Ma allora le mele marce non erano Hackett e Melli?

melli

Il Pesciolino rosso vince il Mestre Film Fest. Non posso crederci: ditemi che è uno scherzo. E invece è proprio un bel titolo sparato a quattro colonne. Leggo anche che “il video condensa, nell’arco di cinque minuti e senza dialoghi, l’estetica delle immagini unita a una narrazione forte”. Ma come parlano difficile questi critici di cinema? Bastava dire che il mio Pesciolino rosso, al secolo Federico Casarin, se anche apre bocca e nessuno lo sente, si è meritato comunque un premio dal primo cittadino di Venezia-Mestre che l’ha promosso presidente della Reyer. Lo so benissimo: è più facile andare d’accordo con la moglie che con Napoleone Brugnaro. Che se però sapesse le cose che so io, e che il Pesciolino rosso evidentemente gli tiene nascoste, magari scatenerebbe tutti i diavoli dell’inferno con qualche suo giocatore, che pesantemente sgarra, e non con Re Carlo che non sa più da quale parte prendere l’anguilla che gli scivola tra le mani. Anche Venezia, come del resto Reggio Emilia, Trento e Brindisi, ha perso a metà settimana in Eurocup, ma per fortuna il sindaco era a Bruxelles in altre faccende, molto più importanti, affaccendato. E ora o vince a Nancy o è praticamente fuori. Mala tempora currunt. A parte infatti Cantù, che gioca la Coppa Fragola, per il resto in Europa siamo a cartoni. Cioè nell’anticamera della camera a gas. Se non già alla fine della festa come l’Enel di Marino e il Banco di Sardara che insieme non hanno portato a casa neanche un successo per sbaglio in tutto il girone d’andata. La Gazzetta, chissà perché, non si perde dietro a queste cose offrendo al massimo ai suoi lettori i risultati delle nostre brucianti sconfitte in Eurocup. Ovvero ripetiamoli: Gran Canaria-Grissin Bon 76-67, Brindisi-Alba Berlino 68-72, Trento-Bilbao 75-80 e Venezia-Saragozza 77-79. Eppure il buon Massimo Oriani nel suo fondino del lunedì aveva lanciato il grido d’allarme: il bilancio delle Magnifiche (neanche tanto, ndr) quattro del nostro campionato, ossia Milano Reggio Sassari e Venezia (in ordine alfabetico), è “un patetico 19 vinte e 49 perse” negli ultimi tredici mesi in Europa. Che, aggiornato a ieri sera, dopo l’ennesimo e mortificante tracollo dei campioni d’Italia in casa con il Bamberg di Gas Gas Trinchieri, è ora di 19 vinte e 53 perse. Un’autentica vergogna. Ma è stato, caro Max, come parlare ai sordi. Se infatti è diventata ormai una regola che dalle spagnole prendiamo solo sberle, anche dal Saragozza di Drake Diener (5 su 7 nelle triple) che nella Liga ACB è al terz’ultimo posto, quattro semplici calcoli li ho fatti anch’io e allora ti dico che alla fine del girone d’andata delle due coppe su 29 partite (il derby tra Grissin Bon e Enel non vale) ne ha vinte tre la dignitosa Trento, due Venezia e Reggio Emilia, e una Milano all’esordio. Otto in tutto: un po’ pochine per essere solo al primo turno. E poi ancora ci si lamenta se nella prossima Eurolega l’Italia sarà rappresentata per grazia ricevuta (licenza A) solo dall’EA7 e se agli ultimi Europei la nazionale di Pianigiani non ha conquistato una medaglia. Quando c’è Malaga, imbattuta nel girone di Sassari, che ieri ha vinto a Mosca con il Cska, e non di poco (78-86), ed è stata scartata dall’Eurolega. E il suo allenatore, Joan Plaza, ha mandato giustamente tutti quanti a scopare il mare. Di Milano preferisco non parlare altrimenti direi cose poco carine che nemmeno una moglie urlerebbe al marito che scopre a letto con l’amante. E lui le dice che non è come lei pensa: “Lasciami spiegare”. Cosa? Semmai lasciatemi soltanto immaginare che, se la potessi costruire io una squadra attorno all’intoccabile Alessandro Gentile con lo stesso budget che Giorgio Armani ha messo a disposizione anche quest’anno ai mercanti dell’Olimpia, non dico che la farei migliore, ma almeno dieci volte più forte e divertente. E gli restituirei pure qualche euro. Però anche mi chiedo: come fa lo stesso Giorgio Armani a non domandarsi: ma non mi avevate fatto credere che le mele marce erano Hackett e Melli? Ora Danny Boy è stato giovedì a Istanbul favoloso nell’Olympiacos che a meno di mezzo minuto dal termine del duello con l’Efes perdeva di cinque punti con Spanoulis fuori gioco. Ebbene canestro da tre impossibile, palla rubata a Heurtel, contropiede, fallo subìto e due liberi realizzati, assist per Strawberry e successo all’overtime. Il tutto griffato Daniel Hackett. Ma perché anche queste cose la Gazzetta non ve le racconta? Quanto a Nicolò Melli con una ci e due elle vi giuro che d’ora in avanti non lo chiamerò più CamoMelli o BonoMelli. Perché il due metri e cinque di Reggio Emilia che ho visto ieri sera a Sassari, signore e padrone assoluto del Bamberg, non poteva essere il CamoMelli o il BonoMelli addormentato e spaesato di Milano. E qui mi copro anche il capo di cenere e m’inchino al cospetto del mio Gas Gas, che mi diverto a prendere per il cesto, ma che sinceramente ha fatto con Melli un autentico capolavoro trasformandolo in un ottimo giocatore di personalità e tutto sostanza. Chapeu.