La Fortitudo in serie A è ormai solo questione di giorni

boniciolli

Non so se lo sapevate ma oggi è la Madonna Candelora. Che dall’inverno semo fora. E chi l’ha detto? Lo dice la tradizione popolare. Però se piove o tira vento nell’inverno semo dentro. “E quindi?” si domandava Massimo Carboni, l’ultima voce del basket, cercando invano nella nebbia di capire che tempo facesse dalle sue parti. Amico mio, smettila di credere a queste stupidaggini. Che anche a me divertono, non lo nego, ma sono quasi sempre ingannevoli. Più delle belle donne. Il due di febbraio è piuttosto il giorno che si trova giusto nel mezzo tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera. E per i contadini rappresenta il tempo e l’ora di tornare a lavorare nei campi. Se invece dai retta agli insopportabili americani a stelle e strisce oggi è il giorno della Marmotta. E se dai bada alle filastrocche di Paola Ellisse, due elle e due esse, stai fresco. Anche a ferragosto sulla battigia. Col solleone e senza un alito di brezza. “Non c’è due senza tre. E il quattro vien da sé”, ha detto la bella di Sky mentre la Reyer andava a giocarsi con l’Orlandina il suo quarto supplementare della stagione dopo aver vinto all’overtime già con Torino, Caserta e Brindisi. Ebbene lo sapete tutti come poi è andato a finire il duello del PalaFantozzi o PalaFracchia, fa lo stesso, ci siamo comunque capiti. L’ha vinto Capo d’Orlando e così d’ora in avanti un tifoso veneziano è autorizzato a non credere più ai proverbi popolari o, in alternativa, a toccarsi sotto ogni qual volta s’imbatterà di nuovo in una e(c)lisse di luna o di sole. E c’è da giurarsi che opterà per la seconda opzione. Ma ora cambio discorso altrimenti vi viene il dubbio infondato che abbia ultimamente visto solo questa partita in televisione e invece vi dimostro subito che non mi sono perso un bel cacchio di niente. Ad esempio non mi è sfuggito che Matteo Boniciolli ha dichiarato dopo la sconfitta di Verona di giocare da due campionati senza una guardia americana e d’essere “perseguitato dalla sfiga”. Difatti ha aggiunto che “se esiste una divinità a me sconosciuta che mi regalasse solo un colpo di culo, sono sicuro che la Fortitudo volerà quest’anno in serie A senza nemmeno voltarsi indietro”. Ed ha anche concluso la conferenza stampa dicendo ai giornalisti bolognesi “ma adesso mi sono rotto i coglioni”. E ha girato i tacchi e se ne è andato. Applausi. Intanto Michele Ruzzier è guarito dai mille infortuni che ha patito ad autunno, è arrivata da Reggio Calabria la guardia tiratrice dei sogni dell’allenatore triestino, Alex Charles Legion, e i bollini blu con l’aquila sopra lo scudo hanno strapazzato la Treviso di Radicio Vazzoler al Paladozza con 21 punti del bombardiere di Detroit e 20 di Matteo Montano che ha la faccia da bambino ma non è più uno sbarbatello. E ancora: la Virtus di Segafredo e Albertone Bucci è caduta ieri sera in malo modo a Ravenna facendosi prendere per i fondelli dal Matteo Tambone di Graz cresciuto nelle giovanili di un’altra Virtus, quella di Roma. Dove con Gigi Datome e Gani Lawal ha giocato le finali dei playoff 2013 contro la Montepaschi alla quale Giannino Petrucci toglierà anche questo scudetto se non glielo ha già tolto. Massì, uno in più uno in meno, poco cambia. Almeno finché Ferdinando Minucci non svuoterà il sacco. Che sarebbe sempre tardi. E sarebbe anche bello andare a vedere insieme se a quel tempo erano davvero tutti santi sotto al giogo di uno spietato diavolaccio senese. Insomma, tornando a bomba, non manca più nulla alla Fortitudo di Boniciolli per raggiungere sparata il paradiso. Ma anche qui un po’ di calma e gesso: tra il dire e il fare c’è sempre infatti di mezzo il mare. E questo è un proverbio che senz’altro piace da morire anche all’amico Carboni.