C’è o ci fa? Stavolta Pozzecco assolutamente non c’è

pozzecco

C’è un Freccia Rossa ogni mezzora. Ho preso quello delle undici e zero due. E sono arrivato a Milano, stazione centrale, che sarà stata l’una e un quarto o giù di lì. Ho letto i giornali, mi hanno offerto i salatini, un caffè e un sonnellino. Sperando di non aver anche russato. Ci lamentiamo sempre di tutto. Ora del caldo, ora del traffico, ora degli arbitri. Che stasera al Forum saranno Enrico Sabetta, detto Sabbietta, e Saverio Lanzarini, detto Vanesio. Oltre a Emanuele Aronne da Viterbo probabilmente agli ultimi fischi della carriera. Mentre è così comodo il treno. Come mi ripete ogni volta la Tigre. Alla quale mi tocca di nuovo dare ragione e non sapete quanto mi costi. Sabetta e Lanzarini, coppia mal assortita, sono stati anche gli arbitri di gara-2 tra Venezia e Trento. Quella dell’espulsione di De Raffaele e del rosso a Sutton, dell’incidente a Bramos e della squalifica del Taliercio. Domanda: non se ne potevano designare degli altri? E comunque cominciamo proprio bene. Sperando che la finale-scudetto non sia l’ennesimo farwest. Penso male? Può darsi. Però quando ci sono di mezzo i gatti di Vicolo dei Miracoli il rischio è elevato perché non sai mai sin dove la loro difesa graffiante e ossessiva sia lecita. Molti sostengono, e in primis la Reyer, che spesso vada oltre i limiti. Alzano i gomiti e ti mettono le mani addosso, dicono. Insomma bastonano. Per me esagerano. E parlano così quelli che di solito le prendono e non le sanno tornare. Certo è che se Trento giocasse a basket come le dame del Settecento per l’Armani sarebbe una pacchia. E magari lo sarà lo stesso. Ma allora me ne sarei rimasto in laguna davanti alla televisione, con l’aria condizionata e le ciliegie nella ciotola. Mentre sarà una battaglia tutta da vedere. Come spero. Senza esclusione di colpi e all’ultimo canestro. Anche se Simone Pianigiani s’è raccomandato con i suoi giovanotti: non cadiamo nelle provocazioni e soprattutto non facciamoci irretire da Hogue e Sutton che non sono farina da far ostie. Più Hogue che ferisce di lingua e non so quanti fuck you ha dispensato a Ray-ban passando davanti alla sua panchina. Assa che i diga si dice a Venezia tra calli e campielli. Lasciali dire. Altrimenti è finita. Come in fondo ha biascicato in conferenza-stampa Walter De Raffaele dopo aver abdicato: “Non fatemi parlare e dire cose poco piacevoli”. Ed è stato frainteso da Luigi Longhi, presidente di Trento e gran signore, nell’intervista che ha rilasciato a uno dei due carabinieri del Corriere della sera. Succede. Anche nelle migliori famiglie. Certo è che prima che passi al livornese, se ben lo conosco, ne dovrà scorrere ancora molta d’acqua sotto ai ponti. E comunque che ce l’avesse soprattutto con Hogue, che l’ha ripetutamente offeso, questo è poco ma sicuro. Però che adesso Longhi pensi che Ray-ban con questa frase andasse a cercare degli alibi per giustificare l’eliminazione di Venezia mi sembra parecchio sbagliato quanto ingeneroso. Che poi Fred Buscaglia sia fatto di tutt’altra pasta rispetto a De Raffaele questo è pure scontatissimo, ma non è vero che nei comportamenti uno è meglio dell’altro. Intanto nel goffo tentativo di saltare già sul carro dei vincitori, che saranno quelli che vi ho indicato sin dal primo giorno e che continueranno ad esserlo finché il mio Nazareno starà al timone del vapore milanese, Mamma Rosa è inciampata di nuovo su qualche notizia storta, oltre che su un paio di congiuntivi, e per poco non si è rotta l’osso del collo. Mi spiace ma, se per copiare dopo cinque giorni Menetti ad Avellino e volerci mettere del suo, ha indicato in Jesus Txus Gomez Vidorreta, vice di Gel Scariolo nella nazionale spagnola, l’allenatore al quale Max Chef avrebbe fatto le scarpe alla Sidigas, ha per l’infinitesima volta abboccato all’amo dell’agente del coach basco o, se preferite, vi ha raccontato ancora una bufala. Piuttosto ieri sera sono stato a Bologna dove mi sono beccato, strada facendo, un’altra bomba d’acqua di questo giugno torrido e dove, dopo il tramonto, si è consumata l’ennesima tragedia fortitudina che il popolo e la Fossa hanno accolto con il solito entusiasmo. Valli a capire. Contenti loro. Ora non arrivo a dire che sono stati vergognosi, come ha scritto l’Emiro Seragnoli su Facebook, ma che Pozzecco e i suoi (troppi) galli nel pollaio abbiano fatto la figura dei tacchini spennacchiati al cospetto della Novipiù, che ha giocato invece un basket stellare, è una verità che nessuno può contestare. Soprattutto il Poz mi ha terribilmente deluso quando se l’è presa con gli arbitri, e non con Cinciarini, Rosselli e Italiano che volevano farsi giustizia da soli, e quando ha abbandonato la nave prima che affondasse. Spesso ci si è domandati: c’è o ci fa? Rispondo: non c’è più (con la testa). E non aggiungo altro perché gli voglio un sacco di bene. Piuttosto questo Marco Ramondino mi ha convinto: è proprio bravo e sarà dura sostituirlo a Casale con Mattia Ferrari che pure ha fatto molto bene a Legnano ed è un seguace della scuola di Gas Gas Trinchieri e spero non della Banda Osiris. Staremo a vedere. Intanto ricordatemi che un giorno o l’altro vi parli di Niccolò Martinoni (25 punti) che si era un po’ perso per strada dopo essere uscito dalla Robur Varese ed essere passato per la Benetton e la Virtus senza lasciar quasi traccia. A volte si matura tardi. Anche a 29 anni. Che sia il suo caso?