Di basket io non ne capisco una fava

Piove, governo ladro. Ieri oggi e domani. E non si sa che fare. Non resta così che aspettare che si giochi la terzultima di campionato e vedere in televisione stasera Pesaro-Bologna che non è il massimo della libidine, però ci si deve nella vita anche accontentare. Lo ricorda spesso un amico al quale non girerò mai le spalle come ha fatto negli ultimi mesi quasi tutto il mondo intero: c’è un girone d’andata, dice, ma sempre pure uno di ritorno. Per tutte le cose. Ed è preferibile sempre vincere quello di ritorno. Dopo quindici turni in serie A la Reyer era almeno tra le prime otto, se non sbaglio ottava, ma non credo ed infatti ha giocato le finali di Coppa Italia a Milano perdendo subito con Brindisi capolista. Ora Venezia è fuori dai playoff anche se vincesse le prossime tre partite di fila. Se fossi il paron dell’Umana sarei incazzato nero. E lo sarà, penso e spero, Brugnaro con tutti i soldi che ha speso. Però il progetto di giocare con due playmaker italiani, Superbone Vitali e Spennacchiotto Giachetti, otto guardie e ali, due lunghi fatiscenti come Crosariol e Magro, e tre palloni a testa per Smith e Taylor, senza parlare di Vujacic per rispetto al campioncino che era, sarà piaciuto molto anche a Giannino Petrucci, ma è stato peggio della scommessa persa l’anno scorso dalla Milano di Gel Scariolo o quest’anno da Gigi Datome stella della Nba. Tuoni, fulmini e persino grandine. Morale della favola: io di basket non ne capirò una fava, però chi ha costruito questa Reyer e il presidente federale ancora meno. Complimenti invece a Pistoia che alla fine dell’andata aveva vinto sei partite su quindici come la grande Varese di Orate Frates e che adesso è in piena corsa per i playoff. Mi avevano detto che Paolino Moretti era bravo, ma non pensavo fosse tanto bravo.