Bravo Superbone ma in Italia non c’è solo Luca Vitali

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Corrono sul lungomare, arbitri e allenatori. A mezzogiorno. Forse anche per saltare il pranzo. Vanno tutti di buon passo, ma appena mi vedono seduto sulla panchina dei pensionati riescono ancora ad accelerare. Onde per cui adesso mi domando: corrono o scappano? E lascio rispondere a voi. Rispondo invece a Marco Bonamico che mi ha rimproverato perché ho accompagnato alla piada il Lambrusco. Caro Marine, lo so benissimo che in Romagna si beve il Sangiovese, ma se a me piace il Lambrusco non sarà anche questa una colpa? Già me ne dicono tante. Ma non piango. Altrimenti sarei uguale a loro. Né mi sento una vittima del sistema. Perché in fondo questo sistema è il mio mondo. Che mi diverte ancora. Non lo nego. E salto anch’io il pranzo per raccontarvelo. O per non tornare ad essere ciccio(ne) come Tranquillo? Se prendete una via di mezzo non vi sbagliate. Sbaglio semmai io a pensare che tutti leggano le mie stupidaggini. Di sicuro so che Bonamico mi legge. Come il suo amico Renato. Ovviamente Villalta. E ne vado fiero. Forse Roberto Brunamonti no, ma non importa: non sa quello che si perde. Faccio anch’io il Superbone e così la smetto di divagare. Che è la mia passione non tanto nascosta. Ma prima confesso che ho un debole per Federica. Chi è Federica? Non vi posso mica dire tutto. E poi non lo sa neanche lei. Voglio solo capire se almeno mi legge mia figlia Giorgia. Temo proprio di sì. E allora già mi aspetto che lunedì mi apra come una verza. Scherzi a parte. Dalla terrazza all’ottavo piano dell’ErbaVoglio, il gentile hotel che mi ospita a Rimini, vedo il mare che luccica e i bambini del patronato che giocano a basket all’ombra della chiesa. Uno spettacolo. Anche senza occhiali da sole. Però vi stavo dicendo di Superbone che ieri sera si è messo in tasca la Reyer e l’ha sbattuta fuori dalla Coppa Italia. Che avrebbe dovuto vincere l’Avellino di Sacripantibus, ma vi siete in molti sbagliati: capita. Così come è successo che proprio Luca Vitali qualche anno fa, al massimo cinque, fosse rimasto senza squadra: nessuno più lo voleva e se lo prese Artiglio Caja a Cremona. Cambiandogli la testa. Ve lo ricordavate? Presumo di no. Ma non importa. Quel che per voi conta adesso è che Superbone sia un azzurro. E chi l’ha detto? Certo è meglio di Peppe Poeta. E non ci vuole molto. Ma Poeta porta la borsa al Gallo, mentre Vitali prima della cura Caja pensava solo a se stesso e non avrebbe passato la borraccia d’acqua nemmeno ad un morto di sete. Ora invece è il re degli assist, Berggren non ha più parole per ringraziarlo e Brescia vola altissima. Però di qui a dire che Ettore Messina deve portarlo per forza ai prossimi Europei non è poi così scontato dopo che ha lasciato a casa dal preolimpico Ryan Arcidiacono, mvp delle final four della Ncaa con Villanova, e uno specialista come Ricciolino Della Valle. E non venitemi a raccontare che Arcidiacono non può giocare in nazionale perché vi fareste ridere dietro. Che poi Poeta a me sia più simpatico di Superbone questo è tutto un altro discorso. Così come sono straconvinto che contro la rabberciata e un po’ moscia Venezia di Ray-Ban De Raffaele, il migliore della Leonessa del buon Andrea Diana sia stato il Marcus Landry che Re Carlo Recalcati avrebbe voluto portare in laguna prima di litigare con Napoleone Brugnaro. E, più ancora di Luca Vitali, che sia stato prezioso alla causa bresciana il David Moss new look che non piace solo alle donne e a mia figlia, ma soprattutto a quelli che ne capiscono un cicinin di pallacanestro. Ammesso e non concesso che nella tribuna-stampa della Coppa Italia ci sia un solo giovane giornalista con la gi maiuscola che non faccia anche il tifoso della sua squadra del cuore. Mala tempora currunt sento dire in giro. E invece sarò anche un ostinato bastian contrario, ma io tutto questo pessimismo cosmico non lo condivido. Intanto non c’è nessuno di Sky che urla e che parla d’evento del secolo come del resto purtroppo fa anche per una sfida paesana a boccette. Però i quattro quarti di finale di Rimini sono stati entusiasmanti e agonisticamente o kappa. Né penso d’essere uno di bocca buona o un ArLecchino del carnevale di Mamma Rosa, ma sono tre giorni che mi sto proprio divertendo e non mi vergogno di confessarlo. Piuttosto corro e scappo perché le semifinali sono dietro l’angolo. Il pronostico? Credo che sarà Milano a giocarsi la Coppa con il Banco di Sardara. A meno che non nevichi e allora vorrà dire che domani andrò in fiera con i piccoli sci di fondo che mi sono portato appresso per qualsiasi (gradita) evenienza. Mentre andrei sul serio coi piedi di piombo prima di dare per morta la Reyer che domani annuncerà l’acquisto di Batista, l’ex dell’Armani, e tra un mese recupererà Stefano Tonut. Che non è male. E pure lui forse un azzurro da non trascurare.