Lunga vita a Giannino che sarà ancora presidente nel 2040

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Guardando la foto che accompagna questo pezzo, in effetti la mia scrivania è un po’ incasinata tra penne e matite, iPad e iPhone, ritagli e foto, block notes e riviste. Ma ho tutto a portata di mano e io mi trovo bene così: nel mio piccolo mondo antico. In cui mi perdo spesso e volentieri. E qualunque cosa peschi alla cieca, m’arricchisce comunque. Oggi i quotidiani non sono in edicola e francamente ne sento molto la mancanza. Soprattutto quella della Gazzetta di Urbano Cairo che è sempre così puntuale nel dimostrare il suo attaccamento all’Inter dei cari cinesini e il suo ammirevole e puntiglioso odio nei confronti della terribile Juventus degli disprezzatissimi Agnelli. Per questo, prima di puntarmi la pistola alla tempia e di premere il grilletto, mi sono messo a scrivere dopo un sacco di tempo anche se è il primo dell’anno. Però non di calcio. Per il quale provo nausea e disgusto dopo gli imbrogli nei Mondiali in Qatar e il mezzo miliardo, non meno imbarazzante, che Ronaldo ha strappato ad uno sceicco per giocare sino al 2025 nell’Al Nassr qualche partita tra scapoli e ammogliati. E un altro mezzo per promuovere il Mondiale 2030 nell’Arabia Saudita e per non morire di stenti. Ma di palla nel cestino. Che resta comunque uno sport magnifico per persone (probabilmente troppo) intelligenti. Nonostante Ciccioblack Tranquillo e la sua Banda Osiris continuino a far di tutto per distruggerlo. E malgrado il momento difficile che il basket sta attraversando in Italia per colpa dei suoi ottusi dirigenti purtroppo sostenuti da giornalisti forse più scarsi ancora. Eppure a Santo Stefano c’è stato il sold out in quasi tutti i palasport della serie A e le partite non erano certo di cartello. Diecimila al Forum per Milano-Varese, novemila all’Adriatic Arena di Pesaro e comunque una media di 4.650 spettatori che la pallavolo, tanto per dirla tutta, se li sogna di giorno e pure la notte. E allora perché i numeri che la nostra pallacanestro raccoglie in televisione su DMAX o sulla Nove o pure su Sky sono invece spaventosamente ridicoli?

Ve lo spiego un’altra volta non avendo adesso nessuna voglia di cominciare il 2023 facendo andare di traverso la cena a qualcuno o passando per quel cattivone che poi in fondo non sono se ieri Dino Meneghin mi ha confessato di volermi bene, come io ne voglio un sacco a lui, e se stamattina i primi a farmi gli auguri sono stati Dan Peterson e Donna Laura. Pesco allora tra i miei ritagli sulla scrivania, di cui non a caso vi ho già parlato, e mi va di stralusso perché mi è caduto l’occhio su un articolo del Fatto Quotidiano che abitualmente non s’occupa di sport, ma “della destra che dice puttanate per coprire le porcate che fa e del centrosinistra che attacca le porcate della destra perché non può più dirle e farle lui” come ha scritto ieri Marco Travaglio nel suo quotidiano e corrosivo fondino di prima pagina. Stavolta invece ecco “Padri-padroni: boiardi dello sport (quasi) per sempre, Tar accoglie il ricorso contro il limite dei tre mandati”. A firma Lorenzo Vendemiale e una foto di 17 per 12 centimetri, misurati col righello, di Giannino Petrucci che straordinariamente non deve però essere “amico fraterno” di Vendemiale se questi ha ricordato sul Fatto “che da anni lo sport italiano è governato dai soliti noti: Petrucci per esempio comanda il basket dal 1992 (con una parentesi al Coni), Aracu e Rossi sono al pattinaggio a rotelle e tiro al volo dal ’93; e Chimenti (golf), Binaghi (tennis), Barelli (nuoto, ora sospeso), la lista è lunga”.

Per la verità Giannino non ha proprio avuto una piccola parentesi al Coni, ma ha governato per quattro mandati consecutivi. E comunque mi sarei lo stesso occupato oggi di lui perché non mi era piaciuta, e glielo avevo detto scambiandoci gli auguri, l’intervista che aveva rilasciato ad Andrea Barocci sul Corriere dello sport di giovedì scorso nella quale il presidente federale di Valmontone ha senza storie messo al muro la Lega di Umberto Gandini, nei confronti del quale soltanto pochi mesi fa aveva manifestato tutta la sua stima, e l’ha impallinata definendola ingenerosamente “deludente” e promettendole di ridimensionarla e delegittimarla a breve. Ora, sia chiaro, la Lega ha molte colpe e non poche nelle ultime strampalate scelte televisive pur con la pletora di tutti i consulenti di cui Gandini si è recentemente circondato. La maggior parte dei presidenti di serie A tira l’acqua al proprio mulino o al massimo s’inginocchia ai piedi del Messi(n)a, ma Petrucci farebbe meglio a tacere in materia dal momento che è stato lui a consegnare la sua amata nazionale tra le braccia di Sky, che l’ha praticamente soffocata, virando solo ultimamente e con grave ritardo verso la Rai con cui non aveva avuto più buoni rapporti dalla seconda se non addirittura dalla prima guerra d’indipendenza.

I boiardi, come li ha ironicamente definiti Vendemiale, per carità non pensate male, altri non sono infatti che degli alti dirigenti “in carica da decenni ai quali sarebbe ingiusto e, di più, incostituzionale togliere la poltrona” da sotto il sedere. “La casta dello sport italiano ce l’ha del resto (quasi) fatta: il Tar ha accolto il ricorso contro il limite dei tre mandati rinviando la questione alla Consulta e facendo così vacillare la legge che nel 2024 avrebbe ridisegnato i vertici delle federazioni”. Mandando a casa i senatori, se non vi piace chiamarli boiardi, in primis Petrucci. Il quale invece tra due anni potrebbe essere rieletto tranquillamente presidente per altri quattro. Oppure, saltando un giro e piazzando nel frattempo un suo vice, potrebbe anche riprendersi la poltrona per ulteriori dodici stagioni. Ovvero in pratica sino al 2040. Quando Giannino andrà per i 95 anni. Beh, questo francamente mi sembrerebbe un po’ esagerato. Pur con tutto l’affetto che gli devo e gli porto.

Ps: domani torna sul parquet la serie A per il terzultimo turno del girone d’andata con Virtus-Olimpia alle 20.30 e un’ora e mezza prima il derby tra Treviso e Venezia. Altri due sold out garantiti al limone che vi andrò a presentare come si meritano prima di volare al Palaverde nella speranza che anche la tivù di Maurizio Crozza e Marco Travaglio pubblicizzi l’evento della Segafredo Arena. Visto che ho il fondato sospetto che i signori di Discovery neanche si ricordino d’aver quest’estate acquistato il diritto di trasmettere in diretta su la Nove il big-match del mese, e domani dell’anno, della nostra povera pallacanestro. O anche loro, come Giorgio Armani, i soldi li buttano dalla finestra come le brioche di Maria Antonietta d’Austria?