Solo Paternicò poteva ancora far arrabbiare Napoleone

Sono proprio vecchio se questo basket da due soldi mi sa dare ancora emozioni forti che riescono a commuovermi come un bambino. Ho detto vecchio e non anziano: mi raccomando. Guai a voi. Solo gli scribi ipocriti e i farisei over 6070 s’indignano infatti se li chiami vecchi. E comunque, lasciando perdere il Vangelo secondo Matteo, la Banda Osiris di Ciccioblack Tranquillo e il neofascismo dilagante di Giorgia Meloni che ha fatto fuori tutti i comunisti di Raitre, da Fabio Fazio a Lucia Annunziata per dar spazio ai camerati Nicola Porro e Monica Setta, mi sono emozionato – lo confesso – abbracciando Paolo Vazzoler quando tutto il Palaverde è sceso due settimane fa sul parquet per festeggiare l’insperata salvezza della Nutribullet e per questo – robe da matti – il campo di Treviso è stato squalificato per un turno dagli stessi solerti giudici di Giannino Petrucci che non hanno preso invece alcun provvedimento nei confronti delle bestie di Scafati che qualche giorno prima avevano preso d’assalto nel sottopassaggio i giocatori e il presidente di Brindisi, Fernando SottoMarino. Pur avendo vinto d’un punto (85-84) la partita con la complicità degli arbitri Bobo Begnis, Gabriele Bettini e Sergio Noce che, vista la mal parata, se l’erano data a gambe rinculando, affannati, negli spogliatoi e ovviamente perdendosi tutta la squallida scena. Mentre il designatore Marco Giansanti era centrato da una bottiglietta d’acqua (piena) che non si è ancora accertato se fosse con gas o senza. E soprattutto chi l’avesse lanciata.

Mi dicono che in tempi brevissimi l’inchiesta federale sarà comunque chiusa. Magari a Ferragosto. Se non due giorni prima per il mio 74esimo compleanno. O al massimo prima delle feste di Natale. Per non parlare della ridicola multa che hanno appioppato al club di Nello Longobardi, il re del pomodoro in scatola. Il quale per evitare la contemporaneità delle partite dell’ultima giornata dell’irregular season, ha fatto piovere stelle filanti e coriandoli sul parquet di Scafati al fischio d’inizio di Sahin, Giovannetti e ancora Noce da Latina. In modo tale che la sfida decisiva con la Germani Brescia è iniziata ben tredici minuti dopo tutte le altre.

Sono davvero vecchio se, oggi come oggi, vado matto per le mele cotte con lo zucchero. Oltre che per il brodo di gallina, meglio se di capone, quando fa freddo, e per le ciliegie come è strarisaputo durante la stagione dei playoff. Per comprare le quali che vengono dalla Spagna, solo un chilo, ho dovuto stamattina chiedere un muto in banca. Sono ormai così vecchio e stanco che se soltanto tre anni fa Dazn mi avesse fatto lo scherzo che mi ha fatto ieri d’oscurare tutte le trasmissioni almeno sino a domani senza darmi una spiegazione, avrei sfasciato il televisore e avrei stracciato i due abbonamenti che ho con la tivù di Diletta Leotta innamorata pazza di Loris Karius, il portiere tedesco del Newcastle dal quale avrà un figlio tra tre mesi. E qui mi fermo, prendendovi in contropiede, perché la mia pancia fa i capricci come Dazn e devo passare a prendere Nico per andare insieme al Taliercio dove tra meno d’un’ora comincia gara 2 dei quarti di finale che altrimenti non saprei come in altro modo vedere. E così vi lascio con la curiosità anche di sapere perché Napoleone Brugnaro, nella foto, non ha resistito sabato a non mandare a quel paese pure lui Camel(it)o Paternicò nonostante gli altri due fischietti del match col Banco di Sardara, ossia Baldini e Borgioni, abbiano fatto diventar matto il povero Pierino Bucchi. O perché mi sono tanto emozionato ancora per questo basket da due soldi. A domani, dunque, quando completerò l’articolo raccontandovi anche dei 2.500 mestrini accorsi sugli spalti del Taliercio dopo 34 anni come in una partita infrasettimanale di EuroCup della Reyer. Battendo oltre tutto la Bielle Livorno 70-62. Nella speranza che nel frattempo mi aggiustino Dazn e che mi passi questa benedetta dissenteria-canaglia…        (continua domani)

Ps: ad essere sincero credo invece che domani purtroppo scriverò d’altro dopo che Sassari ha mortificato in serata la Venezia orogranata di Brugnaro con un impietoso 55-81 che la dice lunga su quanta fretta abbia avuto il sindaco a mandar via Walter De Raffaele e ad allungare il contratto a Olivetta Spahija.