Clamoroso: Siena rinuncia a giocare sabato con Milano

Fatemelo conoscere per favore il presidente del Galatasaray che non so neanche che faccia abbia e chi sia. Credo si chiami Unal Aysal, ma non ci giurerei. Gli devo stringere la mano e ringraziarlo perché mi ha dato una bellissima idea. Istanbul tuttavia non è proprio dietro l’angolo e così mi accontenterei d’avere il suo numero di cellulare. Gli potrei infatti semplicemente telefonare per dirgli che è un grande. Come ha fatto Renzi con Belinelli che gli ha però risposto perplesso: “Renzi chi? Forse Valentino, il presidente della Lega italiana?”. E così il nostro boyscout è rimasto di sasso o di stucco, scegliete voi, e gli ha dovuto anche spiegare d’essere Matteo, il presidente del Consiglio oltre che segretario del Pd. E allora sapete che faccio? Immodestamente gli scrivo: “Sono un giornalista veneziano ormai al tramonto che s’interessa da 40 anni di pallacanestro e che vorrebbe sul serio congratularsi con lei per la decisione che ha preso di non giocare la decisiva gara 7 della serie di finale dei playoff turchi con il Fenerbahce di Obradovic in programma domani sera all’Ulker Arena. Complimenti ancora”. Firmato Claudio Pea, ma per darmi più arie avrei fatto meglio a firmare Edi Dembinsky se solo finalmente qualcuno m’insegnasse come si scrive. Condivido comunque in pieno il motivo per il quale il presidente del Galatasaray ha ritirato la sua squadra all’ultimo atto di una sfida che per l’ennesima volta quel rissoso e irascibile di un Obradovic aveva acceso con la sua espulsione nella quarta finale. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e convinto Unal Aysal a minacciare di non iscrivere il Galatasaray nemmeno al prossimo campionato è però un’altra e cioè il comportamento vergognoso tenuto dalla federazione turca che non ha squalificato il campo del Fenerbahce. Nonostante alla Ulker Arena, in gara 5, Ataman sia stato vittima di un tentativo quasi di linciaggio da parte degli scalmanati ultrà avversari che hanno travolto le protezioni in plexiglas dietro alla panchina sulla quale era seduto il poveraccio che se la stava facendo già addosso. “Ho temuto per la mia incolumità”, ha dichiarato l’allenatore, che è stato anche a Siena e a Bologna Fortitudo, dopo che aveva abbandonato il parquet scortato dai poliziotti che gli avevano dovuto persino prestare i loro elmetti. Di più: è stato anche designato a dirigere l’eventuale bella delle belle di domani il famoso arbitro Recep Ankarali intercettato nel 2010 mentre informava il presidente del Fenerbahce d’avere “perfettamente la situazione sotto controllo”. Serve aggiungere altro? Non credo. Se non che il padrone del Galatasaray mi ha dato un’idea geniale che andrò meglio ad esporvi nei prossimi giorni. Però intanto vi chiedo: perché anche Siena non fa lo stesso sabato sera e rinuncia a giocare la quarta partita di finale al Palaestra? In effetti anche Walterino Fuochi su Repubblica ha scritto ieri quel che vado dicendo anch’io da giorni. Ovvero che non c’è partita tra le due squadre visto “le distanze abissali” oggi esistenti tra l’Armani e la Montepaschi. E allora perché Milano dovrebbe festeggiare lo scudetto in casa del morto proprio durante il funerale della Mens Sana? Sarebbe quanto meno di cattivo gusto.