazione. Ed è anche meglio di Marco Baldini. Infatti i mestieri che fanno oggi più colpo sulle donne italiane sono nell’ordine: 1. il dottore, 2. il pompiere, 3. il pilota, 4. il meloccaro con fard o senza. Come ha rivelato stamane lo stesso Fiorello. Che ha aperto la rassegna stampa del giorno con la notizia di Papa Francesco al quale tutto il mondo ha già cominciato a fare gli auguri per gli ottant’anni che il Santo Padre compirà tra due giorni. “Ringrazio tutti – ha dichiarato ieri Bergoglio -, ma adesso dirò una cosa che vi farà ridere: anche nella mia terra fare gli auguri in anticipo porta iella”. Ed è qui che quella canaglia di Fiorello ha cominciato a chiedersi divertito: “E poi cosa si sarà toccato? Non dirmi. No, quelli nooo. Massì, diciamolo pure: Papa Francesco si è toccato i due ladroni”. Fantastico. E ora fatevi anche il segno della croce se siete baciabanchi e un po’ ipocriti. Come Beppe Grillo che afferma: “Per noi questo governo non esiste”. Perché lui esiste? Almeno una volta mi faceva ridere. Mentre adesso non è proprio più credibile se marcia al fianco di Salvini o di Berlusconi per andare a votare subito. Chi poi? Virginia Raggi che si fa raggirare persino da Paola Muraro? E di notte fa i video e di giorno dorme per stare alla larga dai gravi problemi di Roma capitale che non sa neanche da dove cominciare a risolverli? Viva Fiorello. Almeno con lui non ci si annoia mai. Neanche se ti sei svegliato con la luna di traverso e hai sotto agli occhi le trenta righe di Massimo Gramellini che indovina un Buongiorno su quattro oltre tutto riproponendolo, tale e quale, sabato sera su Raitre. Tant’è che allora ti domandi: ma perché compro la Stampa quando già pago il canone con la bolletta della luce? D’accordo, non è facile far satira. A chi lo dite? Specie se tocchi certe caste. In primis quella dei giornalisti che non sopportano le critiche e sono in questo anche peggio dei politici. Cioè molto più permalosi e protervi. Difatti nel mio piccolo preferisco considerarmi un pennivendolo in pensione che spara ogni giorno cazzate da due soldi piuttosto che un trombone di direttore gonfio di pecunia che si spedisce le lettere altrimenti non avrebbe nessuno a cui rispondere. Se non al suo editore. Che lo paga profumatamente perché scriva quel che vuole lui. Come Urbano Cairo, padrone del Corriere della sera e della Gazzetta dello sport, che ai suoi sottopancia ha imposto d’essere tremendi con la Juve di Agnelli. Anche a costo d’essere omertosi e di non vedere che Gianluca Rocchi da Firenze ha arbitrato domenica il derby indossando un paio di mutandine a strisce viola e granata. Lo stesso colore del cuore che batte forte sotto la camicia del caro Emanuele Gamba di Repubblica. Al quale distrattamente è sfuggito il rigore di Castan su Lichtsteiner che era più grande della piramide di Cheope. Come può anche succedere. Peccato che, se fosse capitato al Toro un furto del genere, ne starebbero ancora parlando a Palazzo Madama. Coi grillini giallorossi e napoletani che saltano sui banchi del Senato assieme a Matteo Renzi per contestare il povero e mite Paolo Gentiloni di mai celata fede bianconera.