E adesso chi è il migliore dei due: Esposito o De Raffaele?

 

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Al mio permalosissimo Ray-Ban era rimasto sul gozzo che l’ex bonsai di Caserta, che parlava al suo lupo dai Goodwill Games di Seattle, lo avesse bruciato sul filo del traguardo nella corsa al titolo di miglior allenatore dell’anno. E così, ieri sera, nel forno di Pistoia si è cucinato Enzino Esposito a fuoco lento presentandogli alla fine un conto molto salato e sussurrandogli poi all’orecchio: “Ecco, signorino, il suo pranzo è servito”. O forse sono stato io in quel gran casino, che facevano Paola Ellisse e Paperoga Crespi, ad aver letto male il labiale di Walter De Raffaele. E’ ovvio che sto scherzando, ma è bene che lo sottolinei ogni volta prima che qualche altro corto di cervello s’indigni e mi faccia perdere ancora tempo con gli azzeccagarbugli. In effetti, provando ad esser serio, già mi riusciva difficile prima dei playoff dar torto al livornese che a ragione non si era sentito secondo a nessuno durante una regular season nella quale è mancata alla Reyer solo la vittoria al Forum: altrimenti sarebbe arrivata prima davanti all’Armata Armani e i pennivendoli da due soldi, sostenuti dal Gabibbo Sbezzi, non si sarebbero nemmeno sognati di votare Esposito. E, comunque, dopo la lezione che gli ha dato ieri sera il mio Ray-Ban, mi sono tolto l’ultimo dubbio. Se ancora ne avevo uno. Riconfermando la mia vecchia idea: l’mvp dell’anno tra gli allenatori non può essere giudicato senza tener conto dei risultati ottenuti dalle loro squadre nella post-season. Ora non dico infatti che l’ex bonsai di Caserta non abbia fatto molto bene alla Flexx. Anzi, sono stato il primo ad elogiarlo non fosse altro perché di quel cristo in croce che era diventato Andrea Crosariol, 33 anni a novembre, ha fatto un pivot che ha finalmente acquisito tutti i diritti di poter giocare in una serie A dalla quale era stato per la verità giustamente cacciato dopo anni e anni di ripetuti fallimenti. Però nei playoff meglio di Pistoia si è sinora comportata Trento che ha eliminato con un secco 3-0 l’ambizioso Banco di Sardara. E quindi, se si potesse domani tornare alle urne, non scoppierebbe un putiferio se Boscaglia Buscaglia fosse considerato più bravo dello stesso Enzino Esposito e pure di Walter De Raffaele. Che oltre tutto si può avvalere degli amabili consigli che, tra un tempo e l’altro, o pure dal parterre fucsia, gli sa dare Napoleone Brugnaro che, come allenatore di pallacanestro, e qui smetto di scherzare, sarebbe anche più in gamba di Ettore Messina e persino di Ciccioblack Tranquillo se non fosse sindaco di Venezia e Mestre e non dovesse occuparsi 25 ore al giorno delle sorti di due realtà che non si possono vedere tra loro nemmeno dal buco della serratura e sono divise da un ponte che è più lungo della distanza che esiste tra la Terra e Saturno. In ogni caso non posso giurare che Napoleone abbia suggerito a Ray-Ban di lasciare in tribuna Batista e Hagins, però è poco ma sicuro che il livornese, anche per non sconfessare la sua filosofia cestistica, ha avuto la forza e il coraggio di ributtare nella mischia Ortner e McGee ottenendo soprattutto dal moro dell’Oklahoma un plus valore inimmaginabile quanto importante. D’accordo, MarQuez Haynes è stato strepitoso. Ma l’Umana, dimenticando le sventatezze dal 15-28 al 37-36, ha srotolato lo stesso sul parquet di Pistoia un basket mordi e fuggi di una qualità davvero eccellente. Come meglio non si può sperare di vedere dalle nostri parti. E assolutamente non esagero. Così come devo dare cinque a Marco Crespi che di telecronaca in telecronaca sta migliorando per la spigliatezza e l’onestà dei commenti anche quando non è semplice affermare che un arbitro ha sbagliato a fischiare o un giocatore ha difeso da cani. Al punto che mi viene da domandargli: ma chi te la fa fare di tornare ad allenare se a Sky stai diventando quasi più bravo di Andrea Meneghin, per me sempre il numero uno, e se si vede lontano un miglio che il nuovo mestiere ti diverte molto di più del rodersi il fegato su una panchina? Pensavo anche che più di qualche venexiano quest’inverno avrebbe voluto prendere Haynes, il cocco di Paperoga a Siena, a calci sul sedere e rispedirlo in Texas. Mentre non so cosa pensare di Peppe Poeta che in diretta su Sky ha letto un sms che gli aveva appena spedito Daniel Hackett da Istanbul dopo che il suo Olympiacos aveva di nuovo, e quindi non più a sorpresa, castigato il Cska di Mosca nelle final four di EuroLega e lui non era potuto esser stato della partita. “E’ come avere una moglie figa, però te la tromba un altro”. Il concetto è chiaro. Anzi, limpidissimo. Ma vallo a spiegare a mia nipote che domani compie quattro anni. Auguri.