Griccioli del Nicchio a Capo d’Orlando: ma che fretta c’era?

Se non era Torino, è Trento. E comunque è finalmente pronta la nuova autostrada della serie A del basket che porta a Capo d’Orlando, in provincia di Messina. Mille e passa chilometri. Dal Trentino alla Sicilia. Senza passare, mi spiace, per Montegranaro che è retrocessa sull’ultima spiaggia e non ha i soldi neanche per comprare le reti ed essere ripescata. Avevo promesso a Massimo Carboni, la prima voce della pallacanestro italiana, che sarei passato a trovarlo anche perchè non lo vedo bene tra i parenti stretti che tifano per la Juve e i nipoti che non ne vogliono sapere d’essere come lui nerazzurri. E hanno non una, ma centodue ottime ragioni. Perché centodue? Chiedetelo a Carboni. Io non voglio correre il rischio d’essere per l’ennesima volta mandato a remengo. Non sta molto meglio Siena, ma non è ancora il caso di farsi il sangue amaro. Io dico (per ora) che sarebbe bello se già andasse in finale. Magari contro il Banco Sardegna piuttosto che con l’Armani. Se non altro avrebbe il fattore campo dalla sua e non costringerebbe Proli a mettersi una mano sulla coscienza e a restituirgli almeno Hackett. Così tanto per rendere il duello tricolore più equilibrato e interessante. A proposito di campo, nel pomeriggio hanno squalificato per una giornata quello di Siena. Hanno tirato persino un accendino e una ciliegia contro gli arbitri, come leggo dal comunicato della federazione di Giannino Petrucci, che chissà quanti scudetti avrebbe già volentieri tolto alla Mens Sana se non avesse come cittì Simone Pianigiani, che per me è sempre nato in una grotta di Betlemme tra il bue e l’asinello. E non chiedetemi chi sono il bue e l’asinello perché mica voglio farmi altri due nemici tra i suoi colleghi. Ne dovete guardarmi storto: non fumo più da un anno e piuttosto di privarmi di una ciliegia mi taglierei tre dita di una mano. Perché tre? Perché due comunque mi resterebbero per fare le corna. E poi io ieri non ero a Siena e la partita me la guardo, ve lo ripeto, solo stasera in televisione. Però anche mi domando: dove lì andrà a trovare la Mens Sana trentamila euro per pagare la multa e giocare sabato al Palaestra contro la Roma di Toti con una sola ti e tante ciglia? E’ un mistero gaudioso. Così come non capisco quale premura ha avuto Capo d’Orlando a scegliere il nuovo allenatore in sostituzione di Pozzecco che, come da me anticipato, io sì lo posso scrivere, ha firmato con Varese sin dai primi di maggio. Per carità non ho niente con Giulio Griccioli, di cui a Siena parlano tutti bene, anche se lui è del Nicchio e Nazareno Pianigiani della Lupa, ma il presidente dell’Orlandina avrebbe anche potuto guardarsi attorno e accorgersi che per esempio Paperoga Crespi o Artiglio Caja non hanno probabilmente una squadra per la prossima stagione. Insomma come cantava Loretta Goggi: che fretta c’era, maledetta primavera. Già, maledetta davvero.