Se Giannino Petrucci avesse per caso un fratello gemello?

petrucci

Come faccio a continuare a star zitto vedendo Giannino ogni giorno su un quotidiano diverso dire oggi una cosa e domani un’altra? Mi riesce particolarmente difficile. Anche perché sapete come sono fatto. Magari anche male, non lo nego, ma per me non esistono le vie di mezzo: una cosa o è bianca o è nera. A meno che non sia bianconera a strisce come la maglia della Juventus e allora il discorso è completamente diverso in quanto alla Signora del calcio italiano perdono tutto: persino di pagare contemporaneamente due allenatori, Max Allegri e Marx Sarri, e di preferire il Benzinaio al livornese che alla Leccia chiamano tutti Acciuga. Insomma sono un manicheo convinto e se non sapete cosa sia il manicheismo non ho tempo adesso per spiegarvelo essendo una religione fondata dal profeta iraniano Mani che ai tempi dell’impero romano d’occidente predicava un’elaborata cosmologia dualistica in opposizione al paganesimo. O non sarà per caso che esistono i gemelli Petrucci monozigoti che si somigliano come due gocce d’acqua, ma la pensano diametralmente all’opposto? Non lo escluderei. Io conosco infatti un Giannino che si sveglia alle sei del mattino e, ancora sorseggiando il caffè, legge con molta attenzione la rassegna stampa del nuovo giorno. Ad eccezione dei blog come racconta, ma non è sempre vero. E se comunque qualcosa gli va di traverso, tornando dalla santa messa, prende in mano il cellulare e chiama i direttori e i capi redattori dei giornali o per lamentarsi gentilmente di qualche articolo o per strappare magari un’intervista per tornare più approfonditamente sull’argomento. Sia chiaro a tutti, onde evitare equivoci, che ho una stima enorme per l’amico di mille battaglie che mi ha mandato tante volte in mona e per il politico che si mangia tutti in un sol boccone come quei krapfen mignon alla crema che mi sparavo uno dietro all’altro quando ancora non avevo perso il gusto e ne avrei divorati duecento. Però evidentemente esiste un altro Giannino che in questi giorni di coronavirus non va in chiesa e ficca il naso anche dove non dovrebbe. Per esempio nelle cose del Coni, di cui è stato presidente per quattordici anni ma non lo è più da sette, solo per il piacere di mettere il bastone tra le ruote al suo eterno rivale Giovanni Malagò. O che s’attacca nerissimo al telefono e, agitato come una biscia, minaccia querele a rotta di collo. Come mi è stato segnalato sia successo anche al povero Bobo Bernardini di Pianeta Basket al quale ha intimato di togliere subito dalla rete l’editoriale scritto contro di lui altrimenti avrebbe dovuto fare i conti con il suo avvocato. E Bernardini con la coda tra le gambe ha ubbidito. Ora, a parte il fatto che qualche volta evidentemente i blog li legge, e quindi è pure bugiardello, e che piuttosto non gli sfugge niente di quel che gli succede intorno nell’arco di mille chilometri, l’importante è capire con quale dei due gemelli Petrucci hai a che fare: se con Giannino-1 o Giannino-2. E io credo d’esserci riuscito dopo aver attentamente letto le sue ultime sparate. E’ senza dubbio Giannino-1 quello che il 12 marzo dichiara: “Qualcuno non ha capito il dramma. Manca una cultura sportiva e umana. Credono che lo sport sia sacro. Andrebbero invece fermate le Coppe europee perché il solo pensiero di far giocare le partite a porte chiuse non è sport e mi mette i brividi”. Che ce l’avesse con Jorge Bertomeu commissioner dell’EuroLega? Garantito al limone. Mentre è invece Giannino-2 quello che una settimana prima aveva garantito: “La giornata scorsa (1 marzo) è stata rinviata a causa del coronavirus con l’accordo di tutti, ma domenica prossima si deve giocare anche a porte chiuse se necessario”. Bene. Ci siamo? No perché nemmeno l’8 marzo la serie A è scesa in campo. E allora provate a indovinare voi, dal momento che io ci ho già rinunciato, se è Giannino-1 o Giannino-2 il presidente della Federbasket che domenica scorsa in un’intervista al Carlino ha definito “patetiche” alcune società che sono in sofferenza o dal punto di vista della classifica (Pesaro, Pistoia e Roma?) o da quello economico (Cantù e Brescia?) “che mi mandano messaggi di sospensione immediata del campionato pensando che il prossimo autunno si riparta con il criterio del volersi bene o di una certa clemenza”. Veramente a me risulta che anche Trento, Varese e l’eroico Frank Vitucci (Brindisi) vogliano chiudere qui la stagione nonostante non appartengano né alla prima né alla seconda categoria indicate (e minacciate) da Petrucci. Così come faccio fatica a comprendere la ragione per la quale due club dal futuro incerto come Reggio Emilia e la Fortitudo, che è in ritardo con il pagamento degli stipendi, stiano come del resto Trieste dalla parte del poker di società che hanno i milioni da buttare dalla finestra e non con i peones. Ma non è ancora finita. Uno dei due Giannino, penso l’uno, cioè quello che s’intrufola in faccende che non sono più sue, è andato giù duro sia ieri che oggi sulle Olimpiadi di Tokyo. Ieri: “I Giochi non si possono fare: è evidente e quasi impossibile”. E oggi sul suo giornale preferito (nella foto): “Non c’è più tempo: rinviate i Giochi”. Ovviamente non ho letto l’intervista rilasciata a Cruciverbo Bartezzaghi perché non ho mica il tempo da perdere che avete voi. Mi sto impegnando infatti a cercare di capire perché Giannino-1 dice che le Olimpiadi che si disputeranno dal 24 luglio al 9 agosto si devono subito rinviare mentre Giannino-2 afferma che il campionato che non potrà iniziare, bene che vada, prima di metà maggio per concludersi entro il 30 giugno, si debba giocare a qualsiasi costo. Anche a porte chiuse. Mistero gaudioso. Forse perché, nel caso di un auspicabile annullamento di questa benedetta serie A, come sostiene anche Re Carlo Recalcati, non vuole trovarsi nei panni del Ponzio Pilato che deve decidere se assegnare o meno lo scudetto alla Virtus Bologna che presto Luca Morticia Baraldi reclamerà senz’altro. Ebbene il Giannino 1, che ha baruffato animatamente con Massimo Zanetti a bordo parquet di Tenerife durante la disputa delle final four della Coppa Intercontinentale, tanto che anche i tifosi degli ultimi posti in curva li hanno visti accalorarsi di brutto, mai e poi mai darebbe a tavolino il titolo alla Segafredo, mentre il Giannino 2, più politico e furbo del suo gemello, potrebbe anche rifare la storia e nelle vesti di Abele potrebbe uccidere Caino e far pace con Zanetti appuntandogli al petto il tricolore e ingraziandosi in questo modo, come gli piace molto, un altro ricco signore del basket dopo Armani, Sardara e Brugnaro. Sempre che la cosa non faccia poi saltare la mosca al naso di Ettore Messi(n)a e del sindaco di Venezia. E qui potrei anche cacciarmi a letto e chiudere il pezzo coi tre puntini che non ci starebbero neanche male se Gianni Mura non li avesse in vita tanto detestati almeno quanto i punti esclamativi. No, Gianni, così non vale: te ne sei andato oggi senza che nessuno possa venire lunedì al tuo funerale. O forse l’hai fatto apposta. Perché eri fatto in questo modo: grande ma schivo. In prima fila in tutti gli sport, ma quasi sempre in disparte. Da domani mi mancheranno i tuoi burberi Sette Giorni di Cattivi Pensieri che spesso in verità non condividevo. Ma potrò ricordare due Tour de France passati meravigliosamente insieme correndo dietro a Indurain e a Pantani. E che cene. E che vini. E che Calvados. Senza punto esclamativo. E che lieve ti sia la terra come avrebbe scritto il tuo Maestro Gianni Brera. Di cui sei stato l’unico erede tra tanti orfanelli.