Meno Amal che Clooney se ne è andato dalla mia Venezia

Ieri, 29 settembre, seduto in quel caffè, ho pensato … che mi sono sposato una sola volta, e solo in chiesa, con la firma di papà e la benedizione di mamma. Avevo vent’anni e la Tigre sempre uno di più. Mentre in quattro giorni George ha detto “yes” e Amal “sì” almeno tre volte. E mai in chiesa. Matrimoni nella stessa città. Anche se Mestre non è Venezia e non fa comune a sé. Una città senza sindaco, oggi nel caos, con un commissario straordinario che si chiama Zappalorto e viene da Treviso. Ma si può? Tutto si può. Basta avere i schei. Le nozze in Canal Grande sono costate al padre della sposa, Ramzi Alamuddin, dicono almeno 10 milioni di euro. Ma quanti ne sono veramente finiti nelle tasche dei veneziani? In tutto non un centesimo più di 7436 euro. Una miseria. Dei quali un terzo per pagare una dozzina di controllori della viabilità a Rialto richiesti espressamente da Clooney oltre alla sessantina tra carabinieri, poliziotti e vigili già messi a disposizione dal Comune per regolare il traffico impazzito di paparazzi, contestatori e ultras nelle ore di punta. Il costo complessivo del rito civile è stato infatti solo di 5.136 euro come da tariffario per tutti gli stranieri che vogliono sposarsi a Ca’ Farsetti e nell’intimità di sala Stucchi. Più l’interprete. Ne valeva la pena? Io dico francamente di no e come me la pensano, ne sono straconvinto, 99 concittadini veneziani su cento. Oggi, 30 settembre, come canta l’Equipe 84, mi sono svegliato e sto pensando … che senza Clooney e Alamuddin tra i piedi si sta decisamente molto meglio. Meno Amal che se ne ne sono andati. Anche se Mestre resta la città più brutta al mondo vicina alla più bella, ma io la amo lo stesso. Soprattutto adesso che è rinata la Mestrina d’arancione vestita come ai miei tempi: gioca al Baracca, che è lo stadio che ha costruito mio nonno Pino, e domenica andrò a vederla contro la capolista Calvi Noale nel campionato dilettanti d’Eccellenza che disputa con grandissima dignità. La stessa che devi riprendersi Venezia dopo lo scandalo del Mose e questo fumettone hollywoodiano che George Clooney avrebbe potuto benissimo girare in California, della quale aspira a diventare governatore, e perché no a Disneyland, nell’hinterland di Los Angeles. Con la bella Amal nel paese di Alice, Capitan Uncino, Pinocchio e i pirati dei Caraibi, Topolinia e Paperopoli. Nel salotto di Bruno Vespa hanno detto che di Venezia si doveva tornare a parlare facendo anche chiasso e per questo che il matrimonio dell’anno si doveva celebrare proprio in Canal Grande tra vaporetti e taxi che si urtano, le calli straboccanti di folla, il moto ondoso e i palazzi che si sgretolano. Ma in quale film? Venezia ha già la sua Mostra del cinema e il suo Carnevale, i suoi problemi catastrofici e le sue bellezze da salvaguardare in un altro modo. Venezia è una città molto fragile: volete o no capirlo, forestieri e pagliacci che parlate a vanvera?