La mosca bianca: Agnelli si scusi con Allegri e lo richiami

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I giornali la mattina li sfoglio e la sera li leggo. Tranne la Gazzetta che la sfoglio soltanto. Dato che offre ben poco da leggere. Mentre i medici mi hanno proibito di comprare La storia del calcio in 50 ritratti di Paolo Condò perché mi hanno detto che cinquanta zuccherini, anche uno solo al giorno, avrebbero alzato la mia glicemia alle stelle e non è proprio il caso con quello che già ho su per il naso (leggi rino-faringe) Il Bombolone di Trieste era ieri pomeriggio in televisione uno degli ospiti di Marco Cattaneo dopo Fiorentina-Juve assieme a Massimo Ambrosini e Lele Adani. Dei quattro di Sky non so chi stesse più nella pelle per lo stop dell’odiata Signora che ha perso lo scettro del campionato che deteneva dall’11 marzo 2018. Ovvero da ben 51 giornate e 18 mesi. Quando con una doppietta di Dybala, e non c’era ancora Cristiano Ronaldo tra i piedi, mise in ginocchio l’Udinese, mentre il Napoli, pareggiando 0-0 a San Siro con l’Inter, fu scavalcato in testa alla classifica pur con una partita in più dei bianconeri. Però ora l’allenatore dei campioni d’Italia non è più Max Allegri, ma purtroppo Marx Sarri che è il loro pupillo e allora per oltre mezzora i tre opinionisti eccellenti di Murdoch hanno preferito elogiare i viola di Vincenzo Nutella che non vincono al Franchi dal dicembre dell’anno passato senza mai nominare il Profeta del calcio-spettacolo da Figline Valdarno. Che, quando ha preso la parola, ha dato tutta la colpa al caldo e agli infortuni di Douglas Costa e Pjanic, oltre ai crampi di Danilo al quarto d’ora della ripresa (!), che non gli hanno permesso di fare i cambi che avrebbe voluto fare. Però, ha aggiunto, la prestazione è stata buona dal punto di vista caratteriale. Meno male. Ora sarò anche una mosca bianca (nella foto), fastidiosa e impaziente, stupida e ribelle, ma vorrei far presente a Sarri che non è alla guida del Tegoleto e che una Juve così orrenda e dimessa, slegata e goffa, non la vedevo dai tempi di Champagne Maifredi del secolo passato. D’accordo, è presto per trarre conclusioni affrettate e magari sarò smentito mercoledì a Madrid con l’Atletico, lo spero ma non ci credo, però se una partita del genere l’avessero giocata i bianconeri dell’Acciuga livornese sarebbero stati tuoni e fulmini, processi a catena e critiche a più non posso anche e soprattutto da parte dei gobbi sciocchi che non si sa bene cosa vogliano. La Champions? Questo l’ho capito, ma otto scudetti di fila non si possono lo stesso buttar via con un colpo di spugna solo per una doppia sfida dei quarti di finale andata storta con l’Ajax. Quel che preoccupa di questa nuova e bulimica Juve, che è costata una follia, è una difesa (a zona) che fa acqua sulle palle inattive (corner e punizioni dalla trequarti) e che concede troppo agli attacchi avversari nella sua area di rigore. Difatti a Firenze gli è andata ancora bene perché le inzuccate di Dalbert e Milenkovic non sono state velenose come le conclusioni di Manolas, Lozano e Di Lorenzo quindici giorni fa con il Napoli. A centrocampo non c’è pressing, mancano le idee e i lanci a parte uno di Bentancur e un altro di Higuain nei minuti finali. Ma soprattutto è la condizione fisica di tutti che mette paura. Tanto che mi viene da pensare che Sarri abbia sottoposto la squadra ai lavori forzati altrimenti non si spiega perché nessuno corra e al massimo trotterelli sull’erba. Dei singoli poi sarebbe meglio non parlare visto che per me solo il Pipita ha meritato la sufficienza nel secondo tempo. Mentre Ronaldo è stato da quattro: una punizione ancora una volta sulla barriera, un tiraccio al volo che ha arato la terra e una rovesciata di stinco. Un po’ poco mi sembra perché Mamma Rosa gli abbia regalato un inspiegabile 5.5 in pagella. E Bernardeschi? Mi sembra un cavallo coi paraocchi che si è smarrito all’ippodromo e che pure è stato pagato più di un purosangue (50 milioni). Bonucci è ormai una farfalla giuliva, Matuidi è più lento della nonna di Pjanic in carriola, Danilo e Alex Sandro fanno le aste e già un punto e virgola diventa per loro un problema. Quanto a De Ligt è meglio che mi morda la lingua. E questa dovrebbe essere una Juve che allunga le mani sulla Champions tra stelle filanti e coriandoli, fuochi d’artificio e numeri da circo? Per favore. E’ una Juve che vincerà anche lo scudetto: ci mancherebbe altro. Ma non prima di Pasqua e non dopo le dodici fatiche di Eracle. E quindi, dal momento che Allegri è ancora sotto contratto sino a giugno, perché Andrea Agnelli non gli chiede scusa e gli riaffida la squadra prima che sia troppo tardi e vengano a galla pure gli errori di mercato commessi da Nedved e Paratici che hanno comprato male e venduto anche peggio (Spinazzola e Cancelo)? Ho esagerato? Solo un cincinin forse, ma il paradosso è il succo di frutta della satira. E poi, per dire l’ultima, se l’Inter del Conte Antonio conquista il titolo al primo colpo dopo dieci anni di vacche magre, io che faccio? Mi chiudo in un convento oppure tifo Napoli? Tifo Ancelotti e mando in mona(stero) Sarri.