Avrebbero dovuto squalificare il campo della Virtus

grissin bon

Non capisco tante cose dei miei amici vicini e lontani come li chiamava Nunzio Filogamo. E così vi ho offerto subito un assist meraviglioso su un vassoio d’argento: perché quando mai hai capito qualcosa di basket? Canestro e due punti facili facili. E comunque non mollo l’osso e da falso modesto domando umilmente se mi sbaglio a pensare che siano ridicoli tremila euro d’ammenda alla Segafredo “per lancio di oggetti non contundenti (gomme da masticare e carta) senza colpire e lancio di oggetti contundenti (monete e una bottiglia piena d’acqua) colpendo senza danno”. E’ successo domenica nel salotto del Piccolo Madison di Piazza Azzarita che è un gioiello, ma diventa un bordello ogni qual volta la Virtus è in odore di sconfitta e i civilissimi tifosi di Bologna la Dotta se la prendono ovviamente con gli arbitri. Che in questa occasione erano quel gran simpaticone di Mazzoni e i suoi guardaspalle Sardella Galasso. Provo a riderci sopra, ma mi è molto difficile e comunque non deve essere stato bello per Avramovic essere centrato a un avambraccio nell’incandescente finale di partita da una bottiglietta di mezza minerale mentre dalla lunetta stava per sganciare i due tiri liberi che avrebbero poi dato l’ennesima vittoria alla magnifica Varese di Artiglio Caja. Adesso non pretendo d’avere delle risposte che mi aiutino a capire perché la gente deve essere così imbecille da Trento a Capo d’Orlando o da Trieste in giù come cantava Raffaella Carrà. Né per par condicio voglio escludere quelli della Fossa della Fortitudo che si credono chissà chi e non sono invece tanto meglio dei loro cari cugini di città. Però di cosa stiamo parlando? Di bestie e allora, visto che non riusciamo a tenerle rinchiuse nei loro recinti, perché il giudice sportivo del Palazzo federale non ha dato tre belle giornate di squalifica al campo delle vu nere e prima ancora perché non si è provveduto a spedire entrambe le squadre negli spogliatoi fischiando anzi tempo la fine delle ostilità? Poniamo infatti che il serbo avesse sbagliato i due liberi e che il match si fosse protratto ai supplementari. Già gli arbitri se l’erano fatta sotto più di Aleksa Avramovic e avevano finto di non vedere una spinta di Slaughter a Cain sotto canestro più vistosa di un pullover giallo Anas fosforescente. E se nell’overtime avesse magari trionfato la Segafredo, il tribunale di Giannino Petrucci avrebbe trovato il coraggio d’assegnare la vittoria a tavolino all’Openjobmetis di Toto Bulgheroni? Penso di no e credo di non sbagliarmi. Anche perché, parlando a bassa voce altrimenti ci sentono, la Bologna di Zanetti e Baraldi, aspettando l’arrivo di Alessandro Dalla Salda dicunt di Gas Gas Trinchieri che è sceso a più basse pretese ma non ne sarei ancora troppo sicuro, è molto nella manica del presidente di Valmontone che sulla Virtus punta moltissimo per rompere le uova nel paniere di Bertomeu Proli abbaiando insieme a Bau Bau Mann. Sul raid degli ultras varesini che sempre domenica nei dintorni del PalaDozza hanno assalito alcuni supporter virtussini, e uno di questi delinquenti ha accoltellato ad una gamba un ragazzo, c’è invece ben poco da scherzare. Nelle loro auto sono state rinvenute anche bombe carta, catene e mazze di ferro e allora questo non è più sport, ma cronaca nera. E la Gazzetta nei Bravi&Cattivi di Mario Canfora (C10H16O) non può chiamarli tifosi e bocciarli con un 4 come Eric Mika, centro di Pesaro, che oltre tutto mi dicono sia un bravo figliolo, perché, se proprio devi dare un voto a questi animali da galera, c’è solo lo zero. Buttando via la chiave. Anche oggi Mamma Rosa è riuscita a farmi arrabbiare e neanche voglio pensare a quel che mi aspetta domani nell’inserto di otto pagine che alla Lega costa quasi diecimila euro alla volta escludendo quella di pubblicità che l’Armani paga a parte sperando che almeno un giorno alla settimana il giornale dell’odioso Papà Cairo non sparli del Livi(d)o o di Simone Pianigiani. Al quale avrei voluto domandare come si fa a continuare a preferire Theodore, che è la sua vera palla al piede, a Tarczewski che contro Brescia avrebbe fatto nero il povero Ortner. Ma sinceramente mi è passata la voglia anche di far due chiacchiere con gli amici allenatori che mi avrebbero senz’altro aiutato a comprendere tante cose che proprio non riesco assolutamente a capire. Come Walter Ray-ban De Raffaele che manda in tribuna il divertentissimo Scaramacai (Dominique Johnson) e insiste su Michael Jenkins più banale dell’Anonimo Veneziano del Gazzettino. O Max Chef Menetti che per tre partite mi ha scartato Jalen Reynolds, la mia passione: ieri sera contro la Fiat ben 29 punti (career high), 18 rimbalzi e 41 di valutazione in 31’ strepitosi. Senz’altro avranno tutte le ragioni di questo mondo che magari un giorno anche mi spiegheranno: altrimenti che cavolo di amici miei sarebbero?