Il professor Micov sale in cattedra anche a Istanbul

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Terzo colpaccio in trasferta dell’Armani in altrettanti viaggi d’EuroLega quest’autunno lontano dal Forum: stavolta a Istanbul. Contro chi? Con il Darussafaka. Capirai. Lo sapevo: qualsiasi buona cosa fa la Milano dei canestri va comunque di traverso a tutti quelli, e sono un esercito, che non possono vedere Simone Pianigiani dai tempi degli scudetti di Siena e poi della nazionale che in verità, dopo Carlo Recalcati, non ha avuto un cittì migliore. E difatti il giorno in cui Giannino Petrucci prenderà atto di questo o sarà tardi o si sarà ormai mangiato le palle. E quindi è anche tempo perso che vi spieghi per esempio che il Darussafaka ha vinto l’anno scorso l’EuroCup e già vedo le smorfie e le faccette che fate. Bene o male l’EuroCup è la seconda coppa del basket nel vecchio continente. Mentre la Fiba Europe Cup è la quarta. A meno che non la conquisti la Reyer e allora cambia tutto: è quasi festa nazionale che per Napoleone Brugnaro deve durare sino al 13 settembre quando compie lui gli anni e spara in cielo fuochi d’artifici che, al confronto, quelli del Redentore sono bengala nelle mani dei bambini davanti all’albero di Natale. Mentre la Fiba Europe Cup merita appena il risultato sul giornale di Mamma Rosa se è la Varese di Caja a vincere 71-89 come è successo ieri in Portogallo col Porto. Figli e figliastri: la solita storia. L’Armani col vento in poppa è adesso, vi piaccia o no, quarta in classifica con cinque successi e due sconfitte contro le imbattute Cska e Real. Bene, no? Pare non ancora. Anche se stasera la Cenerentola montenegrina di Buducnost ha rifilato ai baschi del Vitoria un pesantissimo 99-84 e il Fenerbahce di Obradovic e Melli (10 rimbalzi) ha per il rotto della cuffia espugnato il Pireo con appena un punto in più segnato dell’Olympiacos che con Milano aveva perso nel palazzo del vecchio porto ateniese di ventiquattro (75-99). E così, se Pianigiani dichiara non a torto che in EuroLega non c’è nessuna partita che si può considerare una passeggiata, e neanche in Champions, la terza coppa europea, dal momento che la Reyer a Mestre è stata castigata dal Tenerife e dal Nanterre, per altro due buone squadre, farebbe molto meglio a star zitto, come gli consiglio sempre. Perché tanto il mondo pensa che l’Armani, con quel che costa, deve come minimo centrare le Final four che quest’anno si disputeranno proprio alla Fernando Buesa Arena, dove gioca il Baskonia, e poi magari se ne riparla. Una volta avrei detto “passami gli steno” poco dopo l’inizio della sfida della Volkswagen Arena di Istanbul: 8-17 con due bombe di Bertans e una del professor Micov (nella foto dove si allunga i tatuaggi, ndr) e prima ancora che si scatenasse Mike James (alla fine 21 punti) e che il rientrante Nemaja Nedovic di triple non ne sbagliasse neanche una (4/4). Oggi quella degli amati stenografi è una categoria in via d’estinzione. Peccato. Come gli orsi polari o gli inviati della Gazzetta che ormai Papà Urbano Cairo manda in giro solo dietro al calcio o al Ghiro d’Italia. Mentre i figliastri della palla nel cestino devono spesso guardarsi persino la partita di Milano in trasferta d’Eurolega davanti al televisore. E, se non la mostra nemmeno Eurosport, live in streaming sul computer. Vi stavo però raccontando un’altra storia. C’era una volta lo stenografo che ti facevi passare dal centralino del giornale quando l’esito della partita pareva ormai scontato e tanto valeva allora già dettargli la cronaca a braccio. Però all’Armani non piace correre in discesa e c’ha ragione: ti fanno un sacco male i grandi adduttori della cosce. E dunque nessuna meraviglia se all’ultimo intervallo il Darussafaka si è addirittura trovato avanti quasi per sbaglio (69-68) con James sopra le righe e Nedovic a corto di fiato, Tarczewski fallosissimo e mamma li turchi padroni assoluti dei rimbalzi, Kuzminskas sulle nuvole e Jerrells da mettersi le mani tra i capelli e da sperare che nel quarto periodo Simone lo tenga vicino a lui seduto in panca. Per fortuna è lui l’allenatore di Milano e così Jerrells infila subito sette punti di fila e l’EA7 si stacca definitivamente. Ma per tagliare la testa al toro ci ha dovuto pensare, tanto per cambiare, di nuovo uno stupendo Vladimir Micov. Di cui sono innamorato perso: lo avrete capito. E gli italiani? Saranno contenti quelli della Repubblica milanese: hanno giocato qualche minuto anche Cinciarini (un punto) e Burns (2) oltre al timidissimo Brooks (2). E già che ci sono do anche i voti così ci capiamo molto meglio: James 7, Bertans 7+, Micov 8, Brooks 6-, Tarczewski 5, Kuzminskas 5, Jerrells 6.5, Gudaitis 6.5, Nedovic 7.