Tutta la Banda Osiris o quasi un mattone dopo l’altro

mattoni

Non la chiamerei una faticaccia. Però centouno massoni della Banda Osiris sono tantissimi e stanarli tutti insieme non è semplice. Comunque ci provo e alla fine faremo i conti. Riassunto della puntata precedente. I tre della triade: Padre Ciccioblack, il figlioccio Bassani e lo spiritoso (ma neanche tanto) del Vesuvio, Mario Canfora (C10H16O), al quale Giannino Petrucci vuole bene come a un fratello e per questo un giorno lo ribattezzerà col nome di Caino. Più gli altri sette delle Top ten e sono dieci. Più i cinque già citati: Galbi Galbiati, Michelino D’Antoni, Luca Chiabotti, Emanuele Aronne e Ettore Messi(n)a. E, prima che me ne dimentichi, Raffaele Ferraro della Giornata Tipo che sta infilandosi un po’ dovunque, anche sotto le coperte, e per questo d’ora in avanti lo chiamerò Prezzemolino. Che dalla Federbasket ha ricevuto il premio web e dalla Lega qualche soldino. Rima baciata. Perché dicono che faccia ridere. Ed è senz’altro in gamba, ma mi piacerebbe anche che per sbaglio una volta ci descrivesse la giornata tipo di Tranquillo o di Alessandro Mamoli, di Petrucci o di Marco Aloi, di Paperoga Crespi con Raffaella Masciadri o di Matteo Mammì con Diletta Leotta e solo cominciasse a prenderli un po’ per i fondelli. E poi ce la raccontiamo. Conosco infatti i miei polli. Ai quali tutto va bene finché non li tocchi. Se però provi ad attraversagli la strada ti prendono sotto. Altro che bravo. E altro che satira. Per fare la satira nell’Italia dei canestri bisogna avere le spalle larghe come le mie ed essere liberi come il sole. Altrimenti sono dolori e sei solamente un ruffiano. Il numero di tessera 017 l’ho da tempo già assegnato all’Alfredo Alfredo Cazzola che, non so se ve lo ricordate, nel secolo scorso portò Bibì e Bibò (Tranquillo&Bassani) in Lega e per questo di lì a poco dovette cedere baracca e burattini a Marco Madrigali che senza meriti vinse subito il Grande Slam. Restando a Bologna tra i massoni che s’accalcano ai cancelli d’ingresso della Top ten ci sono anche Marco Martelli e Pino Sacripanti che neanche più si salutano. Eppure siedono sulla stessa panchina, quella della gloriosa Virtus, e non c’è dubbio che siano due biosiris. Per la verità Sacripantibus mi ha sempre negato d’avere una passione particolare per Ciccioblack. Così come negli ultimi tempi in nazionale era straevidente che lui e Messina non si rivolgessero neanche la parola. Però il coach precario della Segafredo è culo e camicia con il giornalista di Mamma Rosa, il terribile Naftalina Canfora, figlioccio di Virginio Bernardi, e non va neppure d’accordo con il mio Chef preferito, Max Menetti. E comunque glielo ho già spiegato quel che deve fare: basta che mi scriva due righe nelle quali disconosce la sua appartenenza alla loggia della nostra pallacanestro e lo cancello seduta stante. Come certamente – lo spero – farà Daniele Dallera che è purtroppo amico d’infanzia di Bassani e quindi lo capisco se non se l’è sentita di girare le spalle alla Iena ridens durante il convegno dello scorso settembre a Milano. Anche perché il caporedattore del Curierun di Papà Urbano avrebbe corso il rischio d’essere morso. Però neanche io posso fare sconti a nessuno. Tanto più che sono in tanti in coda dietro di lui pronti a scavalcarlo nella classifica di merito della Band e allora avanti: presentate le domande d’iscrizione che vi farò felici. Felici d’essere fotografati ai piedi della triade assieme a tutti i giornalisti del basket di Sky. Escluso Pietro Colnago. Da Alessandro Mamoli a Paola Ellisse, detta anche Eclisse perché ultimamente è quasi sparita dagli schermi della tivù di Murdoch offuscata proprio da Mammoletta e Ciccioblack. Che è mal visto nella redazione di Rogoredo un po’ da tutti, ma nessuno trova il coraggio di dirglielo in faccia nemmeno adesso che il suo padrino, Matteo Mammì, se ne è andato per diventare il nuovo amministratore delegato della LegaCalcio in serie A ed essere pesantemente sconfitto per 15-4 nel testa a testa finale con Luigi De Siervo votato da tutti i gran club ad eccezione della Roma. Però Mammì resta un Banda Osiris. Come la sua fidanzata molto gnocca e Paolo Condò, il mulo (asino) di Trieste. Come del resto Massimo Marianella, Alex Del Piero e Lele Adani che si sono fatti incantare da Tranquillo che a loro non la racconta mai giusta. Pensavo di potermela cavare con un paio di puntate e invece sono arrivato mattone dopo mattone ad appena 29 massoni. E mi manca ancora di parlare del presidente finanziatore e del presidente onorario. Mentre all’intervallo dal Forum l’Armani delle triple a segno (alla fine 16) è avanti di undici punti (56-45 dopo il 36-22 del primo periodo) sul Buducnost del caro cinghialone Repesa. E sulla panchina di Milano ho scovato il trentesimo membro della mia e solo mia Osiris: Massimo Cancellieri, l’assistente di Simone Pianigiani. L’avreste mai detto? Io dico di sì.       (-2- ci ritorno e continuo domani)