Venezia-Brindisi, una sfida che non vedevi l’ora finisse

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Devo dire la verità: me ne sarei andato dal Taliercio già prima della fine del primo tempo. Dopo cinque minuti Frank Vitucci aveva perso per infortunio (muscolare) il suo playmaker, Wes Clark, e non mi sembrava, come poi è stato, che gli altri brindisini, ad eccezione di Jeremy Chappel e John Brown, avessero ieri molta voglia di far bene. La Reyer invece sta attraversando un momento nel quale tutto le riesce difficile e le viene male. Non so se peggio in difesa o in attacco. Dove nel tiro a segno che vale tre punti solo a Bramos è riuscita la doppietta, mentre Haynes (0/4) e Daye (0/5) non ne hanno indovinata mezza e non è che Giuri (1/5) e De Nicolao (1/4) siano stati molto più devastanti di loro. Insomma ne avevo già viste sin troppe per i miei gusti. Che evidentemente non sono quelli dell’Anonimo veneziano che nelle pagelle sul Gazzettino è stato più largo di manica di un frate cappuccino: 7 a Bramos, e passi per via dei nove rimbalzi strappati con le unghie e con i denti, e 7.5 a Mitchell Watt che si è elevato una spanna sopra tutti, ma i 6.5 regalati a Daye e a De Nicolao non stanno né in cielo né in terra. O, meglio, mi fanno dubitare d’aver visto un’altra partita. In più, prima dell’intervallo, ho anche questionato con un tizio che in loggione avevo seduto davanti e che si è picchiettato la tempia con l’indice quando mi sono permesso di criticare il suo divino quanto irritante Austin dopo che mi erano cadute le braccia per l’ennesima stupidata commessa con leggerezza dal figlio di Bunny che a volte chissà mai chi si crede d’essere. Ora non nego d’aver preso di mira Daye da un bel pezzo, ma nemmeno penso d’essere l’unico in laguna al quale il giovanotto meglio pagato da Napoleone Brugnaro non sia riuscito negli ultimi tempi a far perdere la pazienza. Che poi io sia un mentecatto non serviva che me lo ricordasse quel signore che ha insegnato – a suo dire – quindici anni pallacanestro in non so quale squadretta tra calli e campielli. Sarebbe bastato che lo avesse chiesto al mio amico Nico grande e grosso o a Massimo Iacopini con la gentile consorte che glielo avrebbero subito confermato senza creare tutto quel baccano. Mentre sul parquet il numero 9 oro-granata buttava via avventatamente un’altra palla e Walter Ray-ban De Raffaele s’affrettava furioso a richiamarlo in panchina. E’ pure vero che al livornese d’Ovosodo le cose non stanno girando per il verso giusto. Julyan Stone ha perso l’aereo da Charlotte dove si era recato per i funerali del nonno. Stefano Tonut ha una caviglia che si è storto otto giorni fa nella brutta sconfitta con Varese e difatti oggi non è nemmeno partito per Israele dove domani la Reyer affronta in Champions l’Hapoel Holon che è un’avversaria parecchio tosta. Cioè di quelle contro le quali c’è il rischio di romperti sul serio l’osso del collo. Però vi giuro che in serie A è difficile vedere una partita che non vedi l’ora che finisca come Venezia-Brindisi (nella foto, ndr) di domenica sera. Pur con tutta la simpatia e la stima che ho per i due allenatori è stata infatti una gara a chi tra i giocatori d’entrambe le squadre l’avrebbe combinata più grossa. Ovvero di tutti i colori in un duello che ha avuto invece rarissime sfumature di basket. Di sicuro De Raffaele non va matto per Deron Washington come l’anno scorso non ha fatto i salti mortali per Dominique Johnson e quindi tanto vale che lo sostituisca in fretta dal momento che l’ex Fiat, così come DJ, non gradisce d’essere usato con il contagocce. Al buon Paisà di Cannaregio avrei viceversa domandato chi avrebbe buttato prima in canale tra Riccardo Moraschini (2 punti in 25’ e -1 di valutazione) che ha sostituito Diego Flaccadori nell’ultima nazionale di Marameo Sacchetti e uno a caso tra gli americani Erik Rush e Adrian Banks. Per non parlare di Alessandro Zanelli e Wojciechowski, ma questo è quel che passa il convento di Marino Yellow Submarine e allora sapete cosa mi domando? Come abbia fatto l’Happy Casa a vincere sinora cinque partite su dieci. Un miracolo di Frank. E mi chiederei anche quanta fatica dovrà fare ancora per salvarsi senza un playmaker di vaglia se almeno conoscessi i risultati delle partite di Pistoia, Pesaro e Trieste che stasera andrò comunque a seguire su Eurosport Player assieme a Sassari-Milano. Mi hanno detto piuttosto che la Varese di Artiglione Caja ha stordito anche la Torino di Charlie Brown. Però questo non mi suona strano. Come la virgola di Paul Biligha, l’idolo di Ciccioblack Tranquillo, in un quarto d’ora di magnifici e inutili salti a vuoto.