Non solo Cervi a primavera, anche Candi e Chris Wright

grissin bon

Patti chiari e amicizia lunga. Altrimenti ci prendiamo solo per il cesto. E lasciamo stare. Tanto nessuno riuscirà comunque a togliermi dagli occhi, e dal cuore, la grande impresa e la splendida vittoria dei miei grissini l’altra sera con lo Zenit di San Pietroburgo. Miei? Sì, perché non si può? Canfora (C10H16O) può spudoratamente tifare per Sacripantibus, Di Schiavi per il Livi(d)o Proli e Oriani per Irina, la moglie di Gerasimenko, mentre io non posso neanche dire che mi sono simpatici i grissini di Reggio Emilia? Siete ridicoli. Come cantavano i tifosi della Bombonera agli arbitri della bella dei quarti di EuroCup: uno spagnolo, uno polacco e uno sloveno. Che in effetti hanno un po’ esagerato con i fischi se la GrissinBon ha sparato dalla lunetta 36 tiri liberi e lo Zenit addirittura 38. Per un totale di 74. Che, se non è un record del mondo, poco ci manca. Cinque falli Cervi e White, quattro Llompart, Markoishvili, i due Wright, Candi e forse pure Reynolds, ma non ne ero proprio sicuro e allora sono andato a cercare su reggionline il tabellino per fugare il mio piccolo dubbio di pennivendolo pignolo, oltre che scomodo, attento e spacca-marroni. Ebbene senza volerlo, lo giuro, l’occhio mi è caduto sulle pagelle dei biancorossi che il sito ha dato nell’occasione a firma Alessio Fontanesi. Che, sia chiaro, non so nemmeno che faccia abbia, né ci ho mai bevuto un goccio d’acqua insieme. Leonardo Candi: partita insolitamente piatta per lui, voto 5,5. James White: cola a picco con il resto della squadra nella disgraziata terza frazione, voto 6. Riccardo Cervi: maluccio, pesano i soli due rimbalzi catturati prima di uscire per falli, voto 5,5. Ora è molto probabile che abbia visto un’altra partita o che di pallacanestro ne capisca persino meno di Proli come sostengono C10H16O e il suo capo: per carità di dio, mica mi offendo. E nemmeno sono permaloso: poco? Però l’insufficienza mercoledì sera l’avrei a malincuore affibbiata soltanto a Pedro Llompart perché con tre stupidi falli si è presto chiamato fuori dalla caldissima contesa nonostante fosse entrato nel primo quintetto e Max Chef Menetti l’avesse preferito a Chris Wright. Patti chiari e amicizia lunga. Altrimenti parliamo d’altro e mi vedo una nuova puntata dei Soliti Ignoti e provo a indovinare che mestiere fa Alessio Fontanesi. Di sicuro merita già una nomination per il prossimo Reverberi essendo oltre tutto, immagino, reggiano e probabilmente pure giornalista professionista. Mentre l’ambito premio, che quest’anno è toccato a Edi Dembiski, che ho ormai imparato a scrivere con la emme prima della bi e non con la i lunga finale, non potrà che essere assegnato nel 2019 a Mario Canfora con questa motivazione: a nessuno stanno sulle scatole come a lui i grissini di Alessandro Dalla Salda. Che, a sentire il mio C10H126O, avrebbe dovuto dare il benservito a Max Chef prima ancora che iniziasse il campionato e solo perché Menetti e Sacripanti non si pigliano da un bel pezzo ed è già tanto se si salutano. Nonostante facciano parte della stessa scuderia: quella premiata di Virginio Bernardi. Che è testimone di nozze, credo, di Ciccioblack Tranquillo e non per questo mi è insopportabile. Al contrario è un piacere cenare con lui. Anche perché è una buona forchetta e a tavola è divertente da morire. Non occorre comunque essere Guglielmo Marconi, come ripete spesso Acciuga Allegri, per capire che la Grissin Bon non è approdata alle semifinali di EuroCup perché ha più culo di quel gran culo di Cenerentola come ha lasciato intendere il figlio napoletano di Papà Urbano che scrive sulla Gazzetta e non su un blog di satira come il mio dove fareste solo bene a non prendermi troppo sul serio. Però ha cominciato a leggerla anche mio nipote Rocco al bar quando, prima di scuola, io mi bevo il solito biberon (un bicchierone di latte freddo con due caffè) e lui si sfoglia il giornale di Mamma Rosa con la stessa passione che ha per la brioche alla Nutella che ogni mattina gli disegna i baffi di cioccolato sotto al naso. E non è bello, caro Canfora, raccontare le bugie ad un ricciolino di prima elementare sostenendo che Reggio Emilia con la vittoria sullo Zenit ha salvato l’annata. Semmai l’ha nobilitata. Pure a nome di tutto il basket italiano. Al punto che, se anche i nostri grissini non riuscissero a conquistare i playoff o a prendere a ceffoni persino lo schiacciasassi Kuban, pazienza. Sono già stati bravi. Anzi bravissimi come Candi in difesa e White in attacco nel primo riaggancio dal 6-15 al 22 pari. Spiegatelo allora voi per favore a Fontanesi che io intanto rincuoro Cervi a primavera ricordandogli che tra appena quattro giorni (20 marzo) inizia la sua stagione. Così come è esplosa mercoledì quella di Chris Wright. Che avrebbe fatto canestro anche nella cruna di un ago.