Di sicuro mi dimenticherò di qualcuno. Ma non importa: l’elenco dei massoni, mattone dopo mattone, non è definitivo. Nel senso che se è vero che esiste un numero chiuso: centouno, ovvero cento più Ciccioblack, altrimenti diventa un casino come nel film dei dalmati di Walt Disney e non li controlla più nessuno, è anche garantito al limone che i massoni dall’inventario si possono aggiungere e togliere come quelli del Lego. Difatti basta dirlo: il mio unico Dio non è Tranquillo. E poi ovviamente sottoscriverlo. Perché di voi mica tanto mi fido. Come avrebbero dovuto fare anche Enrico Letta con Matteo Renzi o Larry Brown con Paolo Galbiati o il Nazareno con Giuda Iscariota. Così vi depenno all’istante dalla Banda Osiris e non c’è problema: amici come prima. Se invece ci tenete moltissimo ad appartenere a questa loggia del nostro basket che vi garantisce forse un reddito di cittadinanza e comunque un posto di potere è sufficiente che me lo confessiate tranquillamente (e l’avverbio non è casuale) in modo tale che io possa provvedere subito ad aggiornare la lista. Dovete però almeno conoscere le regole della casa. Che sono in primis la presunzione senza limiti e confini d’aver inventato la pallacanestro. E difatti, al confronto di Ciccioblack, James Naismith è il signor Nessuno. Se poi ci fate caso, dovete essere possibilmente brutti e sgradevoli. Con la barba curata o incolta: fa lo stesso. Più importante è che magari tifiate per il Milan e che andiate pazzi per gli hot dog con le cipolle, il ketchup e la maionese più che per il caviale con lo champagne o per l’aragosta alla catalana. Sul comodino della camera da letto, per guadagnare punti di merito agli occhi della triade, sarà altresì d’uopo che abbiate un’immaginetta incorniciata di Aldo Giordani che è stato il padre putativo di tanti mostri e altrettanti fenomeni che purtroppo si lavano anche loro poco e talvolta pure puzzano. Salvo rare eccezioni. L’eccezione è non parlare a tavola l’inglese o in inglese al proprio cane. E non odiare il più possibile le scarpette rosse di Proli e Pianigiani dopo che dall’Olimpia se ne è andato Gelsomino Repesa e ancor prima Michelino D’Antoni. Che ha preferito la Band e la Nba agli italiani con l’anello al naso che però gli volevano sinceramente bene e questo non riuscirò a perdonarglielo mai come invece ha fatto Oscar, il caro Orso Eleni. Un giorno racconterò ai più giovani anche chi era Wanda Osiris, la Wandissima, così comprenderanno meglio chi sono le cento soubrettine che raccolgono le rose che la Bandissima lancia a loro, prostrati ai suoi piedi, mentre scende le scale del palcoscenico di Sky e grida a squarcia gola sino a perforarti i timpani: “Biligha meriterebbe di giocare nei Boston Celtics”. E tutti lo applaudono e nessuno gli chiede se per sbaglio ha bevuto una birra di troppo. Mentre al perugino della Reyer ha fatto soltanto del male come a Luca Vitali quando lo chiamavo ancora Superbone. Però adesso non vi tengo più sulle spine confessandovi che l’ho fatto apposta a tirare la corda. To deliberately. Così mi capite tutti. Mach es absichtlich: scusate, ma avevo una nonna di Karlsruhe e ho studiato il tedesco. Cominciando con l’intoccabile triade e proseguendo con la favolosa top ten della Banda Osiris. Flavio Tranquillo (Ciccioblack) l’indiscusso leader. Andrea Bassani (Iena ridens) il suo vice che mi dicono miri a tornare in Lega dove ci è già stato nello scorso millennio e non ha lasciato tracce ai posteri. Al numero 3 Mario Canfora (C10H16O, la formula bruta di quel chetone col quale si confezionano le palline di naftalina) che ha preso il posto in Gazzetta di Luca Chiabotti (Pastina glutinata). Poi la stessa Mamma Rosa e Papà Urbano (Cairo) insieme. Al quinto posto o il Nonno di Heidi (Davide Pessina) o So-na-lagna Soragna (Matteo Soragna) o anche tutti e due. Al settimo una new entry: Marco Aloi, il guardaspalle di Egidio Bianchi, al quale devo ancora trovare un soprannome, ma non credo che mi sarà difficile. Basta che non s’arrabbi e capisca che il mio è solo un gioco. Che dura poco e vorrebbe essere satirico. Mentre il presidente senese della Lega non s’allarmi: lui non è uno dell’Osiris. Lo garantisco io che sono l’inventore di questa band sotto canestro che mi riempie la vita di un mare di allegria. Ottavo Marco Crespi detto anche per questo Crespolo, l’ottavo nano, o se preferite Paperoga o, meglio ancora, Ezechiele Lupo. Scegliete voi. In rappresentanza degli arbitri poi Luigi Lamonica (Citofonare la Monica) che ha sistemato a Palazzo Emanuele Aronne col quale è pappa e ciccia se è vero, come credo, che hanno un ristorante insieme a Manchester. Nel quale potrei anche andare a mangiare se non temessi che nei tortellini in brodo mi allungassero anche qualche goccia di lassativo. In coda alla Top ten fanno a pugni in parecchi per occupare la decima poltrona. Tra questi anche i due ultimi cittì di Giannino Petrucci: Ettore Messi(n)a e MaraMeo Sacchetti. Però credo che alla fine la spunterà il Principe d’Altamura che, legatissimo a Ciccioblack ma più ancora a C10H16O, non vuole tra i piedi Boscia Tanjevic che, gli piaccia o meno, è il direttore tecnico di tutte le squadre azzurre. E questo è davvero il massimo. O mi sbaglio? (-1- continuo tra qualche ora)