La LegaBasket è oggi una guerra dei bottoni tra bande

sardara

Patti chiari e amicizia lunga: domani è il 17 e quindi, nemmeno se mi pregate in ginocchio, vado a Palazzo. Quello di Varignana. Sulla Via Emilia. Dove Mino Taveri e la Lega presenteranno il campionato di serie A numero 98 straordinariamente a diciassette squadre. E ridagliela. Piuttosto non so ancora cosa farò giovedì dopo cena: vado al Palaverde di Villorba o al Teatro Toniolo di Mestre che è a non più di due passi, al massimo tre, da casa mia? Al Palaverde va in scena Treviso-Fenerbahce, amichevole di lusso in memoria di Gilberto Benetton che proprio con Zeljko Obradovic, che allenò i verdi per due stagioni alla fine dello scorso millennio, pensò di vincere finalmente l’Eurolega e invece dovette accontentarsi della Saporta. In compenso il guru serbo guidò ad Atene la nazionale jugoslava alla conquista nel 1998 del quarto oro mondiale con Djordjevic, Bodiroga e Rebraca. Mentre al Toniolo c’è proprio la Banda Osiris, quella vera, di Sandro Berti (mandolino, chitarra, violino, trombone), Gian Luigi Carlone (voce, sax, flauto), il fratello Roberto (trombone, basso, tastiere) e Giancarlo Macrì (percussioni, batteria, bassotuba). Che insieme a Federico Taddia e Telmo Pievani daranno vita a Il maschio inutile, un’analisi esilarante e spietata della condizione maschile ai giorni nostri tra parodie, cantate pop rock (e d’operetta) e talk show. Lo spettacolo m’incuriosisce. E non poco. E poi posso tradire la musa ispiratrice che tanti racconti di pallacanestro mi ha suggerito dal 1992 a oggi? Tanto più che la squadra di Max Chef Menetti avrò modo di seguirla con amore tutto l’anno. Cominciando da giovedì 26 quando bagnerà l’esordio in serie A con l’Armani di un altro ex benettoniano, Ettore Messina, che nel 2002-03 centrò la tripletta (scudetto, Coppa Italia e SuperCoppa) e sfiorò il successo in EuroLega perdendo la finale con il Barcellona di Gregor Fucka che giocava in casa. L’amarcord mi è dolce e mi allieta la vita. Ma, prima che me ne dimentichi, bisogna che aggiorni la lista dei cento della Banda Osiris, quella finta, che ho pubblicato su questo blog il 15 dello scorso luglio e che non ho nessuna intenzione adesso di riproporvi con tutte le bombe che ho in mano e aspettano solo d’essere lanciate tirando l’anello chiamato volgarmente spoletta. Dunque vado per le spicce e subito depenno Paola Ellisse (numero di tessera 024) che si è presa un anno sabatico da Sky, come già fece in passato, per tornare alle Maldive a tenere corsi subacquei in quello splendido mare che è l’oceano Indiano e per non sentire, immergendosi, più urlare Ciccioblack Tranquillo (001) che, dopo i Mondiali di Cina, è risalito in classifica dal 22esimo posto, che occupava tra So-na-lagna Soragna (006) e Andrea Cinciarini (047) con la moglie Alessia sempre appiccicata, al quinto dove ho estromesso Canfora (C10H16O) Mario (003) che Mamma Rosa ha sbattuto dietro la lavagna prima che beccasse (e copiasse) da me il cinquantesimo buco al basket mercato e in federazione. Dove Giannino Petrucci non gli racconta più le cose o si raccomanda per carità di non scriverle. Paola Ellisse sarà sostituita dalla collega, e non so se anche amica, Alessandra Ferrari di cui vi parlerò più a lungo un’altra volta. Intanto le do il numero 101 di tessera dell’Osiris e vi dico solo che è uno dei papaveri di Sky-Sport con la qualifica di responsabile delle varie e quindi in pratica gran capo pure della redazione di palla nel cestino e di Ciccioblack che con lei fa un po’ quello che gli pare: dalle lavagnette alle marchette. E adesso disinnesco la prima bomba a mano. Uscito il Gattone Proli dalla finestra di Milano e conseguentemente dalla LegaBasket, dove non si muoveva foglia se lui non lo voleva, era ovvio che i topi si mettessero a ballare, meno che si scatenasse una guerra di bande per la riconquista di un potere perduto che in verità è diventato così effimero e limitato che non varrebbe nemmeno la pena di perderci troppo tempo sopra se per la prima volta la serie A partirà senza uno sponsor e i quattro o cinque grandi club non si sono neanche adoperati per cercarlo volendo pensare ad innaffiare solo il loro orticello. Dicono tutte le diciassette società per una volta d’accordo che avrebbe dovuto trovarlo il presidente Egidio Bianchi. Io dico invece che il responsabile marketing è Marco Aloi e dunque, anche se non ce l’ho con lui, non capisco come si faccia addirittura a sostenere una sua eventuale candidatura e conseguente promozione a direttore generale dopo che è stata finalmente scartata con un minimo di buonsenso l’ipotesi Andrea Bassani. Poche idee ma molto confuse e una guerra che somiglia tanto a quella dei bottoni tra i monelli di Longeverne e di Velrans nella campagna francese ai margini del bosco. Dove si combatteva, alla fine della scuola, per motivi ormai dimenticati. E così da una parte ci sono Sassari con Pallino Sardara (nella foto) e Brindisi con SottoMarino ai quali si sarebbe ultimamente aggregata Brescia con Grazia, Graziella, Grazie mille Bragaglio. E dall’altra Venezia con Federico Casarin, il caro Pesciolino rosso-bianco-e-verde, e Pesaro con Ario Costa e i prosciutti di Carpegna che vorrebbero imporre Marco Iozzelli, l’ex di Pistoia ora a spasso. Mentre Armani se ne impippa e Luca Baraldi, ad della Virtus Bologna, tergiversa, però è già pronto a tagliare qualche testa che è la cosa che gli riesce istintivamente sempre meglio. E comunque oggi qualcuno diserterà per protesta il pranzo nel villaggio di Varignana e qualche altro la presentazione del campionato. Non c’è un governo e tutti sono all’opposizione. E come nella guerra dei bottoni qualcuno anche proporrà: gli tagliamo il pisello?