Al buon Spieth è partita la brocca: si salvi chi può!

Il tempo è danaro, ma mai come nel golf. E non parlo di costi. Questo si sa. Parlo proprio di tempo da dedicare a questo splendido sport. Se non hai tempo, lascia perdere con il golf. Non basta un cestino di palline: ne devi tirare almeno tre. E, restando in rima, lascia perdere il fai da te. Solo il maestro può correggerti lo swing, ma anche l’uscita dal bunker, l’approccio dal rough o il putt in green. A meno che non patti come me. Sì, ho scritto patti, come mia cognata Patrizia, e non putti perché sarebbe sempre tempo e ora di cominciare ad italianizzare questo sport che i britannici e gli yankee, ma anche gli australiani e i sudafricani giocano purtroppo molto meglio di noi. Però non è solo cosa loro. E allora, tranquilli, m’impegnerò in tal senso. Se avrò tempo, e ridagliela, ma lo troverò. C’è poco fare: il golf, oltre che una questione di feeling, come cantavano Mina e Cocciante, è soprattutto una questione di tempo. O no? Tempo per la pratica, tempo per le lezioni, tempo per la gara. Che non dura mai meno di quattro ore che diventano cinque se il tuo compagno di gioco è quel tiratardi di Jim Furyk di cui più tardi – è ovvio – e più avanti specificatamente vi parlerò. Dicono che per giocare a golf ci vogliono tempo e danaro. Io dico di no. O, meglio, penso che ci voglia più tempo che danaro. A me difatti i soldi non sono mai mancati per giocare a golf. Quel che non ho adesso è il tempo per correre dietro a quella pallina tutta butterata con il baffo della Nike. Colpa anche di questo sito che m’impegna tutti i santi giorni e mi diverte solleticandomi ogni giorno di più. Come facevo qualche anno fa con il golf. Quando sono diventato campione d’Italia dei giornalisti e ho vinto a mani basse il Challenge Tour di seconda categoria. Non ci credete? La Coppa è qua, sulla libreria davanti a me: ancora brilla con le altre, che non sono poche e che comunque una volta al mese la mia Tigre lucida. Devo dire anche con amore. Magari sperando che mi tolga dai piedi e mi torni la passione per il golf. Che ho perso e che chissà mai se ancora mi stregherà. Intanto ho ritrovato il tempo, e non è stato facile, almeno per riprendere a scrivere di golf e per guardarlo di tanto in tanto in tv. Sky lo fa molto bene e molto meglio della Nba. Silvio Grappasonni è bravissimo anche perché non strilla come Tranquillo: sui fairway oltre tutto è proibito. Massimo Scarpa è un caro amico. Nicola Pomponi si sta facendo e domenica notte mi ha divertito dicendo che al giovane talento emergente Jordan Spieth dall’avangreen “è partita oltre che una bomba anche la brocca”. Che nel linguaggio dei ragazzi ho saputo che significa “sbroccare”. Cioè perdere la testa e il controllo. Proprio bella. E comunque Spieth ha chiuso al quarto posto il Players Championship di Ponte Vedra in Florida. Dove Francesco Molinari è stato ottimo sesto. Ma di questo e altro vi racconterò domani. Adesso vado al circolo. Posso?