Non ci resta che il biathlon o altrimenti un buon libro

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Chiedo perdono ai miei aficionados se ieri non vi ho offerto il mio Scacciapensieri quotidiano all’ora in cui abitualmente gli inglesi bevono il tè, cioè alle cinque del pomeriggio di Greenwich, che in Italia diventano poi le sei, ma quasi all’ora di cena che nel Belpaese, dopo il coprifuoco – si fa per dire – imposto dal covid-19, è stata anticipata – mi raccontano al telefono – di una mezzoretta. Perché tutti, stando dalla mattina alla sera in pantofole con la televisione accesa, non vedono finalmente l’ora di potersi sedere esausti a tavola davanti a una bella minestra calda. Esausti? E da cosa? Finitela di lamentarvi. In fondo non si sta poi così male a casa: hai più tempo per leggere un buon libro e per dividere la vita coi tuoi cari. Come fa Max Chef Menetti, qui nella foto e nella sua magnifica casa in campagna che dal poggio gentile domina i fairway e i green del Golf Club Matilde di Canossa alle porte di Reggio Emilia. Il coach di Treviso, una persona davvero preziosa, almeno per me, perché leale e positiva, sta dipingendo di rosso l’aratro assieme alla piccola Alessia e non penso che ci siano tante persone sulla terra che oggi siano state meglio di lui. Forse Ettore Messi(n)a che guadagna almeno dieci-dodici volte di più, ma conoscendolo non credo. Gli ho comunque suggerito di comprare on-line L’estate che sciolse ogni cosa di Tiffany McDaniel, il libro che ha vinto il Booker Prize per il miglior romanzo dell’anno in lingua inglese pubblicato nel Regno Unito, e sono certo che presto mi ringrazierà per il consiglio d’amico. Stavo dicendo, prima d’interrompermi di nuovo, che probabilmente la gente ha cambiato in questi giorni le sue abitudini e molto presto cena perché non ce la fa tutti i pomeriggi a sopportare Barbara Palombelli o Barbara D’Urso e i loro sgradevoli ospiti, virologi da poltrona o saltimbanchi da circo, che ci raccontano sempre le solite storie sulla rava e la fava. In verità ieri ho fatto tardi, come farò anche oggi, perché ieri dovevo cancellare gli avvenimenti sportivi su Sky che ogni lunedì provvedo a registrare per l’intera settimana, e oggi perché mi sono perso nell’accattivante lettura dell’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre di Marilù Oliva. Stop ai campionati di basket e di calcio, arrivederci al prossimo anno per Indian Wells e il Gran Premio d’Australia, niente Nba o Ncaa, niente sci e niente moto. L’Uefa ha oggi rinviato a chissà quando anche la disputa dei match di Champions della prossima settimana e chissà cosa aspetta a decidere di sopprimere anche i prossimi Europei di calcio che sarebbe da incoscienti far disputare in qualsiasi angolo del vecchio continente se persino in Liechtenstein e Andorra, oltre che nella Città del Vaticano e in un convento di suore a Tortona e di cappuccini a Lendinara, è stato registrato almeno un contagio da coronavirus. Che scriverò sempre con la c minuscola come casso (con due esse) perché mi sta proprio sui coglioni. Anche più delle due povere Barbarelle di Berlusconi, il Grande Pregiudicato, appena citate. Però il mio discorso era un altro prima di perdermi dietro a Canale 5 e Rete 4 che, ad essere sincero, ho da un pezzo provveduto a togliere dai preferiti e lo consiglio di fare anche ai miei amici dal momento che mi sta molto a cuore la loro salute. Bene, e già che ci siete, liberatevi anche di Raidue e dell’insopportabile Tg di Gennaro Sangiuliano, culo e camicia con il Cazzaro Verde, che mi faceva andare sempre di traverso la pasta all’olio o al burro che sono le uniche cose che mangio, oltre all’insalata, meglio rossa di verde, da sei mesi a questa parte. Cioè da quando la radioterapia ha cominciato a farmi effetto e mi ha bruciato, oltre alla gola e al palato con ustioni di terzo grado, anche le papille gustative, soprattutto quelle che mi davano il piacere d’apprezzare il dolce e di distinguerlo dal salato. Per carità, tronco subito il discorso. Anche perché – lo ripeto – non cerco la comprensione da nessuno visto che nessuno per sua fortuna può comprendere cosa voglia dire buttar giù fieno con l’acqua del rubinetto a pranzo come a cena. Però anche la D’Urso. Come fa, benedetta, a dire che tutti i carcerati le stanno nel cuore snobbando i coraggiosi poliziotti dei penitenziari che in tre giorni hanno saputo domare ben ventidue rivolte in Italia e che lei ha sminuito chiamandoli volgarmente guardie? Proprio così. E i ladri? Quelli sono alle Bahamas dove col caldo il covid-19 non è ancora sbarcato. Come del resto in Turchia, ma lì c’è il feroce dittatore Erdogan che ve la cerca di condire come vuole. Ecco, sono abbondantemente passate le sei e, saltando d’argomento in argomento e passando da una lunga telefonata all’altra, se volete qui anche mi fermo, ma non mi pare bello: non ho ancora finito mezzo discorso e nel frattempo hanno anche rinviato la partenza da Budapest del 103esimo Ghiro d’Italia organizzato da Mamma Rosa e Papà Urbano che era stata fissata per il 9 maggio. Nemmeno in Ungheria (appena 34 contagi) più ci vogliono e non riesco a dar torto ai fratelli magiari, mentre in Francia si sono finalmente decisi a fermare domani la Parigi-Nizza dopo sei tappe. Robe da non credere. Razza d’irresponsabili. E comunque a questo punto voglio proprio vedere cosa farà Sky Sport che in diretta domani pomeriggio (sabato) potrà offrirci al massimo Sharks-Stormers di rugby che nel Bel Paese vedranno in tre: Roberto Papetti, Domenico Calcagno e Oscar Eleni. Ammesso che il malinconico direttore del Gazzettino e il redattore genovese del Corriere siano abbonati alla tv satellitare ma fortemente ne dubito conoscendo la loro conosciuta generosità. Almeno io troverò  il biathlon su Eurosport e l’ultima gara d’inseguimento della stagione (alle 15.30) da non perdere. Anche se oggi Dorothea Wierer nella sette chilometri e mezzo ha sbagliato tre colpi al poligono, uno a terra e due in piedi, ma soprattutto in un colpo solo ha sparato via la Coppa della sprint e gravemente compromesso la riconquista di quella del Mondo. Perché a Kontiolahti, in Finlandia, sotto una fitta nevicata e a porte chiuse, il che mi fa un po’ sorridere e allora mi correggo al volo, con le tribune deserte e nessun spettatore smarritosi nel bosco, la fantastica campionessa di Anterselva è arrivata eccezionalmente 19esima nella gara vinta dalla tedesca Denise Herrmann davanti alla connazionale Framziska Preuss e alla norvegese Tiril Eckhoff. Che domani non si sa come possa perdere la Coppa del Mondo partendo nella dieci km d’inseguimento 47 secondi prima della nostra azzurra. Servirebbe proprio un miracolo. Incrociando le dita assieme a Dario Puppo e Massimiliano Ambesi che sono il top del top nello sport dello sci con lo schioppo in spalla che ho cominciato ad amare quando ancora nella valle, che da Rasun sale in paradiso sino al passo Stalle per poi scollinare in Austria, nessuno sapeva una parola d’italiano e i due bravissimi telecronisti avevano sì e no una decina d’anni. A domani. Ma non vi prometto più a quale ora. Devo ancora raccontarvi una storia di pallacanestro così curiosa che stenterete a credere che possa essere successa. E buonanotte se non siete già crollati e morti di sonno.