Sinceramente è tutta e solo colpa mia se oggi non ho una bella giornata. Anzi, diciamo pure che è più brutta di quanto la stavo guardando prima di cena dietro ai vetri della finestra: piove a catinelle, fa un freddo boia e soffia un vento gelido che rovescerebbe persino un carro trascinato da quattro pregiati cavalli bianchi-e-neri da tiro col paraocchi come Bernardeschi, Kulusevski, McKennie e Chiesa. Sì, anche l’irresistibile Federico Chiesa che in questa stagione ha segnato la bellezza di una rete in nove partite di serie A: il 2-2 del 22 settembre contro l’impenetrabile difesa dello Spezia. Ovvero vola – si fa per ridere – alla media di un gol ogni 805 minuti giocati. E pensare che qualcuno di Sky e della Gazzetta l’aveva anche proposto per il Pallone d’oro. Con quale coraggio? Ma per fortuna non nevica come a Milano e a Torino. Dove spero non si sia giocato l’inutile match della Juve con il Malmoe. O a Bergamo dove l’Atalanta avrebbe dovuto affrontare il Villarreal e solamente batterlo per poter accedere agli ottavi di Champions League, ma mi dicono che il match di cartello è stato questo sì rinviato a domani. Ovviamente per neve. A Venezia è invece prevista in nottata l’acqua (molto) alta. Tanto che dovrebbero alzarsi le paratie del Mose alle bocche di porto del Lido e di Malamocco. Stamattina mi sono comunque svegliato con la luna di traverso perché la prima cosa che ho fatto, invece di leggere i giornali a letto sorseggiando il tè col latte come è mia abitudine dal giorno in cui non sopporto più il gusto del caffè che sento amarissimo anche con tre cucchiaini di zucchero, ho acceso la televisione e il primo bellimbusto che ho visto, e purtroppo sentito, ospite di Luisella Costamagna, ad Agorà sul Tre e non su Rete Quattro, che ho provveduto da un pezzo a disinnescare, è stato un senatore della Repubblica da oltre vent’anni, tale Lucio Malan, già deputato nella Lega Nord di Umberto Bossi e poi uomo di punta nel partito di Silvio Berlusconi dal 1996 sino a sedici mesi fa quando è passato a Fratelli d’Italia sotto le ali di Giorgia Meloni. Insomma un indomito neo-fascista del quale potrai dire di tutto, e di più, anche che ha una bella faccia da schiaffi e che spara cazzate a nastro sul Green Pass pure peggio di Massimo Cacciari, però non potrete mai accusarlo d’essere uno sporco comunista che mangia i bambini a pranzo. Non fosse altro perché da ragazzo, leggo su Wikipedia, ha militato anche nel movimento Testimonianza Evangelica Valdese, di cui per la verità scusate l’ignoranza ma ne ignoravo l’esistenza, in opposizione ai molti militanti di sinistra di quel periodo a Luserna San Giovanni in Val Pellice. Ora però mi chiedo: non aveva proprio altri da invitare la brava Costamagna alla sua trasmissione per parlare oltre tutto di Covid, vaccinazioni e tamponi? In collegamento aveva già l’infettivologo e ricercatore romano, il professor Stefano Vella, e in studio Monica Setta, mia collega al Giorno quando s’occupava d’economia e finanza e per questo non dovreste ora meravigliarvi se ha scritto un libro elogiativo su Mario Draghi e non su Loredana Lecciso a quattro mani con Barbara D’Urso. E non potevo forse anch’io stamattina leggermi i giornali in santa pace senza accendere la televisione ai piedi del letto? No. Mi ero messo in testa che avrei dedicato il giorno dell’Immacolata Concezione alle partite di Champions delle quattro italiane, comprese quelle di Milan e Inter. Che mi ero opportunamente ieri registrato e delle quali potete benissimo non credermi, ma ancora adesso, non avendo neanche sfogliato i giornali, ignoro i risultati e le eventuali imprese dopo due lustri di martedì e di mercoledì passati al cinematografo dai loro sostenitori. E questo ho fatto perché dovreste averlo capito da un pezzo che ho la testa dura e che non cambio idea nemmeno con le cannonate. Così come adesso sarei sul serio tentato di mettere un bel punto senza accapo e d’andarmi a vedere almeno gli highlights a seguire di Real-Inter, Milan-Liverpool, Juventus-Malmoe, Zenit-Chelsea e Bayern-Barcellona. Tanto più che ormai sono riuscito nell’intento d’aver finalmente perso per strada tutti i lettori di destra, o quasi, che nel mio Veneto sono purtroppo sette/otto su dieci che votano Luca Zaia. Grazie al quale passeremo le Feste in zona gialla, se non addirittura arancione. Scontentando pure gli aficionados di basket che, se non scrivo ogni giorno di pallacanestro, mi tengono il muso per mesi. Però tra poco più di due settimane è Natale anche per me e quindi devo fare il bravo. Oltre che essere un cincinin più buono. E or dunque vi regalo una news della quale ho avuto conferma solo a tarda sera dopo che per tutto il pomeriggio gli amici oro-granata, da Federico Casarin a Walter De Raffaele (nella foto), si erano stranamente negati al telefono. Eppure la voce che hanno sentito strillare fuori dal Taliercio anche a Rialto, mezzora dopo quel disastro (67-81) che è stata la Reyer ieri in EuroCup contro i talentuosi sbarbatelli (e un solo americano) del Valencia, non poteva che essere quella di Napoleone Brugnaro che non sarà il proprietario dell’Umana, come ha erroneamente scritto poco tempo fa un disinformato giornalista della Gazzetta, ma che ha tutti i diritti di questo mondo per prendersela con una squadra alla quale pare essere passata la voglia di combattere e di vincere. E che invano Ray-ban ha cercato subito di rianimare. Rampognandola con un time-out dopo nemmeno un paio di minuti di gioco già intuendo che difficilmente l’avrebbe indirizzata verso la retta via dallo 0-7 che sarebbe presto diventato uno 0-12 e un 2-17 insopportabili. Perché Watt non difendeva, e come lui in tanti, Tonut non è più in palla, Vitali non ne azzeccava mezza al tiro, De Nicolao quasi non ci vede da un occhio, Daye ha la schiena a pezzi e Sanders s’incasina da solo. In più Phillip e Echodas si sono rivelate due scelte sbagliate e Brooks non incide per quel che guadagna e De Raffaele si aspettava. Solo Bramos ha giocato col cuore in mano sino allo svantaggio minimo del meno nove (16-25), ma è rientrato sul parquet dopo dieci mesi di pubalgia plantare e non poteva che durare quel che è durato. Cioè un quarto. Ora non voglio nemmeno pensare che la Reyer non passi il primo turno d’EuroCup o che non arrivi almeno alla semifinale scudetto, però il sindaco di Venezia ha fatto molto bene ad incazzarsi di brutto con chi in particolare ve lo dirò molto presto. Adesso si è fatto troppo tardi e ho tutta la Champions del pallone ancora da guardare. E domattina abbastanza di buonora ho d’andare in palestra dal fisioterapista anch’io per sbollire la rabbia di un brutto 8 dicembre. O forse non posso?