L’Italia di Messina piace perché va all’assalto come la Reyer

lituania italiaHo tre parabole e tre decoder, due tessere My Sky che mi faranno finire sul lastrico, e neanche voglio pensare quanto mi costeranno dal primo di ottobre quando dovrò pagare tredici (doppi) abbonamenti annui alla tivù di Murdoch. Tuttavia, se voglio vedere in santa pace l’Europeo di basket in esclusiva sui canali sportivi di Matteo Mammì, il moroso e gran capo della bella Diletta Leotta, che io penso porti ormai il tacco 20 per non sembrare più piccola di Ilaria D’Amico, mi devo chiudere in bagno e accontentarmi di seguire Lituania-Italia sul preistorico tablet. Grazie a Sky Go. Si fa per dire. Dove le immagini vanno e vengono specie quando, come ieri pomeriggio, fischia il vento e infuria la bufera. Seduto sulla tazza e col volume al minimo. Altrimenti la senti la Tigre. Che già ha minacciato il divorzio se “ascolti ancora quello che urla come un ossesso e non so come fai a sopportarlo”. In effetti il pupillo di Matteo Mammì e Diletta Leotta un cicinin esagera. “L’attacco lituano – strillava – si schianta contro il muro azzurro: grande Italia, grande Paul Biligha, grande Ettore Messina”. E pensare che eravamo sotto di quattordici punti (41-55) e ci è andata ancora bene se abbiamo perso solo di cinque (73-78). “Incredibile, bellissimo. Che dico? Perfetto tiro di Belinelli. Peccato che abbia colpito il ferro e non sia entrato nel canestro”. Ora sarò anche d’antico stampo, però mi hanno insegnato al patronato che un tiro è perfetto solo se la palla frusta la retina e fa un rumore unico al mondo: inconfondibilmente sordo e allora sì fantastico. Semmai contro i lituani, il doppio di noi, sono state spesso ottime le scelte di tiro azzurre e le azione d’attacco che l’hanno preceduto, ma questo è tutto un altro discorso. Che dovrei spiegarvi alla lavagnetta. L’ultima delle quali ho però sfasciato in testa all’Alessandro Mamoli, credo con una emme, che ride sempre: sia che si perda, sia che si vinca. E Paperoga Crespi, alias Lupo Ezechiele, non ha voluto, chissà perché, prestarmi la sua. Santa pazienza. Provo comunque a farmi capire lo stesso e a convincere anche voi che questa nazionale di Messina non scopiazza il basket dei San Antonio Spurs di Gregg Popovich, come sostengono Mamoli e Crespi, ma semmai quello della Reyer campione d’Italia di Walter Ray Ban De Raffaele. E per questo mi stuzzica l’appetito, mi piace e mi diverte. Specie quando gioca coi quattro piccoli e uno dei quattro è Ariel Filloy. Mentre vi sbagliate di grosso se pensate che me la sia messa via sul fatto che presto mi arriverà la doppia fattura di Sky, cioè ogni quattro settimane e non più una sola volta al mese. Di modo che dovrei versare annualmente alla tivù di Tranquillo non solo la tredicesima ma anche la quattordicesima. Sono forse diventato una banca? Già sono un bancomat. E in più non posso nemmeno disdire l’abbonamento a Premium perché Sky neanche per questa stagione mi mostrerà la Juve in Champions. E nemmeno la Roma e il Napoli. Robe da non credere. Che Stefano Olivari, laureato alla Bocconi, per la verità ha già amabilmente contestato sul suo coraggioso Indiscreto. Tornando agli azzurri, Hackett-Filloy-Belinelli-Datome: perché no se Melli ha un ginocchio che fa i capricci e Biligha (nella foto) è quello che è? Ovvero uno splendido grillo però con le antenne quadre. Come Haynes-Filloy-Stone-Bramos. Più un lungo a scelta: può andar bene persino Cusin e sarebbe tornato utile anche Cervi. Come lo sono stati Ejim e Batista a Venezia. Tanto piccoli siamo e grandi mai lo diventeremo. Ma correndo e accelerando, girando svelti la palla e tirando da tre come Dio comanda, mordi e fuggi, possiamo rendere lo stesso la vita difficile a tutti. Senza tante lavagnette e questi benedetti pick and roll che mi hanno ormai rotto. Come qualcuno di Sky che per fortuna quest’anno non trasmetterà più la serie A e l’EuroLega. Così magari disdico uno dei due abbonamenti e mi gioco la tredicesima sull’Italia dei bassotti che arriverà comunque seconda in un girone nel quale la Lituania ha perso con la Georgia. Che a sua volta le ha prese dalla Germania, nostra avversaria domani, e dall’Ucraina che è stata sabato zittita dal solo Divino Belinelli. E chi ci capisce qualcosa è bravo. Che dico? Un genio.