L’anno nero dei canestri: un’irregolarità peggio dell’altra

boniciolli

Si parla ancora della irregular season che è finita, grazie a Dio, domenica sera e non già dei playoff che inizieranno sabato al Forum con gara 1 dei quarti di finale tra Milano e Avellino. Che per l’occasione avrebbe voluto ingaggiare Alessandro Gentile, ma poi le parti non si sono messe d’accordo e non se ne è fatto più niente. Come tra l’Armani e il play Toney Douglas che chiedeva la luna. L’ultima vittima dell’irregular season è stata l’Openjobmetis di Artiglio Caja che ha allungato il contratto con Varese di altri due anni, cioè sino a giugno 2022 con buona pace di tutti. La varesina avrebbe strameritato un posto tra le migliori otto molto più dei lupi irpini di Massimo Maffezzoli che in questi benedetti playoff sono entrati per il rotto della cuffia vincendo una partita a Pistoia nella quale Paolo Moretti ha fatto giocare anche i bambini senza i baffi. Ma, se Toto Bulgheroni da gran signore non mi ha voluto passare neanche un cerino per accendere la polemica nonostante ci fosse molta carta e legna sul fuoco, per una volta me se sarei rimasto anche zitto e buono se Giannino Petrucci non avesse insistito a dire che “questo campionato non è stato regolare, ma regolarissimo” facendo ridere le oche del Campidoglio e i polli della fattoria di Nonna Papera. Incassando oltre tutto una lezione persino dal mondo del calcio che ha giustamente aspettato che si giocasse l’ultima giornata di serie B per poi retrocedere all’ultimo posto della classifica il Palermo di Maurizio Zamparini che aveva commesso un grave illecito amministrativo più o meno uguale a quello di cui si è macchiata la Fiat di Torino. A me per la verità il presidente di Valmontone non ha tirato le orecchie dopo che sabato avevo parlato proprio delle irregolarità di una stagione tragicomica e di un Pistoia-Avellino che la Snai si era rifiutata di quotare tanto aveva data per scontata domenica scorsa la vittoria della Sidigas, ma ho due fortune: la prima è che il caro Giannino non legge i blog, o almeno questo è quel che a me sempre racconta; la seconda è che finalmente ha capito che la mia è solo satira ad un tanto al chilo che non fa il solletico nemmeno ad un moscerino. Però si è fatto sentire con due giornalisti che vanno per la maggiore e non le ha mandate a dire lunedì a Matteo Boniciolli dal palco della sala Buzzati di Rcs. Dove ha criticato la felpa della tuta e i jeans con i quali l’ex tecnico di Pesaro (nella foto, ndr) va a sedersi in panchina come del resto faceva anche MaraMeo Sacchetti prima di diventare il damerino di corte e il commissario tecnico della nazionale azzurra. Ma nelle ore precedenti alla partita d’addio alla Vuelle e dell’Auxilium alla serie A cosa Boniciolli ha sussurrato all’orecchio di Mamma Rosa di così clamoroso per essere canzonato da Petrucci e probabilmente deferito alla disciplinare? Copio e incollo: “Non posso non notare che certe cose in Francia, Spagna e Germania non accadono. Torino è stata retrocessa in quel modo, mentre in A2 l’esclusione di Siena ha impedito a Capo d’Orlando d’essere promossa nella massima serie pur avendo fatto più punti di Roma. E allora mi chiedo: cosa abbiamo fatto per evitare tutto ciò? E perché altri Paesi riescono ad attivare controlli preventivi e noi no?”. Parole sante. Anche se di un bandaosiris numero di tessera 052. Come Piero Guerrini (042) che nel suo editoriale di lunedì su Tuttosport ha riassunto tutte le irregolarità di una stagione irregolare in modo esemplare pur senza fare nomi e cognomi. “Dall’ultima penalizzazione di 8 punti a un turno dalla fine alla penultima che si salva perché nessuno sa che un giocatore è stato squalificato due anni fa. Da squadre che perdono con impegno rivedibile perché non pagate a giocatori tesserati che non possono essere presi. Da patron che se ne vanno a debiti che si accumulano”. E via dicendo. Aprendosi alla speranza (vaga e retorica) di un cambiamento radicale delle nuove norme imposte dalla Lega di Egidio Bianchi alle società che, abbinata ad una maggior severità nei controlli della Comtec ai bilanci dei club, possa giustificare a posteriori il fallimento della Fiat. Ma arrivando pure lui alla conclusione che “non c’è stato un solo campionato regolare in questo anno nero dei canestri”. Come volevasi dimostrare. E se qualcuno mi è venuto a ruota ancora meglio. Così posso provare che per onestà intellettuale riesco ad essere politicamente anche trasversale. Nonostante la mia natura sia manichea. E cioè una cosa è bianca o nera. Senza sfumature di rosa o di grigio. Ad eccezione della Juventus. Che è bianconera a strisce. Mentre sto al fianco di Petrucci contro Giancarlo Giorgetti, tifosissimo di Varese, e la sua riforma della giustizia sportiva non fosse altro perché è un fido leghista di Marteo Salvini, il peggio del peggio (in rima) di questa Italia sfascista.