La Lega dà i numeri e si dimentica di premiare la Reyer

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Una targa non si nega a nessuno. Come il Premio Reverberi di Quattro Castella, provincia di Reggio Emilia. E non dico che a Palazzo di Varignana, nell’allegra campagna di Castel San Pietro Terme, la LegaBasket ha premiato oggi cani e porci perché farei un gravissimo torto per esempio a Toto Bulgheroni che alla pallacanestro italiana e varesina ha dato così tanto nell’ultimo mezzo secolo da meritare la statuetta d’oro degli Oscar alla carriera e ancora sarebbe poco. Ma che alla Reyer, campionessa d’Italia, o forse mi sbaglio?, non sia stata nemmeno consegnata la coppa dello scudetto o solo una medaglietta-ricordo, questa mi è sembrata come minimo una dimenticanza oltre che greve anche ingiustificabile. E difatti Federico Casarin e Walter De Raffaele, seduti in prima fila alla presentazione del prossimo campionato, sono rimasti di sasso, ma nulla hanno eccepito perché si nasce signori e poi non si cambia. E’ stata invece premiata l’Armani di Proli che non mi risultava avesse vinto qualche cosa nel 2019. Chiedo venia: ha conquistato la Coppa Disciplina che è stata ritirata dal nuovo general manager Christos Stavropoulos. Che nella passata stagione era all’Olympiacos di Atene e mai avrebbe immaginato d’essere gratificato ancor prima del via della nuova serie A. Le società della Lega di Egidio Bianchi sono diciassette e ora ve le ricordo ad una ad una rispettando un ordine di partenza e di merito che potrebbe anche animare finalmente una sana, consapevole e vivace discussione dopo che nel noioso pomeriggio bolognese una faceva i complimenti all’altra e l’altra, schermendosi, le rispondeva “vuoi mettere piuttosto quanto tu sei brava?”. Ipocrite e ruffiane, chi più chi meno. 1. Milano, 2. Venezia, 3. Virtus, 4. Sassari, 5. Brescia, 6. Trento, 7. Brindisi, 8. Reggio Emilia, 9 Cremona, 10 Fortitudo, 11. Treviso, 12. Trieste, 13. Varese, 14. Roma, 15. Pesaro, 16. Cantù, 17. Pistoia. Aprirà le danze tra otto giorni (martedì 24) Carpegna ProsciuttiPompea. Riposerà per prima, guarda caso, la Vanoli del pacione cittì della nazionale che ieri al Palazzo di Varignana non si è fatta viva nemmeno per il pranzo della Lega. Al quale hanno partecipato appena sette presidenti. Allegria, avrebbe esclamato il grande Mike. Si comincia proprio bene. Mentre all’incontro di Bologna di metà mattino tra gli allenatori e gli arbitri nella sede del Comitato regionale dell’Emilia, relatori Dino Seghetti e Guerrino Cerebuch, non si sono fatti vedere oltre a MaraMeo Sacchetti, neanche Gianmarco ProzzeccoFrank Vitucci, Sasha Djordjevic (l’unico assente giustificato) e Ettore Messi(n)a che ha mandato il suo quarto assistente, Stefano Bizzozero. Di bene in meglio. Ma il bello ha ancora da venire. Come vi avevo anticipato ieri il Banco di Sardara, l’Happy Casa di Marino e la Germani della Bragaglio, sul piede di guerra, e la guerra di bande è quella dei bottoni, non sono intervenuti nemmeno alla presentazione del campionato. Niente da dire: è proprio una Lega di grande unità d’intenti. Poi il teatrino della commedia dell’arte. Poche prime donne sul palco e due disinvolti presentatori: Mino Taveri e Giulia Cicchinè nella foto con i tacchi alti tra Milos Teodosic, che non gioca nell’Armani ma nella Segafredo, e Sergio Rodriguez, rinforzo di Milano e non della Virtus. Così non ci sbagliamo. Guardavo nella diretta pomeridiana su Facebook l’asso serbo, che arriva dai Los Angeles Clippers con qualche acciacco, quanto somigli, fateci caso, a Er Monnezza, il personaggio reso celebre da Tomas Milian sul finire degli anni settanta. Così tanto per tagliare l’aria perché nella sala del Palazzo di Varignana, dopo i convenevoli e i salamelecchi dell’avanspettacolo, son tornati tutti a guardarsi in cagnesco soprattutto quando Egidio Bianchi ha cominciato a dare i numeri. Gli appassionati di pallacanestro in Italia sono quattordici milioni. Però! E sono più coloro i quali guardano la nostra serie A rispetto a quelli che seguono la Nba. E qui gli posso anche credere perché sono lustri che vado sostenendo che Sky è la tomba del basket nel Belpaese ed è un peccato che Giannino Petrucci, anche lui presente, non la voglia capire. Come non escludo che tre milioni di telespettatori abbiano visto gli ultimi playoff se si sono giocate più di una trentina di partite e solo la Reyer ne ha disputate diciassette per vincere – credo, ma non ne sono più troppo sicuro – due titoli negli ultimi tre anni. Oltretutto trasmesse contemporaneamente da Raisport e EuroSport. In pratica meno di 60.000 telespettatori a match. Fatto sta che, nonostante questo boom d’ascolti e d’interessi nazionalpopolari, il campionato partirà senza un title sponsor che nei tre anni passati era stato PosteMobile che sganciava circa mezzo milione d’euro a botta. Oppure i diciassette club della serie A dovrebbero far salti di gioia, come pretenderebbe il responsabile marketing e commerciale, Marco Aloi,  perché Zurich Connect (servizi assicurativi) è diventato statistic sponsor addirittura al platino che non pensavo costasse al chilo meno delle briciole di pane? Via, siamo seri. E la bomba a mano promessa? Ve la sgancio domani a metà pomeriggio. Va bene? Se infatti ho preso la bella o la brutta abitudine di mettermi a scrivere dopo cena e dopo Otto e mezzo di Lilli Gruber, ho fatto anche stanotte troppo tardi. Colpa pure della Champions. Però non vado a letto prima di regalarvi un’altra chicca. Anche il nostro Renzi, di nome Valentino, sempre vestito di nuovo e meno matto del Matteo narcisista, vuole fondare un partito in Lega d’opposizione a Bianchi e alla coalizione Sardara-Marino-Bragaglio per ricreare Basket City super mundo. Auguri!