La nazionale di Sacchetti, la meno amata dagli azzurri

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Forse avevo letto male io. E allora sono corso a riprendermi la Gazzetta dell’altro giorno prima che la Tigre la buttasse nel cestino dei rifiuti. Inforco gli occhiali: solo poche righe di pallacanestro a pagina 51 tra cavalli, tuffi e il doping nel biathlon. E un titolino ad una colonna: “Tegola Torino: Holder va k.o. e sarà tagliato”. Mi spiace molto per lui, ma non era questo quel che mi interessava vedere. Tanto più che le notizie sulla Fiat di solito le prendo da Tuttosport che è un sacco più attendibile. Difatti ieri aveva scritto del debutto di Larry Brown, 77 anni,  sulla panchina dell’Auxilium nell’amichevole di Bormio contro l’Efes di Istanbul allenato da Ergin Ataman. Mentre Mamma Rosa, sempre che non mi sbagli, aveva invece anticipato che la partita con i turchi, che disputeranno l’Eurolega, non si sarebbe giocata. Proprio così. “E’ stata annullata”: avevo letto bene. E allora venerdì non sono più andato in Valtellina, che è in culo al mondo, ma dalla parte opposta: in Cadore, a Calalzo. Dove arriva il trenino da Venezia e dove sino a stasera è in ritiro la De’ Longhi Treviso. Non mi credete? Fate pure a meno e comunque domandatelo a Max Chef Menetti se non è vero. Ho visto Giovanni Tomassini che ha ricominciato ad allenarsi nella palestra di Domegge con tutte le cautele del caso dal momento che appena poco più di due mesi fa è stato operato al crociato del ginocchio destro e chissà se potrà tornare a essere protagonista nel campionato di A2 già prima di Natale. Ho visto Michele Antonutti che da seduto faceva sempre canestro e Dominez Burnett, il nuovo americano, come Maalik Wayns, che falliva una tripla ogni cinque. Ho visto una stupenda mela rossa sull’albero della casa nel bosco e l’ho rubata allungando la mano oltre il recinto così che non saprete mai quanto era buona. Tornando alla Fiat, la Gazzetta di oggi, come se niente fosse, ha dato il risultato dell’amichevole che a sentire (solo) lei era stata cancellata: Torino-Efes 71-79 (Cotton 17, Stojanovic 9). Un’onorevole sconfitta visto che a Larry Brown è mancata mezza squadra: Wilson, Cusin, Okeke, Tony Carr e il neoacquisto Taylor. E che si è pure leggermente scavigliato James McAdoo. Piuttosto è Mamma Rosa che dovrebbe essere sul serio molto preoccupata della nazionale italiana di basket che ieri a Pinzolo, in Trentino, ha affrontato l’altra squadra di Sacchetti, cioè la Vanoli. “In uno scrimmage senza punteggio” s’è affrettata a precisare per nascondere invano lo scandaloso esito finale che invece alla Provincia non è parso vero di dare alle stampe: 97-82 per Cremona. E le è pure scappato da ridere. Non però a MaraMeo che, anzi, ai suoi azzurri “presuntuosi e svogliati” le ha cantate a muso duro. Senza per fortuna far nomi. Perché c’è anche questo pericolo. Ovvero che qualche fricchettone, magari più permaloso di un altro, abbandoni il ritiro con una scusa qualsiasi e poi contro la Polonia il 14 settembre a Bologna chi gioca? Già non ci saranno Gallinari, Belinelli, Hackett, Gentile e Della Valle. Andrea Bargnani non ne ha più voglia, se mai l’ha avuta. Alessandro Mamoli non è molto allenato, anche se a luglio ha partecipato con successo all’EuroCamp del Pilla Pillastrini a Cesenatico. Magari potrebbe tornar buono Riccardo Cervi se non fosse pure lui mezzo rotto. Ai Mondiali in Cina nel 2019 ci andremo comunque anche con mio nonno in carriola perché ci mancherebbe solo che ci andassero i magiari al posto nostro. Tuttavia è innegabile che in questa estate torrida siano scesi a picco i consensi nei confronti degli azzurri e in particolare di Sacchetti che si è mostrato troppo sicuro di sé per essere amato da tutti come quando umilmente centrò il tris a Sassari. Della qual cosa Giannino Petrucci, tappato in ritiro con l’Italia a Pinzolo, non può non tener conto. La colpa non è però sua, ma soprattutto della Banda Osiris e del suo leader maximo, Ciccioblack Tranquillo. Che si autocelebrerà nel prossimo fine settimana nella convention di Milano. Quando nessun coniglio del gruppo o sottopancia fiancheggiatore si sognerà mai di contestare le sue telecronache strillate e deliranti. Nelle quali è più dannoso della grandine. Perché fa credere ad una nazionale di palloni (da lui) gonfiati d’essere formata da tutti fenomeni. Sì, da circo. Tra i pagliacci e gli elefanti.