Caro Renato, il silenzio non sempre è d’oro

Francamente non so quale risposta dare al Carlino che si è domandato: perché Renato Villalta in questi mesi ha continuato a parlare di pregresso quando Claudio Sabatini giura di aver versato un milione di euro nelle casse della Virtus lo scorso 7 ottobre? Cioè più di mezzo anno fa? Non chiedetelo a me, però Renato l’ho visto nascere e crescere, al punto che doveva abbassare la testa per entrare dal mio corridoio nella sala da pranzo, quindi su di lui ci metto non una, ma due mani sul fuoco. Anche a rischio d’ustionarmi. Però Massimo Selleri, che si sigla m.s., s’interroga anche su che fine abbiano fatto quei soldi dal momento che, se fossero rimasti nelle casse bolognesi, non ci sarebbe stata la richiesta da parte della ComTec al consorzio delle V nere di una ricapitalizzazione di ben un milione e 250 mila euro che non è stata ancora fatta. In effetti la faccenda è molto scottante e seria. E difatti per un tipo scherzoso come me ci sarei ben volentieri girato alla larga se non mi avesse turbato il silenzio di Renato Renato Renato di solito, come canta Mina, così carino e così educato, che si è improvvisamente cucito la bocca dopo aver per la verità nei giorni scorsi sparlato assai di Sabatini stesso, ma anche a più riprese di Ferdinando Minucci. Chiarirò tutto, ha fatto sapere il presidente della Virtus, a fine campionato. Ovvero sia tra un paio di settimane. Ora, caro Renato, ascolta me che ho i capelli bianchi come i tuoi ma purtroppo anche cinque o sei anni più di te: il silenzio non è sempre d’oro. Anzi. Soprattutto in una città che sa sempre tutto e di più di qualsiasi altra e su qualsiasi cosa, soprattutto di pallacanestro. Del resto la chiamano la dotta, ma sa essere anche pettegola e a volte pure ingiuriosa.