Proli corra in soccorso dell’EA7 prima che sia tardi

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Ma se Tizio, Caio e Sempronio vi venissero a raccontare che gli arbitri italiani ce l’hanno con l’EA7 di Giorgio Armani, io dico che la vostra prima reazione sarebbe quella di chiamare il 118 e al servizio sanitario d’emergenza urgentemente chiedere soccorso e tre camicie di forza, una per ciascun dei tre matti da legare. Livio Proli, sempre più livido, s’è invece attaccato al telefono, come si diceva una volta quando non esistevano ancora i cellulari, e ha chiesto a Simone Pianigiani se potesse in quattro e quattr’otto liberarsi dalla nazionale e correre in aiuto di Milano. Qualche anno fa, potrebbero essere due ma forse anche tre, Don Gel Scariolo parlò di “aria rancida” e di “fischietti pro Siena” perché ogni volta che affrontava la Montepaschi di Pianigiani e Banchi le prendeva di santa ragione. E venerdì scorso Luca Banchi ha di nuovo sparato alla cieca tirando fuori la storia di un “clima creato ad hoc” già ai tempi della Coppa Italia, ovviamente persa dall’Armani, per favorire il Banco di Sardara. Ma mi faccia il piacere, come avrebbe detto Totò e come ha scritto il direttore di BasketNet super partes stamane nel suo editoriale. D’accordissimo con Raffaele Baldini e pure con Werther Pedrazzi, il papà di Alice, che l’argomento degli arbitri incattiviti contro Ale Gentile non l’ha nemmeno sfiorato preferendo, ispirato da Adamo e Eva, parlare della Milano che mangia la mela del peccato originale, le va di traverso e rimane strangolata da Sassari e dai suoi serpenti (Sanders, Sosa e Logan). Dalle mie parti, dove oggi si è anche votato per il sindaco, inoltre si dice che a volte sia peggio “il tacòn del buso” e così il rammendo di Portaluppi è stato persino peggiore delle accuse gratuite del suo SottoBanchi. Lupo de’ Lupis infatti ha prima chiesto scusa al collega Sardara proprio perché non ne poteva fare a meno, ma poi ha rivangato vecchi e presunti torti subiti per esempio da Melli l’anno passato a Pistoia e allora anche lui si merita un caloroso “ma mi faccia il piacere”. Stasera comunque si torna a giocare e non credo che dal Forum la squadra di MaraMeo Sacchetti uscirà viva. Anche se non arbitrerà Citofonare La Monica, ma Martolini, figlio del compianto e caro Maurizio, assieme a Mazzoni e a Begnis. Piuttosto è mia premura ricordare a quelli che vorranno vedere la partita su Raisport 1 che il salto della palla a due tra Samuels e Lawal è previsto per le 18.05 e non per le 20.30 come risulta dalla guida tv di Sky che non aggiorna mai i cambiamenti della concorrente neanche avesse paura dei quarantaquattro gatti, in fila per sei con il resto di due, che seguiranno la diretta di Dembinsky o come cavolo si scrive. Più che badare alla guerra alle streghe e ai fantasmi di Banchi e Portaluppi la Gazzetta dovrebbe semmai, soprattutto ora che è finito se Dio vuole il suo Ghiro d’Italia, occuparsi oltre che di Ale Gentile, la cui squalifica per un turno è stata commutata in una ridicola multa di tre mila euro, anche di suo Padre Nando. Il quale è stato inibito sino alla fine di questi playoff già al veleno per “frasi offensive rivolte all’osservatore arbitrale che ha anche tentato di aggredire strattonandolo per una spalla” al termine della partita di venerdì al Forum”. Del grave episodio infatti non ho letto niente sulla Gazzetta, ma sul Corriere dello Sport, e allora come faccio a non dare ragione a quelli che sostengono che il quotidiano in rosa veda di buon occhio oltre all’Inter di Mancini anche la Milano di Giorgio Armani? Al quale mi permetto di consigliare di far tornare in fretta e furia dall’America, o da dove cavolo si trova, Livio Proli prima che i buoi siano già scappati dalle stalle e l’EA7 sia capace di perdere ancor più clamorosamente pure questo scudetto. Lo sapete del resto tutti, vi piaccia o meno, quel che è successo l’anno scorso tra gara 5 e gara 6 di finale con Siena. E, se non lo sapete, ve lo racconto io adesso. Milano era con le spalle al muro, 3-2 per la Mens Sana di Paperoga Crespi, quando Proli (disperato) mise alle strette Banchi e Gentile dicendo che la smettessero di guardarsi in cagnesco e di farsi i dispetti un con l’altro. Perché, se non avessero vinto il campionato, lui si sarebbe dimesso, come ha poi comunque fatto in favore di Portaluppi, ma non prima di averli mandati a quel paese entrambi.